IL TRIPLO DEI COLPI VINCENTI
Djokovic aveva trovato un rendimento straordinario al servizio, tenendo tutti i 36 turni giocati prima della finale, senza dimenticare che veniva da 14 vittorie consecutive contro i top-10 ATP. Sin dal primo punto, tuttavia, Zverev ha mostrato coraggio e personalità. Ha preso a dettare gli scambi e, aiutato da un Nole depotenziato, lo ha quasi triplicato nel numero dei colpi vincenti (20 a 7). In particolare, è stato molto incisivo con il rovescio a due mani, sempre profondo, che ha costretto Djokovic a stazionare lontano dalla linea. A certificare la giornata magica di Sascha, il fatto che si sia aggiudicato buona parte degli scambi più lunghi, sopra i 10 colpi, solitamente terreno di caccia per Djokovic. Il tedesco era stato l'unico ad arrivare a palla break con Djokovic nei precedenti quattro match: stavolta ha fatto le cose in grande, scippando il servizio a Nole per ben quattro volte in dieci turni di battuta. “Volevo farti i complimenti per la grande settimana e la fantastica seconda parte di stagione – ha detto il vincitore, rivolgendosi a Djokovic – non hai quasi perso una partita e ti sono grato di aver perso con me proprio oggi. Tutti sanno quanto tu sia forte sul campo, ma vorrei sottolineare la splendida persona che sei. Abbiamo parlato molto, e apprezzo che tu mi abbia lasciato vincere”. A un certo punto, Sascha non smetteva più di parlare. Gli avevano persino tolto l'audio del microfono, poi ha potuto riprendere il suo discorso. Doveva riconquistare il pubblico di Londra dopo l'ingiusta tensione del giorno prima. Missione compiuta.