Racchetta col turbo? Tutto merito della polarizzazione

Due racchette identiche per peso e bilanciamento possono reagire in campo molto diversamente tra loro, e questa differenza si deve a una diversa “polarizzazione delle masse”. Sapete di cosa si tratta?

Felix Auger-Aliassime. Foto Ray Giubilo

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Da qualche anno a questa parte, nel campo delle racchette da tennis si è iniziato a parlare in modo sempre più insistente di polarizzazione delle masse, alcune volte in modo confuso, altre in maniera “tecnico-esoterica”, legando però quasi sempre questa grandezza al concetto di potenza del telaio. Vediamo di fare un po’ di chiarezza su una questione su cui si sta concentrando la ricerca e lo sviluppo degli attrezzi negli ultimi anni, introducendo materiali assolutamente innovativi ed espedienti che consentono di portare al limite il concetto stesso di distribuzione delle masse e massimizzazione delle prestazioni in base al peso.

A dire il vero però, la polarizzazione e/o depolarizzazione dei telai ha origini tutt’altro che moderne. Ha avuto inizio, in modo più o meno consapevole, con le operazioni di “customizzazione” dei telai per i giocatori professionisti, in base alla disposizione di piombo e silicone prescelta in funzione delle necessità, dell’attrezzo utilizzato e, più importante, in base ai riscontri diretti forniti dal campo.

Letteralmente polarizzare un telaio vuole dire disporre le masse della racchetta in modo periferico rispetto al proprio asse baricentrico o, in altre parole, allontanare le masse dal punto mediano di una racchetta.

Nella fattispecie quindi si polarizza quando si colloca massa in testa e al manico della racchetta, mentre al contrario si depolarizza quando si pone massa in posizione mediana, in prossimità del cuore della racchetta.

Le operazioni di polarizzazione o depolarizzazione possono essere condotte in fase di progettazione del telaio, studiando opportune distribuzioni di massa (layering) e di rigidezza del materiale (modulo elastico del carbonio), oppure in fase di customizzazione, mettendo mano al telaio, con una personalizzazione operata ad hoc per mano di un esperto “racquet technician”.

Ma che effetti ha sulla giocabilità di un attrezzo una configurazione polarizzata o depolarizzata? Consideriamo due racchette dello stesso tipo, marca e modello, identiche per peso e bilanciamento. A prima vista ci verrebbe da dire che siamo in presenza di due racchette del tutto identiche dal punto di vista del comportamento statico e dinamico, ma... se prendiamo in considerazione una differente distribuzione delle masse all’interno del telaio, cambia tutto! Avranno, è vero, lo stesso peso e lo stesso bilanciamento, dunque saranno identiche dal punto di vista statico, ma possederanno un’attitudine dinamica al gioco completamente differente.

Ad esempio prendiamo in considerazione una coppia di racchette: la prima da 320 grammi finita, con bilanciamento 320mm e con distribuzione delle masse in testa ed al manico; la seconda con il medesimo peso, il medesimo bilanciamento ma con distribuzione delle masse concentrata nella parte centrale. Cosa cambia?

Be’, sono due telai sostanzialmente differenti in fase dinamica e infatti possiamo ipotizzare un’inerzia di circa 310-315kgcmq per la prima, in configurazione polarizzata, e di 290-300kgcmq per la seconda in configurazione de-polarizzata.

Il primo telaio, dotato di un’inerzia maggiore, possederà maggiori doti di potenza e pesantezza di palla, una minore maneggevolezza ma trasmetterà maggiore stabilità nei colpi decentrati.

Il secondo telaio, dotato di inerzia inferiore, avrà minori doti di potenza accompagnata però da una accresciuta maneggevolezza, nonché un’apprezzabile pienezza e solidità in fase di impatto grazie alla vicinanza fra massa battente e baricentro.

Se siamo giocatori di fondo alla ricerca di profondità, potenza, rotazioni e stabilità, potremo optare per una configurazione polarizzata, ma se invece vogliamo ottenere maneggevolezza, pienezza di impatto e quella sensazione di “palla sulla mano” tipica dei telai classici e pieni, dovremo optare per la seconda configurazione.

Come fare a determinare la polarizzazione di un telaio o quantomeno a stabilire se siamo in presenza di una racchetta con distribuzione delle masse di tipo omogeneo, polarizzata o depolarizzata?

Studiando le caratteristiche meccaniche e dinamiche dei telai ho messo a punto, nel corso del tempo, un sistema rapido e piuttosto semplice che consiste di confrontare il valore del momento di inerzia teorico della racchetta (SwW*) dato dal prodotto della massa per il bilanciamento al quadrato (mb 2 ), con il valore reale (SwW) desumibile da un’analisi effettuata con un rilevatore di inerzia.

Dal rapporto fra questi due valori, variabile in condizioni standard da un minimo di 0,85 a un massimo di 1,00, è possibile stabilire il “polar-rate” (in altri termini, la quota di polarizzazione) di un telaio, che sarà tanto più polarizzato quanto più il valore reale dello swingweight sarà prossimo a quello teorico.

Ma qual è il telaio più adatto a noi e alle nostre caratteristiche? Le indicazioni generali sono piuttosto semplici e fanno riferimento alla tipologia di gioco.

Sei un giocatore che ama accelerare la palla, imprimere forti rotazioni in topspin, contrattaccare e forzare da fondo? Allora sei il classico giocatore da telaio moderno, medio-leggero con configurazione delle masse polarizzate.

Sei un giocatore a tutto campo con prese non estreme, che ama giocare il back, il chop, variare il colpo appoggiandosi sulla palla dell’avversario per venire a rete a giocare la voleée? Allora sei un giocatore da telaio classico, di peso medio-elevato e configurazione de-polarizzata.

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