10 ANNI OLTRE IL LIMITE
A Wimbledon aveva battuto Dimitrov, ma il cemento americano ha improvvisamente restituito un giocatore vero. Ed è una bella notizia, poiché le superfici dure non sono l'ideale per le articolazioni: significa che il ginocchio è finalmente stabile. La classifica ATP lo colloca al numero 101, ma il livello espresso contro Dimitrov (battuto per la seconda volta in due mesi) fa capire che lo svizzero ha ancora qualche colpo in canna. “Sono felice per questa vittoria, ma soprattutto per il tennis che sto esprimendo – ha detto Wawrinka – penso di essermi allenato bene”. Proprio la qualità degli allenamenti, peraltro dopo aver ritrovato il coach-guru Magnus Norman (con il quale non si era lasciato benissimo lo scorso autunno), lo ha convinto a riprovarci seriamente, dopo essere stato accarezzato da sinistri propositi di ritiro. Gliel'avevano detto: il rientro sarebbe stato lungo e doloroso, senza garanzie. “Ok, ma dentro di me c'è sempre stata una piccola voce che mi diceva: 'Tu vuoi di più, non vuoi fermarti. Puoi farcela e hai bisogno di andare avanti'. E allora mi sono armato di pazienza, con la curiosità di verificare se avrei ritrovato il mio livello. In fondo, negli ultimi quattro anni prima dell'infortunio avevo vinto tre Slam, avevo giocato la finale a Parigi e stavo bene. Ero al vertice, dunque ho pensato che non avrei potuto farmi bloccare da un infortunio”. Vincere tre Slam, dunque, non è arrivato a costo zero. Probabilmente ne è valsa la pena, ma Stan ha ammesso di aver spinto tanto, forse oltre il limite, negli ultimi 10 anni. Voleva sempre di più e questo lo ha portato a esagerare con gli allenamenti. L'origine degli infortuni è tutta lì.