Come a voler giustificare l'ingiustizia di otto giorni fa, l'ITF ha subito messo in moto la sua nuova policy, fortemente incentrata sul denaro. Se l'assemblea di Orlando ha riguardato soprattutto la Coppa Davis, i primi effetti toccano la Fed Cup: sul piano regolamentare non ci saranno particolari novità nel 2019, visto che sarà mantenuto il doppio World Group (I e II). Semplicemente, sarà istituito il tie-break nel set decisivo e le squadre potranno essere composte da cinque giocatrici (non più quattro). L'AGM di Orlando aveva deliberato così, mentre è di queste ore la notizia di un raddoppio del montepremi. Dall'anno prossimo, la Fed Cup metterà in palio 7,5 milioni di dollari, il 100% in più rispetto ai 3,7 distribuiti quest'anno. È una notizia importante perché il tennis femminile, Slam a parte, non vanta lo stesso giro di denaro del maschile. Non è da escludere, dunque, che alcune top-players decidano di giocare la Fed Cup anche per motivi legati al portafoglio. Sembra chiaro che l'investimento sia figlio del raggiunto accordo con il Gruppo Kosmos. Dal 2019, e per i prossimi 25 anni, gli spagnoli verseranno 120 milioni all'anno sul conto corrente dell'ITF in cambio di fare ciò che vogliono con la Davis. Vista l'imminente (e notevole) entrata, la Federazione Internazionale è intervenuta sulla prova femminile e non è un caso, visto che diverse giocatrici si erano lamentate della scarsa considerazione ricevuta dalla Fed Cup rispetto alla Coppa Davis. Oltre ad annunciare l'aumento del montepremi, l'ITF ha svelato la timetable che dovrebbe portare la Fed Cup a un format simile a quello della Davis. L'idea è creare una fotocopia del “mostro” creato con la Davis: istituire un evento singolo, in un'unica sede (in una città “world class”), con 16 squadre. Sarebbe l'unica differenza rispetto alla nuova Davis, in cui troveranno spazio 18 nazionali. Anche per la Fed Cup rimane l'idea di mantenere un turno di qualificazione con la formula casa-trasferta.