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Riccardo Bisti
27 August 2018

Niente battaglie per l'abito da Catwoman

Avevano fatto discutere le dichiarazioni di Bernard Giudicelli, presidente della federazione francese, molto critico l'abbigliamento indossato da Serena Williams al Roland Garros. Alla vigilia dell'esordio allo Us Open, l'americana ha minimizzato. “Va tutto bene, se ci fossero problemi di salute troveremo un compromesso. Io favorita? Interessante”.

Saranno le 2 di notte italiane quando Serena Williams scenderà in campo per il suo esordio allo Us Open. Il match contro Magda Linette è ufficialmente programmato alle 19 locali (l'1 di notte in Italia), ma ci sarà la tradizionale cerimonia di inizio torneo che porterà via un'ora. Al di là dell'orario d'inizio, l'esordio della Williams sarà tra le grandi attrattive della giornata inaugurale. Curiosamente, nella sua conferenza stampa pre-torneo, si è parlato quasi più... del Roland Garros. Motivo? Una diatriba emersa in questi giorni, secondo cui i francesi (in particolare, il presidente FFT Bernard Giudicelli) avevano espresso un po' di malumore per l'abbigliamento da “Catwoman” con cui si era presentata a Parigi, vincendo tre partite salvo poi ritirarsi prima di affrontare Maria Sharapova. Ai cronisti, la Williams ha spiegato che non ci saranno ragioni regolamentari per la mancata riproposizione del suo abito. Tra l'altro, ha detto di aver parlato proprio in questi giorni con Giudicelli, con il quale avrebbe un “ottimo rapporto”. Va detto che Serena ha giocato il Roland Garros vestita così per precise ragioni mediche: l'abbigliamento facilitava la circolazione del sangue: cruciale, per una donna che ha avuto in più di un'occasione problemi di embolia. All'epoca nessuno fece obiezioni, ma Giudicelli – in una recente intervista – ha detto che un abbigliamento del genere non sarebbe accettabile in futuro. “A volte ci siamo spinti troppo in là – aveva detto – l'abbigliamento di Serena, per esempio, non sarà più accettato. Bisogna rispettare il gioco e il luogo in cui ci si trova”. Da parte sua, la Williams ha detto di aver individuato nuove soluzioni per favorire la sua circolazione. "Indosso delle calze che mi consentiranno di restare in buona salute, favorendo un buona circolazione". Serena ha poi aggiunto di non aver avuto nessun problema con Giudicelli. “È stato facile parlare con lui. Quasi tutto il mio team è francese, quindi abbiamo un ottimo rapporto. Sono sicuro che arriveremo a un punto d'incontro e tutto andrà bene. Non sarà un grosso problema. Inoltre penso che gli Slam abbiano il diritto di fare ciò che vogliono. Inoltre sono convinta che, se ci fossero delle necessità in caso di problemi di salute, non ci saranno problemi”.

"IO FAVORITA? INTERESSANTE"
Ma adesso c'è uno Us Open da affrontare: nonostante sia lo Slam di casa, è “soltanto” il terzo in termini di successi per Serena. Lo ha vinto sei volte, l'ultima nel 2014, mentre si è imposta sette volte a Melbourne e a Londra. Nonostante abbia vinto soltanto 12 partite nel 2018 (di cui la metà a Wimbledon), i bookmakers la considerano addirittura come favorita numero 1. “Un fatto interessante” ha chiosato la Williams, che meno di un anno fa metteva al mondo la piccola Alexis Olympia. E, soprattutto, ha vinto un solo match negli ultimi due mesi. Va detto che ha giocato appena due tornei, San José e Cincinnati. “Per me non ci sono problemi, sto solo portando avanti un messaggio che ho inviato alle donne e alle persone in genere – dice Serena – bisogna affrontare gli ostacoli: se non li superi, hai sempre un'altra chance per farlo. Devi continuare a lavorare duro e credere in te stesso. Le cose non vanno sempre come speriamo, ma dobbiamo continuare a scalare la montagna”. Numero 17 del seeding, Serena potrebbe avere un derby in famiglia con Venus già al terzo turno, anche se lei giura di non aver guardato il tabellone. “Dopo essere diventata madre, credevo che sarei stata più rilassata. Forse l'ho già detto, ma non è così. Lavoro ancora duramente, forse anche più di prima. Prendo tutto molto sul serio, per me è stato sorprendente”. Insomma, parte un torneo (che potrebbe essere da record, visto che in palio c'è il raggiungimento di dei 24 Slam di Margaret Court) senza certezze. Anzi, una c'è: non vedremo in tribuna la piccola Olympia, che peraltro compirà un anno proprio durante il torneo. Serena le aveva mostrato il Centre Court di Wimbledon, ma non farà altrettanto per l'Arthur Ashe. Non è scaramanzia, ma solo una questione logistica. “Per arrivare a Flushing c'è un viaggio piuttosto lungo e lei fa ancora fatica in macchina. Soffre se deve rimanerci più di cinque minuti. Avremo sicuramente tempo l'anno prossimo”.

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