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Marco Caldara
04 April 2017

Semaforo azzurro - Marzo 2017

Archiviato il mese di marzo, ecco i promossi e bocciati del tennis italiano. Da Quinzi che non perde il vizietto (anche se…) al Forte Village Resort, dalla nuova n.2 – italiana – di Tennis Europe al dietrofront della Federtennis sulle classifiche, più Fabio Fognini, gli Open BNL, il Tennis Club Napoli, la terribile lite fra genitori in Coppa delle Province e tanto altro.
GIANLUIGI QUINZI
Altro giro, altro cambio di coach per Gianluigi Quinzi. Grazie alla sue conoscenze mentali e manageriali (oltre che tecniche) Ronnie Leitgeb pareva l’uomo giusto per rivitalizzare la più grande speranza dell’ultimo decennio del nostro tennis. L’austriaco è stato a fianco di GQ quasi un anno, più della maggioranza dei predecessori, ma i risultati sono rimasti sostanzialmente gli stessi fino a un nuovo addio. Da quando nel maggio del 2014 Eduardo Medica decise di rompere l’accordo per motivi famigliari, il 21enne di Porto San Giorgio ha cambiato altre sette (!) volte guida tecnica (otto se si conta la breve prova con Javier Piles), affidandosi nell’ordine a Marcos Aurelio Gorriz, Federico Torresi, Mariano Monachesi, Giancarlo Petrazzuolo, la Gerry Weber Academy di Jan de Witt, di nuovo Medica e quindi Leitgeb. La differenza con la maggioranza dei casi precedenti è che stavolta pare che non sia stato Quinzi a decidere, e non è affatto un bene.

GIOVANNI SIRIANNI
La storia di questo cardiologo 39enne, inizialmente uscita su L’Eco di Bergamo, ve l’abbiamo raccontata qualche tempo fa, ma vale la pena ricordarla. Proprio nei giorni in cui a Napoli un dipendente dell’ospedale Loreto Mare è finito ai domiciliari (insieme a 54 colleghi) perché pizzicato a giocare a tennis durante un turno di lavoro, Sirianni ha rinunciato alla finale di un rodeo di quarta categoria proprio per lo stesso motivo. Dovere, certo. Ma visto il comportamento di qualcuno diventa una notizia anche questa.

SARA ERRANI
Fra coloro che frequentano il Tour maggiore (ATP e WTA) l’Italia ha una sola giocatrice che non è ancora riuscita a vincere due incontri nello stesso torneo: Sara Errani. La romagnola è parzialmente giustificata dai problemi fisici accusati nelle prime settimane dell’anno, ma sono già passati tre mesi e il numero delle vittorie in singolare è ancora fermo a… tre. Una per mese. Difficilmente quando ha scelto di cambiare vita, mollando Valencia e lo storico coach Lozano per tornare a casa e affidarsi alla coppia Montalbini-Capodimonte, si augurava risultati simili.

FORTE VILLAGE RESORT
Da qualche anno, come avviene a Sharm-El-Sheikh in Egitto, ad Antalya in Turchia o a Hammamet in Tunisia, anche l’Italia ha trovato un resort (e che resort!) che ha deciso di investire nei tornei ITF, così da tenere viva e attiva la struttura anche nei periodi in cui altrimenti la frequentazione sarebbe pari a zero. Si tratta del Forte Village, pluripremiato paradiso di Santa Margherita di Pula (Cagliari). Sono partiti con dei tornei da 10.000 dollari, e da quest’anno hanno deciso di alzare (e di parecchio) i montepremi. Potevano semplicemente limitarsi a tenere la categoria minima, diventata di 15.000 dollari, invece solo nella trance di tornei che va da marzo a maggio (ne seguirà una seconda a fine estate) hanno messo sul piatto ben 110.000 dollari in più: 60.000 per portare da 15.000 a 25.000 il montepremi di sei delle sette tappe femminili, e 50.000 per fare lo stesso con cinque delle sette maschili. Probabilmente la scelta è figlia di un potenziale business, perché – specie fra le donne – alzando il livello dei tornei arrivano a Santa Margherita di Pula delle giocatrici con una migliore stabilità economica, che quindi possono far entrare più soldi nelle casse del resort. Ma per i tennisti resta comunque una grande opportunità.
I PROTAGONISTI DELLA RISSA IN COPPA DELLE PROVINCE
Per chi non lo sapesse, la Coppa delle Province è una competizione giovanile per selezioni provinciali, che scatta su scala regionale e poi si allarga alla fase nazionale. Ogni incontro è composto da nove match: sei singolari e tre doppi. Quest’anno è aperta alle classi 2006, 2007 e 2008. Vuol dire bambini dagli 8 agli 11 anni, quell’età in cui il tennis deve essere solamente un gioco: senza pressioni, senza responsabilità, senza nemmeno guardare al punteggio. Invece è spesso il contrario, con genitori che credono di avere in casa il nuovo Federer (e sono tantissimi!) e che invece di starne fuori stanno… dentro, come è avvenuto nella sfida fra le rappresentative di Arezzo e Prato. Prima una palla chiamata “out” da un padre sugli spalti, poi qualche parola pesante con altri genitori, quindi spintoni, schiaffi e via con la rissa, ovviamente davanti ai ragazzini terrorizzati. Un grande esempio. Ah, giusto per dovere di cronaca: entrambe le squadre erano già promosse alla seconda fase, quindi lo scontro diretto non contava nulla. Chi è stato a dire che per diventare campioni è meglio nascere orfani?

IL DIETROFRONT DELLA FEDERTENNIS
Nel mese di febbraio, l’abolizione da parte della FIT del capitale di partenza nel metodo di calcolo delle classifiche federali per l’anno 2018 aveva fatto esplodere un vero putiferio, con un sacco di lamentele da parte dei giocatori, di seconda, terza e quarta categoria. In sintesi, togliendo il punteggio base assegnato di default a ogni praticamente con classifica FIT, era aumentato notevolmente il numero di punti (e quindi di vittorie, e quindi di tornei da disputare) necessari per mantenere la stessa classifica dell’anno precedente o salire al gruppo successivo. Fortunatamente, un mese più tardi è arrivato il dietrofront, per un presunto errore nelle tabelle – come è stato giustificato – o forse perché chi di dovere si è reso contro dell’enorme malcontento generato dalla decisione. Ma che sia la prima o la seconda, in fondo, poco importa. L’importante è essersi resi conto dell’errore, involontario o meno.

LE SEMIFINALI DEGLI OPEN BNL
Il successo dei tornei dei pre-qualificazioni per gli Internazionali d’Italia è uno dei più grandi motivi di vanto della Federazione Italiana Tennis. Dagli 884 della prima edizione, anno dopo anno il totale dei partecipanti è schizzato verso l’alto, e nel 2017 ha già superato quota 12.000. Un risultato raggiunto anche grazie alla saggia decisione di inserire un montepremi complessivo di quasi 500.000 euro, distribuiti in 24 tappe. Una scelta che ha incentivato anche i migliori seconda categoria italiani a partecipare agli Open BNL, tanto che è capitato che alcuni tennisti – attirati da dei montepremi che a livello nazionale non si sono mai visti, più che dalla possibilità di giocare al Foro Italico – partecipassero a più tornei anche se già qualificati, finendo per falsare la manifestazione. Per evitare il fenomeno, quindi, dal 2017 la FIT ha deciso di non permettere più ai giocatori già qualificati (vincitori e finalisti) di disputare i tornei successivi. Risultato? Più di una semifinale giocata ehm… diciamo… ehm… senza troppa voglia di vincere, per evitare di passare in finale e perdere la possibilità di giocare altri tornei. Fatta la legge, trovato l’inganno.
MATTEO BERRETTINI
La Federazione Italiana Tennis è riuscita a strappare una condizione all’ATP: avrà voce in capitolo nella wild card che assegnerà l’ottavo posto per le Next Gen ATP Finals del prossimo novembre. Non vuol dire che andrà per forza a un giocatore italiano, ma chiaramente Sergio Palmieri spingerà per questo, e più un azzurro riesce a far qualcosa di importante e più le chance aumentano. Alla conferenza stampa di presentazione dello scorso dicembre a Palazzo Marino, come rappresentante della Next Gen italiana c’era Matteo Berrettini, e vedendo i risultati il più accreditato a ripresentarsi a Milano da giocatore sembra proprio lui. Nei primi cinque tornei dell’anno il ventenne romano ha già vinto la bellezza di 17 incontri, arrivando in finale (dalle qualificazioni) al Challenger di Quanzhou. Oggi è numero 338 del mondo, ma fino a settembre non ha un punto (uno!) da difendere. Se son rose…

IL SETTORE OVER DELLA FEDERTENNIS
Qualche settimana fa abbiamo dato voce al grido d’aiuto di Stefano Torrisi, ex calciatore di Serie A che oggi – da buonissimo terza categoria – si diletta a giocare i tornei over 45 del circuito ITF. Ciò che è emerso dalle parole del 45enne emiliano è che nonostante il movimento dei veterani in Italia stia per raggiungere quota 50.000 praticanti, l’attenzione dedicata da parte della Federtennis non sia all’altezza, in primis per una mancanza di comunicazione fra le parti. “Sappiamo che c’è un consiglio che si occupa dell’attività dei veterani, ma da chi e come è composto? Quando si riunisce? Nessuno sa nulla”, ha detto Torrisi. Il punto? Da anni provano a organizzare un team, a spese proprie, per andare a rappresentare l’Italia ai mondiali a squadre, ma da anni, per un motivo o per l’altro, non gli viene permesso.

FABIO FOGNINI
La cavalcata sui campi di Crandon Park ha reso Fognini il primo italiano in grado di raggiungere per due volte una semifinale a livello Masters 1000, e anche l’unico ad averne giocata una sul cemento. Ma c’è un dato che più di tutti dà la misura del traguardo ottenuto dal ligure a Miami: in tutta la carriera era riuscito solamente una volta, ma mai a livello ATP (nel 2007 al Challenger di Santiago), a giocare sei incontri nello stesso torneo. Un risultato sinonimo di una continuità che non si era mai vista. Fino all’approdo negli States la nuova collaborazione con Franco Davin non aveva convinto del tutto, ma evidentemente serviva soltanto un pochino di tempo in più. È vero che Fabio ha avuto un tabellone molto favorevole, ma poi le partite vanno vinte, e non sempre in passato ci era riuscito. È tornato a mostrare un tennis interessante, che lascia ben sperare per l’arrivo degli amati tornei sulla terra battuta. Meglio non aggiungere altro.

KARIN KNAPP E FRANCESCO PICCARI
Fra le coppie storiche del tennis azzurro, all’altare mancavano solo Karin Knapp e Francesco Piccari, diventati moglie e marito sabato pomeriggio ad Anzio, dopo ben nove anni di fidanzamento. L’augurio è che le nozze col coach siano di buon auspicio per la carriera della tennista altoatesina, al momento ferma per l’ennesima operazione al ginocchio.
PATRICK ROSENHOLM
Se fosse successo in un grande torneo, magari a uno come Nick Kyrgios, il processo mediatico avrebbe raggiunto vette mai esplorate (nel tennis). Invece è accaduto nel piccolo Futures di Sondrio, fra due giocatori sconosciuti al grande pubblico, ed è rimasto confinato in Valtellina, con un default immediato, 500 dollari di multa, la mancata assegnazione dei punti ATP e poco altro, in attesa di sviluppi. Ma la racchettata dello svedese Patrick Rosenholm contro un telone, che è costata la perdita di due denti – poi reimpiantati – al serbo Ilja Vucic (che stazionava dietro al telone, in attesa di prendere posto), merita comunque la top-10 degli episodi più particolari accaduti nei tornei Futures italiani.

LUISANNA FODDE
Cagliaritana, 59 anni, docente d’inglese all’Università della sua città, è stata eletta vice-presidente di Tennis Europe, l’organo che si occupa – in particolare – di tutti i tornei internazionali prima dell’ITF, dall’under 12 all’under 16. Era nel board da tre anni, come presidente della Commissione Development, e alle ultime elezioni ha fatto il salto, doppiamente importante perché raggiunto da una donna, in uno sport che storicamente di donne al “governo” non ne ha avute poi così tante.

TENNIS CLUB NAPOLI
Nel 2014 si sono presi un anno sabbatico dal torneo Challenger per organizzare il trionfale week-end di Coppa Davis contro la Gran Bretagna, ma il ritorno dell’anno seguente sembrava un successo. Montepremi al massimo della categoria, entusiasmo alle stelle e ambizioni da ATP 250 sbandierate ai quattro venti. Come è finita? Nel 2016 hanno ridotto drasticamente il montepremi, e quest’anno il torneo non è in calendario. Ufficialmente a causa delle elezioni della nuova dirigenza nel periodo in cui solitamente veniva organizzato il torneo. Forse, piuttosto che non mantenerle, certe promesse sarebbe meglio non farle. O porsi ambizioni alla portata.

Le puntate precedenti:
SEMAFORO AZZURRO - Febbraio 2017
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