Riccardo Bisti
19 December 2017

Rafa Nadal diventa icona gay... a teatro!

La rappresentazione teatrale “The Rafa Play” narra la love story tra il n. 1 ATP e un personaggio immaginario. Un esperimento che ne alimenta l'immagine di sex symbol, anche se in modo decisamente originale. “Non l'ho rappresentato come omosessuale, ma come icona gay” dice il regista Peter Gil-Sheridan.

Oltre a essere un grande campione, Rafael Nadal è un sex symbol. Sin da teenager, la sua aria da macho latino ha affascinato migliaia di ragazzine. Ad alimentare il mito, un paio di campagne pubblicitarie in cui ha sponsorizzato capi intimi griffati Giorgio Armani e Tommy Hilfiger. C'è poi stato il famoso videclip con Shakira, in cui una moltitudine di uomini avrebbe voluto essere al suo posto (così come tante donne avrebbero aspirato al ruolo della cantante colombiana). Il Rafa-Fascino resiste ancora oggi, sia pure con qualche anno in più e capello in meno. Quest'ultimo problema sarebbe stato risolto da un trapianto effettuato l'anno scorso. Tuttavia, Rafa non era mai stato raffigurato come nella rappresentazione teatrale “The Rafa Play”, scritta da Peter Gil-Sheridan e diretta da Morgan Could. Il regista, utilizzando un personaggio principale che prende spunto da se stesso, immagina di ottenere un lavoro presso gli uffici ATP di Ponte Vedra Beach e di intraprendere una vivace love story con Nadal. Insomma, il numero 1 del mondo viene utilizzato come icona gay. “La fantasia non è mai stata di trovarmi a Maiorca con Nadal, ma che tornassi a New York raccontando la mia vita” ha detto Gil-Sheridan. Inutile ribadire che Rafa non è omosessuale ed è fidanzato da moltissimi anni con Maria Francisca Perello. In alcune interviste, ha anche detto che gli piacerebbe mettere su famiglia, ma soltanto dopo il ritiro. Tuttavia, in “The Rafa Play” viene caricaturato in modo surreale, tanto da essere circondato da personaggi incredibili, tra cui un gatto con un occhio solo. Secondo Gil-Sheridan, non c'è nulla di biografico. La figura di Nadal funziona esclusivamente come simbolo. “Molti tennisti hanno questa funzione, come Serena Williams. Ma chi è la Serena donna rispetto alla Serena simbolo? Penso che sia la stessa cosa per Nadal. Per me, che sono gay, è l'ideale maschile che sto cercando. Infatti non viene dipinto come un omosessuale, bensì come un'icona gay”.

SOLTANTO FANTASIA
Nadal viene impersonato dall'attore Juan Arturo, che si professa suo tifoso sin dai tempi della medaglia d'oro a Pechino 2008. A suo dire, ha dovuto lavorare parecchio per fare sì che la sua immagine del tennista fosse qualcosa che "riconciliasse il pubblico con l'attuale essenza umana”. Ha osservato diversi match per assumere i tanti tic del giocatore, oltre a lavorare in palestra. “Un tipo di lavoro che mi ha aiutato molto, perché i frequentatori delle palestre hanno un modo diverso di comportarsi con se stessi e con gli altri. Mi ha aiutato a trovare la mia strada nell'intepretazione del personaggio”. Non ha una particolare somiglianza fisica con Nadal, eppure la sua figura spicca nella rappresentazione. Nel secondo atto, dopo l'idillio amoroso del primo, lo sceneggiato si sposta a Maiorca, casa Nadal, dove emerge l'incompatibilità della coppia e Peter (interpretato da Olli Haaskivi) si scontra con la madre di Nadal (Annie Henk). Gil-Sheridan tiene a precisare che il tutto si è sviluppato nella sua mente e che non ci sono allusioni alla realtà. “Io sono un drammaturgo e lui non è nemmeno gay – dice – il Nadal che si vede nel primo atto è una grande invenzione della mia immaginazione”. La relazione si sgretola rapidamente quando emergono i tanti impegni richiesti a un atleta d'elite. I regista non ha preso contatto né con il giocatore e nemmeno con il suo entourage per lo svolgimento dell'opera.

IMPORTANTI TUTELE LEGALI
Negli Stati Uniti, satira e parodia (specialmente di personaggi pubblici) sono ben protetti da denunce per diffamazioni o cose del genere. Nel corso della rappresentazione, il finto Nadal ricorda la durezza della vinta nel tour, citando i crampi ai polpacci “che mi fanno collassare sotto i tavoli”. L'allusione è l'incidente avvenuto durante una conferenza stampa allo Us Open 2011, quando Rafa fu improvvisamente colpito dai crampi mentre parlava con i giornalisti. Tuttavia ci sono alcuni passaggi poco realistici, per non dire grossolani. Per esempio, a un certo punto lo si vede con una maglia del Manchester United griffata Adidas: uno scenario impossibile per il vero Nadal, tifoso del Real Madrid e storico testimonial Nike. Il tennis è uno sport che ben si presta a narrazioni di questo tipo, sia al cinema che a teatro: basti pensare ai recenti film sulla Battaglia dei Sessi e sulla rivalità tra Bjorn Borg e John McEnroe.Oggi sopraggiunge, a teatro, uno spettacolo che si è garantito un po' di notorietà (non molta, a dire il vero) grazie a un campione di fama mondiale. Se negli Stati Uniti il diritto di parodia è un principio inscalfibile, anche in Europea è difficile cadere in sanzioni. Tutti i grandi paesi accettano di buon grado la parodia, anche a costo di scontentare qualche vip. Tuttavia, la legge sembra abbastanza chiara e liberale. Soltanto in Francia, qualche anno fa, ci fu una condanna per “parassitismo”, mentre erano cadute tutte le accuse sulla violazione del diritto d'autore. Per fortuna, una piccola limitazione in un mare di libertà. E siamo sicuri che Rafa non se la sia presa troppo per questa storia. Sono ben altre le cose che gli danno fastidio. Per informazioni, chiedere a Roselyne Bachelot.

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