Fognini-Seppi con gli occhi di Max Sartori

Ci siamo sempre chiesti come un coach viva un match delicato di un suo giocatore, e grazie alla disponibilità di Massimo Sartori vi raccontiamo il derby Fognini-Seppi del Roland Garros seguito da un posto super-privilegiato. Fra tattiche di gioco, indicazioni, consigli e speranze. Ride Fognini che passa in tre set e si prende il big-match con Wawrinka, ma il vero Seppi dovrebbe rivedersi già sull'erba.
ROLAND GARROS - Il derby di Massimo Sartori inizia con la ricerca del Players’ Box del Campo 17. Non ricorda dove sia, e individuarlo non è per niente facile, perché è posto in seconda fila e soprattutto… è occupato. Ma basta un secondo per prenderne possesso. Il cappellino bianco d’ordinanza, che gli è valso da Roger Federer il soprannome di “Acqua Plose” (detto con un fantastico accento tedesco), non può mancare, perché nella capitale francese è già arrivata l’estate. “Per essere a Parigi fa un caldo pazzesco”, sentenzia prendendo posto, mentre Andreas Seppi e Fabio Fognini iniziano il riscaldamento. A Parigi sono da soli, lui e il suo figlioccio portato al numero 18 del mondo, che stavolta la moglie l’ha lasciata a casa, impegnata – dice Instagram – con la discussione della tesi di laurea in psicologia. I precedenti sono curiosi: l’altoatesino ha vinto tutti i primi cinque, mentre il ligure va a caccia dell’aggancio dopo aver fatto poker nei successivi quattro. Ma il motivo è presto detto: “Seppi è sempre stato sul pezzo, mentre il primo Fognini entrava e usciva dal match davvero troppo facilmente. Poi è riuscito a limitare la cosa e ha vinto sempre lui”. E stavolta? “Stavolta farà la sua parte anche la tensione: è un derby, bisogna vedere chi saprà gestire meglio lo stress. Poi se uno sta giocando meglio riesce a portarla a casa”. Il primo game lo vince Seppi, strappando subito la battuta, ma la sensazione è che quell’uno sia Fognini. “Di sicuro in partenza è favorito lui – dice Max – perché sulla terra è più solido e ha più mano. Fossimo sull’erba, invece, direi 60/40 per Andreas”. Il fatto che parli già di erba è abbastanza indicativo delle ambizioni terraiole di Seppi, che addirittura la stagione sul rosso ha meditato di saltarla a piedi pari. “È l’unica superficie che richiede grande energia e obbliga a correre su ogni palla. Sono stato io a convincerlo a cambiare idea, gli ho detto di giocare, anche senza pretese, per gettare la base per i mesi successivi. Questa partita ci serve per capire quanto siamo in forma in vista dell'arrivo dell'erba: è là che dobbiamo fare punti, ora che Andreas mentalmente ha ritrovato un buon livello. Se oggi arriva una vittoria tanto meglio, ma va bene anche una sconfitta. Sulla terra abbiamo giocato troppo male per pensare di vincere un match importante in un torneo come questo”.
Arriva subito il contro-break, e in un batter d’occhio il punteggio recita 2-2. “Seppi (sì, lo chiama Seppi) deve cercare di chiudere Fabio sull’angolo del rovescio, per non lasciare che si sposti per colpire di diritto, e quando arriva l’occasione colpire dall’altra parte, cercando di farlo arrivare male sulla palla”. Il problema è che c’è da trovare l’equilibrio giusto, perché piuttosto che accorciare sulla diagonale e permettere a Fognini di spostarsi e decidere dove affondare il diritto, è meglio colpire lungolinea. Sul 3-2 per Fognini arrivano altre difficoltà. “Vicino, vicino”, dice Max fra sé e sé durante il quarto punto, ma la telepatia non funziona, Seppi resta un metro fuori dal campo, il suo diritto muore in rete e poco dopo arriva un altro break per l’avversario. “Per poter dare fastidio a Fabio – spiega – deve cercare di non dargli il tempo di organizzarsi, altrimenti diventa molto difficile batterlo. Però è una cosa molto complicata da fare. Fognini è un po’ come Murray o Ferrer: cercano di crearsi la situazione buona e poi provano a sfondare l’avversario. Seppi non glielo deve permettere, deve avvicinarsi al campo e se serve andare anche a rete”. Sul 5-2 Andreas serve per restare nel set, dopo il cambio palle: quattro punti rapidi e missione compiuta. “Con le palle nuove è tutto più facile”, dice Max, però il game rapido aiuta Seppi a prendere fiducia. Gioca più veloce, più sciolto, Fognini gli lascia un po’ di spazio e il break torna indietro a zero, ma è solo un’illusione. Seppi va a servire di nuovo, pecca di coraggio (nonostante l’indicazione del coach) ed è 6-4 Fognini. “Non ha un grosso feeling sulla terra, ha vinto troppo poche partite. Mi è dispiaciuto per la sconfitta contro Basilashvili la scorsa settimana a Lione. Era pronto per vincere, e aveva una bella chance per arrivare in semifinale e presentarsi qui con tre vittorie nelle gambe”.
Una breve annaffiata al campo bollente ed è secondo set, con un grazie a una nuvola che si posiziona proprio davanti al sole, offrendo finalmente un po’ di ombra. Seppi non parte male, spinge e tiene Fognini lontano dalla linea di fondo, ma Fabio è superiore. Tiene il servizio, fa subito il break e poi con due doppi falli e un altro errore prova a dare una mano al "crucco", come lo chiama lui, ma Seppi non si fa trovare pronto ed è già sotto per 3-0. Andreas sbotta: “mi dici per favore la percentuale della mia prima di servizio? Non ne metto in campo una”. Max replica: “non è quello il problema, mettici energia e stai lì, stai lì”. Hanno ragione entrambi: la prima di Seppi entra solo 2 volte su 5 (40%), ma la difficoltà è quando parte lo scambio. Andreas non riesce a mordere, e Fabio ha quasi sempre vita facile. Però è pur sempre Fognini: cala un attimo, Seppi trova finalmente la prima di servizio e per il ligure è tutto da rifare, 3-3. Seppi cerca lo sguardo di Sartori, lui allarga le braccia, come a dire “e che ci vuole?”. Fognini riaccende testa, braccio e gambe, e tiene il servizio, ma agli occhi di coach Sartori non sfugge nulla. “Ha rallentato fra un punto e l’altro. Si è accorto che stava andando un po’ fuori strada e allora si prende un po’ più di tempo per ritrovare l’equilibrio. È già un enorme passo avanti”. Fognini tiene il servizio, la nuvola sparisce. “Finita l’aria condizionata, si torna a Marrakech”, scherza Max, e tornano anche i problemi di Seppi, subito 0-40 in quello che resterà il game più lungo del match. Salva tre palle-break e si prende il “bravo Seppio” del coach, ma per arrivare al 4-4 gli serviranno altri dieci punti. “Aaaah è difficile stare calmi”, dice Andreas mentre lotta per tenere in piedi il game. “Stai lì”, gli ripete Max, ma il break è solo rimandato al 6-5. Un paio di errori e un rimbalzo cattivo condannano Seppi allo 0-40. “Pazzescoooo”, dice lui, tutt’altro che felice (già da un pezzo) delle condizioni del campo. A Fabio basta il primo set-point: le statistiche dicono che dall’inizio del match ci sono solo sei punti di differenza fra i due, ma è 2-0 Fognini.
Fabio lascia il campo per un rapido toilet break, mentre sul campo 17 arriva Bob Sinclar, grande appassionato di tennis, tanto che leggenda narra che le prime apparecchiature per diventare uno dei dj più famosi al mondo se le sia pagate proprio dando qualche lezione di tennis. Seppi parte bene nel primo game (“ora il diritto lo carica di più, una volta colpiva dall’alto verso il basso ma per vincere doveva essere in formissima”), ha una palla-break per tornare in vantaggio, ma Fognini la annulla ed è 1-0 per lui. “Questo game poteva girargli meglio”, dice Max, poco prima che sia di nuovo Andreas a perdere la battuta, ancora a zero. Altre due palle-break nel terzo game, altro game perso, il quinto consecutivo. Seppi dimentica che anche contro Tiafoe il suo avversario sembrava in totale controllo ma nonostante un vantaggio di due set e un break è finito al quinto, e sembra non crederci più. È d’accordo anche Sartori, che non apre bocca da un po’. “Come si riapre questo match? Non si riapre. Adesso bisogna scalare la Tour Eiffel per vincere questa partita, serve una motivazione enorme. Seppi riesce almeno a evitare il doppio break, si prende un paio di “bravo” e accorcia sul 3-1. Il game seguente può diventare importante, ma Fognini non fa scherzi, sale 4-1 e sul 17 cala il silenzio. Si sentono solamente gli urletti di Elena Vesnina sul campo vicino, la metropolitana che passa dietro al campo e Seppi che si complimenta con sé stesso: “bravo, questo game l’hai giocato da under 12”. Ne vince un altro, ma Fognini non sbaglia quasi più. Andreas va a servire per restare nel match, Max guarda l’orologio: sono le 16.49, il match ha passato da poco le due ore. Tiene la battuta, pareggiando almeno il conto degli ace (4/4), ma nel game successivo Fognini non gli lascia neanche quella soddisfazione, sparando il quinto in extremis, proprio nell’ultimo punto. Il giudice di sedia non fa nemmeno in tempo a recitare il “jeu, manche et match Fognini” che Max è già pronto a correre via, per anticipare gli spettatori ed evitare la ressa all’uscita dal campo. Seppi lo seguirà poco dopo, in fretta, a testa bassa, mentre per Fognini ci sono autografi, selfie e Stan Wawrinka, in un terzo turno parigino che gli mancava da ben tre anni.

ROLAND GARROS – Secondo turno maschile
Fabio Fognini (ITA) b. Andreas Seppi (ITA) 6-4 7-5 6-3
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