Sarà pure al limite, ma Palito continua a vincere

Prosegue la striscia vincente di Juan Martin Del Potro. Nella notte di Miami vince una maratona contro un ottimo Milos Raonic. “Ma sono al limite, ho dolori dappertutto, non sapevo neanche cosa dire al fisioterapista”. Goran Ivanisevic, coach del canadese, lo accusa di fare scena.

Era appena scoccata la mezzanotte quando Juan Martin Del Potro ha infilato la 15esima vittoria di fila. Per il dispendio nervoso, ancor più che fisico, è stata tra le più complicate di una serie iniziata ad Acapulco, proseguita a Indian Wells e che adesso lo vede in piena corsa per il "Sunshine Double", l'affascinante accoppiata tra i tornei di Indian Wells e Miami. Contro un Milos Raonic sempre più in palla, si è imposto 5-7 7-6 7-6. “Si è visto grande tennis ed è stata una battaglia – ha detto Del Potro – entrambi ci siamo goduti il match e il pubblico è stato fantastico, creando una grande atmosfera sul campo”. In verità, il clima era tutto per lui. A parte una bandiera canadese (peraltro autografata da Raonic) che sventolava ogni tanto, i latinos di Miami hanno fatto un gran tifo per l'argentino. L'ATP sostiene che un eventuale successo a Key Biscayne sancirebbe il primo tris di tornei consecutivi per Del Potro: è vero in parte: Nel 2008 raccolse quattro titoli consecutivi e una striscia di 23 partite (Stoccarda, Kitzbuhel, Los Angeles e Washigton) prima di arrendersi a Murray nei quarti dello Us Open. Però è vero che quei tornei non si giocavano uno dopo l'altro. “Quando scendo in campo penso sempre che potrebbe essere la mia ultima partita, quindi ho fatto un grande sforzo per darmi la possibilità di vincere. Sono contento del livello che sto esprimendo, ma ovviamente mi piacerebbe arrivare in finale”. A Indian Wells non aveva avuto grossi problemi contro Raonic, mentre stavolta ha sofferto parecchio. Come nel dodicesimo game del primo set, quando un paio di risposte del canadese gli hanno scaricato addosso una pressione che si è tramutata in un doppio fallo sul setpoint.

QUELLA VOLEE SULLA PALLA BREAK
Il secondo è rimasto “on serve” fino al 6-6, salvo poi essere sigillato da un tie-break dominato dall'argentino, con tanto di due rovesci vincenti d'alta scuola. In un clima da stadio, nel terzo è successo un po' di tutto, con quattro break consecutivi nei primi quattro game. Sembrava un match a elastico, con nessuno dei due in grado di staccare l'avversario. Ha sorpreso l'incapacità di Raonic di tenere il comando, visto che non incassava un break da ben 40 turni di servizio. Sul 2-2, il canadese ha avuto una palla break che Del Potro ha cancellato con un'incredibile volèe smorzata (un po' fortunata, a dire il vero). Nel tie-break, un bel dritto in contropiede ha portato Palito sul 3-1: è stato lo strappo decisivo. L'ennesimo vincente con il suo colpo preferito lo ha spinto in semifinale contro John Isner, con il quale è in vantaggio 6-3 negli scontri diretti. Sarà interessante vedere con chi si schiererà il pubblico. “Raonic ha giocato benissimo, molto meglio che a Indian Wells – ha continuato Del Potro – il mio principale merito è stata la capacità di non arrendermi, ma in questo ha influito anche il pubblico. Nel terzo ho faticato a rifugiarmi nel tie-break, poi però ho giocato il mio miglior tennis”. L'argentino ha ammesso di essere al lumicino delle energie. Durante il match ha chiesto l'intervento del fisioterapista: “Non sapevo nemmeno cosa dirgli, perché avevo dolore dappertutto e non ero in grado di spiegarlo. Ho dolori un po' da tutte le parti e sono al limite fisicamente”.

LA POLEMICA DI IVANISEVIC
Una risposta indiretta alle parole di Goran Ivanisevic, nuovo coach del canadese. Dopo il match, parlando con Brad Gilbert, su ESPN, lo aveva accusato di fare un po' di scena. “Del Potro si comportava come se fosse infortunato. Camminava lentamente. È un maestro nel fare queste cose, era già successo a Indian Wells, sempre contro Milos”. In effetti è una caratteristica di Delpo, peraltro nota agli avversari, quella di mandare segnali non sempre veritieri sulle sue condizioni. Ma non c'è niente di scorretto, almeno fino a quando resterà all'interno dei regolamenti. Semmai, è grave se un avversario si fa condizionare dal suo linguaggio del corpo. L'impressione è che Raonic abbia patito più il tifo contro che quanto succedeva dall'altra parte del campo. Quello di Ivanisevic, insomma, è parso uno sfogo dettato dalla delusione. Semmai può essere ottimista per il suo lavoro: reduce da una stagione tribolata, sotto la sua guida Milos Raonic sembra tornato a livelli più che accettabili. Intanto l'avventura di Del Potro va avanti. E che avventura.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – Quarti di Finale
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Milos Raonic (CAN) 5-7 7-6 7-6

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