IL COMUNICATO WTA
Esistono casi analoghi in cui un giocatore (uomo o donna che sia) è stato graziato, o punito in misura inferiore? Prendiamo il caso di Fabio Fognini, risalente a dodici mesi fa: il ligure si lasciò andare a frasi gravissime nei confronti della giudice di sedia, la svedese Louise Engzell. Sul campo, forse favorito dalla lingua, non ricevette sanzioni. Però il suo comportamento fu vivisezionato fino a ricevere una multa di 72.000 dollari (più del quadruplo di Serena Williams) e la squalifica immediata dal torneo di doppio. Altri esempi? Nel 1990, John McEnroe fu buttato fuori dal campo durante il match contro Mikael Pernfors all'Australian Open. All'epoca vigeva la norma della squalifica al terzo richiamo (mentre oggi c'è un passaggio in più). Come testimonia il filmato, i fatti non furono così diversi rispetto a quelli di oggi: warning per aver intimidito una giudice di linea, warning per aver scaraventato per terra la racchetta e warning per aver insultato arbitro e supervisor. In tempi più recenti, è stato vittima di una squalifica anche il nostro Julian Ocleppo, figlio di Gianni. Lo scorso anno, durante il Futures di Padova, durante il match contro Matteo Viola, bastarono tre richiami per allontanarlo dal campo (una racchetta spaccata e due “verbal abuse”). Senza dimenticare il caso tra Jelena Ostapenko e Naomi Broady ad Auckland 2017: la lèttone lanciò una racchetta che colpì inavvertitamente un raccattapalle. In teoria, un gesto da squalifica immediata. La Ostapenko fu graziata e poté continuare a giocare. Casi diversi tra loro e lontani nel tempo, che però sembrano allontanare la tesi del sessismo. Semplicemente ci sono state valutazioni e interpretazioni diverse, talvolta sbagliate, ma che non hanno nessun significato "di genere". In questo senso, non aiuta il comunicato diffuso dalla WTA: tramite il suo presidente Steve Simon viene cavalcata la tesi del “doppio binario”, e si caldeggia la possibilità di consentire il coaching durante le partite, come peraltro già accade nel tour. Un comunicato che sembra cucito apposta per Serena: non potendo criticare l'operato di Ramos, allora si critica la regola. Ed è un doppio autogol, perché nella stessa conferenza stampa post-match, la stessa Williams ha dichiarato di non essere così sicura della bontà del coaching e di non averlo mai richiesto in vita sua, nemmeno quando è permesso ("Una delle cose che mi piacciono del tennis è la necessità di dover risolvere i problemi da soli"). Un comunicato che si poteva evitare. Così come tante altre cose che si sono viste nelle ultime 48 ore.