WIMBLEDON E IL NUOVO APPROCCIO
Risalito al numero 3 della Race to London, superando anche Alexander Zverev, il serbo si è risollevato dopo un disastroso inizio di stagione (6 sconfitte nelle prime 9 partite). Aveva dato buoni segnali già sulla terra battuta, poi dopo la sconfitta a Parigi contro Marco Cecchinato ha raccolto 19 vittorie e 2 sconfitte. “La vittoria a Wimbledon ha cambiato il mio approccio ai tornei di Toronto e Cincinnati. Avverto molta più fiducia, avevo solo bisogno di mettere qualche partita nelle gambe. Non avevo giocato troppo bene a Toronto, ma sentivo che con 2-3 partite in più le cose sarebbero andate meglio. In questo momento sono felice, orgoglioso e soddisfatto. A Cincinnati ci avevo provato per cinque volte, ma non ce l'avevo fatta. Ho continuato a venire e, sinceramente, ogni volta avvertivo una pressione maggiore. Adesso sono molto appagato”. Non può dire lo stesso Roger Federer: gli hanno chiesto un parere sulla scarsa prestazione nei colpi di inizio gioco: in particolare, ha raccolto appena il 47% di punti con la seconda palla, ed è stato quasi innocuo – a sua volta – sulla seconda di Djokovic. “Oggi non bisogna parlare di questo, ma del fatto che Novak ha fatto la storia. Ha assolutamente meritato di vincere, non voglio neppure cercare i motivi per cui ho giocato così. Ho trascorso una buona settimana, ma sono felice che sia finita e ho bisogno di riposare”. Non avrà molto tempo: tra qualche giorno inizierà la preparazione per un torneo che non vince da dieci anni. L'ultimo successo allo Us Open risale al 2008. “Ma spero di essere in grado di fare ancora una volta qualcosa di speciale”. I favoriti sono Djokovic e Nadal, ma King Roger non può mai essere sottovalutato. Oggi, tuttavia, è il gran giorno di Novak Djokovic. Anzi, il suo Golden Day.