SIPARIETTI PER ALLONTANARE LA TENSIONE
“Dusan sta giocando in modo incredibile, sapevo che sarebbe stata dura. Non ho giocato bene nei primi tre set, ma poi ho trovato il ritmo e le cose sono andate sempre meglio. Ci sono alcune cose su cui devo lavorare, però nel finale mi sono piaciuto, anche se ero un po' stanco”. Sascha era lì lì per innervosirsi quando gli hanno chiesto cosa ha pensato dopo aver perso il terzo set. “Voi giornalisti ritenete che in situazioni del genere si pensi a chissà cosa, invece non è così. In realtà pensi soltanto a giocare, e cosa fare nel prossimo punto, magari a cambiare tattica. In fondo era come aver perso il primo in una partita al meglio dei tre set”. E allora, forse per allentare la tensione, ha iniziato con i siparietti. Quando gli hanno chiesto su cosa pensa di dover lavorare, ha detto: “Non so, magari sollevare pesi per 160 kg! No, scherzo, sto facendo tanta corsa su pista e mi aiuto con il VersaClimb”. D'altra parte, Jez Green è una garanzia per mettere a punto un fisico ben dotato ma con notevoli margini di miglioramento. E poi, lo scambio con il giornalista inglese. Quest'ultimo aveva speso parecchie parole per chiedergli se il Roland Garros può essere lo Slam della svolta, ma lui ha sviato focalizzandosi sull'accento del giornalista. “Il tennis mi piace, ma non come il tuo accento. Sono sicuro che se arriverò in finale, mi farai molte domande”. In effetti, l'idiosincrasia verso gli Slam è preoccupante. E qualcuno, osservando il match contro Lajovic, aveva temuto che potesse nascerne un complesso.