"MILLMAN MI HA RICORDATO FERRER"
Difficilmente troverà condizioni così estreme da qui a fine anno, dunque è ancora presto per creare allarme sul suo futuro immediato. Semmai, è curioso che abbia perso contro un giocatore che stima, addirittura ospitato tre mesi fa in Svizzera. “Lo abbiamo contattato perché aveva perso subito al Roland Garros. Cercavamo un bravo ragazzo, qualcuno che lavorasse duro. Tra l'altro non sapevo che avesse la fidanzata a Stoccarda. È stato contattato da Severin Luthi e ha subito dato disponibilità, abbiamo trascorso un buon periodo insieme e poi ci siamo rivisti a Stoccarda. Peraltro, siamo stati vicini ad affrontarci anche lì – ha proseguito Federer – lo ammiro, mi piace il suo modo di allenarsi, l'intensità, la passione che ci mette. Sotto certi aspetti mi ha ricordato David Ferrer. Inoltre ha un ottimo rovescio: se non lo attacchi alla perfezione, ti punisce”. E allora, la notte del 3 settembre 2018 sarà ricordata come quella di John Millman, il ragazzo dal passato difficile che però non ha mai perso il sorriso. Ceduto il primo set perché un po' intimidito da un ambiente tutto nuovo, ha espresso il suo miglior tennis. “Sinceramente non ho avuto grossi problemi di respirazione – ha detto – il grosso problema era il sudore. Ho sudato moltissimo e non era facile, ma più la partita si allungava e più stavo meglio. Alla fine, ho usato tutto questo a mio vantaggio. Mi sento un po' colpevole per aver battuto Federer, però questo risultato conferma che nel tennis le sorprese sono sempre dietro l'angolo”. E allora, anziché la sfida stellare tra Djokovic e Federer, attesissima sin dal sorteggio, sarà il ragazzo di Brisbane a sfidare Nole nei quarti di finale. “Ricorderò molto a lungo questo momento, però spero di costruirmi altri bei ricordi. A partire da Djokovic? Perché no. Di certo dovrò migliorare rispetto all'ultima volta che l'ho affrontato. È un giocatore incredibile, ma se non credessi di poter vincere non avrei rispetto per me stesso e il mio lavoro”. Perché, questi giorni, John Millman ci ha dato una bella lezione: non bisogna mai giocare contro la reputazione del tuo avversario. Un ostacolo immaginario, di cui si può fare tranquillamente a meno.