Oltre a essere un grande campione, Rafael Nadal è un sex symbol. Sin da teenager, la sua aria da macho latino ha affascinato migliaia di ragazzine. Ad alimentare il mito, un paio di campagne pubblicitarie in cui ha sponsorizzato capi intimi griffati Giorgio Armani e Tommy Hilfiger. C'è poi stato il famoso videclip con Shakira, in cui una moltitudine di uomini avrebbe voluto essere al suo posto (così come tante donne avrebbero aspirato al ruolo della cantante colombiana). Il Rafa-Fascino resiste ancora oggi, sia pure con qualche anno in più e capello in meno. Quest'ultimo problema sarebbe stato risolto da un trapianto effettuato l'anno scorso. Tuttavia, Rafa non era mai stato raffigurato come nella rappresentazione teatrale “The Rafa Play”, scritta da Peter Gil-Sheridan e diretta da Morgan Could. Il regista, utilizzando un personaggio principale che prende spunto da se stesso, immagina di ottenere un lavoro presso gli uffici ATP di Ponte Vedra Beach e di intraprendere una vivace love story con Nadal. Insomma, il numero 1 del mondo viene utilizzato come icona gay. “La fantasia non è mai stata di trovarmi a Maiorca con Nadal, ma che tornassi a New York raccontando la mia vita” ha detto Gil-Sheridan. Inutile ribadire che Rafa non è omosessuale ed è fidanzato da moltissimi anni con Maria Francisca Perello. In alcune interviste, ha anche detto che gli piacerebbe mettere su famiglia, ma soltanto dopo il ritiro. Tuttavia, in “The Rafa Play” viene caricaturato in modo surreale, tanto da essere circondato da personaggi incredibili, tra cui un gatto con un occhio solo. Secondo Gil-Sheridan, non c'è nulla di biografico. La figura di Nadal funziona esclusivamente come simbolo. “Molti tennisti hanno questa funzione, come Serena Williams. Ma chi è la Serena donna rispetto alla Serena simbolo? Penso che sia la stessa cosa per Nadal. Per me, che sono gay, è l'ideale maschile che sto cercando. Infatti non viene dipinto come un omosessuale, bensì come un'icona gay”.