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I segnali positivi di Murray: vincere aiuta a vincere

Il suo “miglior match dell’anno sulla terra”, vinto contro Del Potro, ha aiutato Andy Murray ad alzare il livello. Batte Karen Khachanov in tre set, vince la sua 650esima partita in carriera e per la prima volta nel 2017 si regala i quarti di finale fra Slam e Masters 1000. Difficilmente lo vedremo alzare la Coppa dei Moschettieri, ma in finale ci può arrivare.
Può, il numero uno del mondo che arriva ai quarti di finale di un torneo del Grande Slam, rappresentare una notizia? Sì se quel numero uno è Andy Murray, che nel 2017 fra Australian Open e quattro Masters 1000 non ci era ancora riuscito. Ce l’ha fatta al Roland Garros, battendo per 6-3 6-4 6-4 quel Karen Khachanov che ha portato la Next Gen alla seconda settimana superando Berdych e Isner, ed è diventato il più giovane regalarsi gli ottavi nella capitale francese da ben otto anni a questa parte. Andare oltre poteva essere un’idea contro il Murray visto nelle prime due uscite parigine, meno contro quello che si è trovato di fronte sul Philippe Chatrier, di nuovo sereno nel body language, preciso al servizio e ottimo in risposta. Il “Brit” ha mostrato una superiorità tale che gli ha permesso anche di rilassarsi in un paio di frangenti, lasciandosi riprendere da 3-1 a 3-3 nel secondo set e da 4-2 a 4-4 nel terzo. Ma il fatto che per due volte piazzato un nuovo break nel gioco seguente, andando a prendersi la vittoria numero 650 in carriera, la dice lunga sul margine che avesse nei confronti dell’avversario. E quello sì fa notizia, visto che di margine negli ultimi mesi ne aveva mostrato ben poco, crollando molto spesso alla prima difficoltà. Le battaglie della prima settimana, e il match con Del Potro vinto in tre set giocando meglio tutti i punti importanti, gli hanno dato un po’ di quella benzina che cercava da mesi, e ora il suo torneo può farsi sempre più interessante. Perché sarà super favorito contro uno fra Kei Nishikori e Fernando Verdasco, ma soprattutto perché più che di tennis aveva bisogno di fiducia, e a Parigi ne ha raccolta forse più che nei cinque mesi precedenti. Dopo il successo contro Diego Schwartzman, Novak Djokovic ha detto che di solito quando vince certi match poi riesce ad arrivare in fondo. Un discorso simile vale per Murray: ha lottato, si è salvato (specialmente contro Klizan) e nelle difficoltà ha trovato la capacità di rinforzarsi.
FAVORITO PER LA FINALE NELLA PARTE ALTA?
Ogni match sento di giocare meglio – ha detto lo scozzese in conferenza stampa – perché colpisco meglio la palla e ho iniziato a fare la cosa giusta nei momenti giusti. Ho chiaro il mio schema di gioco, e ogni volta che ho perso il servizio ho fatto il break nel game successivo, come già nel secondo set contro Del Potro. È un aspetto molto positivo”. Magari Murray non meriterà il numero uno nel mondo nella stessa epoca di Federer, Nadal e Djokovic (anche se la vetta non gliel’ha regalata nessuno), ma sicuramente merita di stare appena dietro, dove è sempre stato nell’ultimo decennio, e non al numero 13 della classifica stagionale. Chiacchierando agli Internazionali d’Italia con Emilio Sanchez, uno che ha contribuito parecchio alla formazione del campione britannico (passato dalla sua accademia di Barcellona negli anni della crescita), è emerso che secondo il celebre coach spagnolo quello di Murray si tratta soprattutto di un problema legato alle troppe energie spese negli ultimi due anni. Nel 2015 ha giocato fino a fine novembre per la finale di Coppa Davis, e meno di un mese dopo era di nuovo in campo, mentre nella seconda parte della scorsa stagione si è spremuto come un limone per vincere tutto ciò che poteva e scippare la leadership a Novak Djokovic. A detta di Sanchez ne sta solamente pagando le conseguenze a livello fisico e mentale. Magari le pagherà ancora, ma è indubbio che prima o poi si debba rialzare, e questo Roland Garros gli può dare una bella mano, anche perché le tre insidie principali (Nadal, Thiem e Djokovic) sono finite nella parte bassa. I bookmaker continuano a dare più probabile una finale di Wawrinka, ma il + 15 fra vincenti (29) e gratuiti (15) del match con Khachanov dice che sul fronte Murray qualcosa si è mosso. E continua a muoversi.

ROLAND GARROS UOMINI – Ottavi di finale
Andy Murray (GBR) b. Karen Khachanov (RUS) 6-3 6-4 6-4
Kei Nishikori (JNP) b. Fernando Verdasco (ESP) 0-6 6-4 6-4 6-0
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