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Riccardo Bisti
24 August 2018

La Fed Cup raddoppia il montepremi

Forte degli investimenti di Kosmos, che porteranno 120 milioni all'anno, l'ITF interviene sulla manifestazione femminile: in vista della rivoluzione prevista nel 2020 (che sarà una specie di ritorno al passato), l'edizione 2019 metterà in palio 7,5 milioni: il doppio rispetto a quest'anno.

Come a voler giustificare l'ingiustizia di otto giorni fa, l'ITF ha subito messo in moto la sua nuova policy, fortemente incentrata sul denaro. Se l'assemblea di Orlando ha riguardato soprattutto la Coppa Davis, i primi effetti toccano la Fed Cup: sul piano regolamentare non ci saranno particolari novità nel 2019, visto che sarà mantenuto il doppio World Group (I e II). Semplicemente, sarà istituito il tie-break nel set decisivo e le squadre potranno essere composte da cinque giocatrici (non più quattro). L'AGM di Orlando aveva deliberato così, mentre è di queste ore la notizia di un raddoppio del montepremi. Dall'anno prossimo, la Fed Cup metterà in palio 7,5 milioni di dollari, il 100% in più rispetto ai 3,7 distribuiti quest'anno. È una notizia importante perché il tennis femminile, Slam a parte, non vanta lo stesso giro di denaro del maschile. Non è da escludere, dunque, che alcune top-players decidano di giocare la Fed Cup anche per motivi legati al portafoglio. Sembra chiaro che l'investimento sia figlio del raggiunto accordo con il Gruppo Kosmos. Dal 2019, e per i prossimi 25 anni, gli spagnoli verseranno 120 milioni all'anno sul conto corrente dell'ITF in cambio di fare ciò che vogliono con la Davis. Vista l'imminente (e notevole) entrata, la Federazione Internazionale è intervenuta sulla prova femminile e non è un caso, visto che diverse giocatrici si erano lamentate della scarsa considerazione ricevuta dalla Fed Cup rispetto alla Coppa Davis. Oltre ad annunciare l'aumento del montepremi, l'ITF ha svelato la timetable che dovrebbe portare la Fed Cup a un format simile a quello della Davis. L'idea è creare una fotocopia del “mostro” creato con la Davis: istituire un evento singolo, in un'unica sede (in una città “world class”), con 16 squadre. Sarebbe l'unica differenza rispetto alla nuova Davis, in cui troveranno spazio 18 nazionali. Anche per la Fed Cup rimane l'idea di mantenere un turno di qualificazione con la formula casa-trasferta.

"COLLABOREREMO CON LA WTA"
“Dopo l'approvazione degli storici cambiamenti della Coppa Davis, la nostra assemblea ha sostenuto il nostro ambizioso piano di creare un nuovo ed esaltante format della Fed Cup, che porterà al massimo livello questa storica competizione a squadre” ha detto il presidente ITF Dave Haggerty. Va detto che la Fed Cup, nei suoi 55 anni di storia, ha vissuto diversi cambiamenti di formula. Per anni si è giocato in un'unica sede, anche se con otto squadre. Per questo, l'idea di Haggerty non è rivoluzionaria e sarebbe un ritorno al passato. Non è condivisibile, perché la formula attuale aveva rivitalizzato una manifestazione moribonda, ma almeno certifica la coerenza dei (danarosi) progetti ITF. “Il nostro lavoro inizia con un investimento record per l'edizione 2019”. Mentre il presidente del Comitato di Coppa Davis è il discusso Bernard Giudicelli, a guidare quello di Fed Cup c'è Katrina Adams, prima presidentessa nella storia della USTA a restare in carica per più di un mandato. Tra l'altro, ha preso il posto direttamente da... Haggerty. “L'ITF ha una storia di orgoglioso sostegno al tennis femminile – ha detto – certificato dalla creazione della Fed Cup nel 1963. Il nostro comitato ha l'obiettivo di assicurarsi che la Fed Cup rimanga uno dei più importanti eventi sportivi. Per questo, vogliamo creare un evento che funzioni per il pubblico, i partner e le giocatrici. Continueremo a collaborare con la WTA per cercare di portare ogni beneficio possibile per il tennis femminile. È un periodo esaltante per la Fed Cup”. L'edizione del 2018 si chiuderà con la finale di novembre, in cui la Repubblica Ceca sfiderà gli Stati Uniti. Si ripartirà i prossimi 9-10 febbraio con il primo turno di quella che – pare – sarà l'ultima edizione con il vecchio format. Inserita nel World Group II, l'Italia partirà da una delicata trasferta in Svizzera.

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