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Marco Caldara
16 November 2017

Vince Nadal: la Bachelot dovrà risarcirlo

L’ex ministra francese Roselyne Bachelot è stata condannata dal tribunale parigino a risarcire Rafael Nadal, che aveva accusato di non aver superato un controllo antidoping. Il numero 1 ATP l’aveva querelata per diffamazione, chiedendo 100.000 dollari di risarcimento. Ne riceverà soltanto 10.000, ma la cifra non conta: l’importante era dimostrare che chi accusa senza prove non la passa liscia.
Il ginocchio dolorante ha costretto Rafael Nadal a dire addio in anticipo alle ATP Finals di Londra, non permettendogli di ritoccare in positivo i suoi ben 67 successi stagionali. Tuttavia, per il numero uno del mondo è appena arrivata una vittoria preziosa fuori dal campo. Gliel’ha regalata in mattinata il tribunale di Parigi, che ha condannato l’ex ministra francese Roselyne Bachelot a risarcirlo di 10.000 dollari (più le spese legali) per le frasi pronunciate il 10 marzo del 2016, ritenute diffamatorie dalla corte. Durante la trasmissione televisiva Le Grand 8 del canale francese D8, la Bachelot – che oggi lavora fra radio e tv, come speaker, conduttrice e opinionista – disse che lo stop di “Rafa” nel periodo 2012-2013 non fosse dovuto a un infortunio, ma serviva in realtà a celare una sospensione ricevuta per un controllo anti-doping fallito. L’ITF prese subito le distanze, smentendo il tutto, ma le scuse dell’ex ministra non arrivarono (e non sono mai arrivate) e Nadal decise di agire, perché “stufo di accuse false e denigratorie. Il maiorchino ha presentato una querela per diffamazione il 25 aprile del 2016, affidando l’incarico al legale Patrick Maisonneuve. L’udienza si è tenuta il 17 luglio 2017 (senza che fossero presenti né l’uno né l’altra), e la decisione è arrivata come previsto a quattro mesi di distanza. La sparata televisiva costerà alla Bachelot un totale di 12.500 euro: 500 di multa, 2.000 di spese legali e 10.000 di risarcimento per Nadal, che sin dall’inizio ha promesso di devolvere l’intera cifra in beneficienza, a un’associazione di charity che opera sul territorio francese.
NON CONTA LA CIFRA, CONTA IL MESSAGGIO
​Roselyne Bachelot è un personaggio molto noto in Francia, perché nella sua carriera politica si è occupata della guida di ben tre ministeri diversi. Dal 2002 al 2004 è stata Ministra dell’Ecologia nel governo Chirac, dal 2007 al 2010 Ministra della Salute e dello Sport sotto Nicolas Sarkozy, e dal 2010 al 2012, sempre nel governo Sarkozy, ha guidato il dicastero alla Solidarietà e alla Coesione Sociale. Per questo le sue parole anno avuto da subito una grande risonanza, addirittura sorprendente secondo la diretta interessata. “Non solo ho intenzione di difendere la mia integrità e la mia immagine di atleta – disse Nadal al tempo della querela – ma anche i valori che ho portato avanti nella mia carriera. Vorrei evitare che qualsiasi personaggio pubblico possa insultare e pronunciare false accuse contro un atleta utilizzando i mezzi di comunicazione, senza prova né fondamento, restando impunito”. L’avvocato di Nadal ha fondato la difesa sui potenziali risvolti negativi dell’affermazione diffamatoria, spiegando che poteva avere conseguenze anche nei rapporti con gli sponsor. Olivier Chappuis, avvocato della Bachelot, ha invece spiegato che l'affermazione della sua assistita era basata sulle dichiarazioni di altri giocatori come Cristophe Rochus e Daniel Koellerer, che dopo il ritiro avevano manifestato dubbi sull'integrità di Nadal. Una giustificazione che non ha convinto la corte, ma è bastata alla Bachelot per cavarsela con “soli” 10.000 di risarcimento, somma dieci volte inferiore ai 100.000 chiesti di Nadal. Tuttavia, la cifra contava molto poco: per Nadal l’importante era vincere la battaglia legale, per dimostrare che le accuse ingiustificate si pagano. Ce l’ha fatta.
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