Riccardo Bisti
29 November 2018

Quel mare di soldi a cui non si può rinunciare

Il maxi-montepremi messo in palio dalla Coppa Davis targata Kosmos fa gola a tanti. “Non posso permettermi di rinunciare a 150.000 dollari” dice Robin Haase: pur non apprezzando la riforma, dirà sì alle convocazioni. La federtennis olandese si lamenta delle perdite nell'organizzazione di vecchi match... però fa un pensierino alle finali di Fed Cup.

La Davis è diventata una questione di soldi. Il maxi-montepremi stabilito da Kosmos elargirà parecchio denaro ai giocatori e alle loro federazioni, senza che queste debbano intervenire in prima persona per pagare i tennisti. Per questo, probabilmente, la settimana di Madrid sarà piena di giocatori di fascia medio-alta, quelli che non possono permettersi di rinunciare a un sostanzioso bonifico. La confessione arriva da Robin Haase, ragazzo schietto, che ha ben descritto quello che succederà dal 2019. Il numero 50 ATP non ama la nuova formula e, ai tempi della riforma, aveva ben descritto i suoi sentimenti in un post pubblicato su Twitter. “Ho sempre giocato a tennis perché è la mia passione. Ok, molti giocatori possono guadagnarsi da vivere e lo faccio anch'io. Tuttavia, non è la ragione per cui ho iniziato. Ed è sempre stato un onore rappresentare il mio Paese”. I numeri lo certificano: Robin gioca in Davis dal 2006 e ha messo insieme 56 partite, con un bilancio di 34 vittorie e 22 sconfitte. Tuttavia, la piramide economica del tennis è sempre più ripida: secondo Haase, i primi 20 possono permettersi di rinunciare ai quattrini di Kosmos, ma tutti gli altri no. Per questo, se l'Olanda dovesse qualificarsi alla fase finale (per riuscirci dovrà battere la Repubblica Ceca a Ostrava: complicato, ma non impossibile), andrà a Madrid per le Davis Cup Finals. Lo farà per la bandiera, certo, ma soprattutto per soldi. “Ogni giocatore ha la garanzia di intascare di circa 150.000 dollari. Non mi trovo nella posizione di rifiutare una cifra simile – ha detto – può permetterselo qualcuno dei primi venti, ma io no”. E stiamo pur sempre parlando di un giocatore che ha intascato quasi 6 milioni e mezzo di dollari in carriera (lordi), quasi un milione nel solo 2018.

CIFRE IMPORTANTI
Ancora prima dell'Assemblea di Orlando vi avevamo rivelato la prevista distribuzione del montepremi. L'intera competizione metterà in palio circa 23 milioni di euro, con un tariffario ben preciso: due terzi ai giocatori, un terzo alle federazioni. La squadra vincitrice porterà a casa 2,1 milioni di dollari da suddividere tra i cinque giocatori, mentre 1,06 andrà alla federazione. La sola qualificazione alle fasi finali di Madrid garantirà 515.000 euro ai giocatori e 256.000 alle federazioni. La cifra di cui parla Haase, dunque, diventerà realtà soltanto in caso di qualificazione. Ogni giocatore prenderà 103.000 euro, che potrebbero diventare 129.000 se i convocati dovessero essere quattro e non cinque. In questo caso, i calcoli di Haase sarebbero corretti: 129.000 dollari equivalgono a poco più di 146.000 dollari. In effetti, una cifra difficile da ignorare. Difficile trovare altri stimoli per andare a Madrid a fine novembre. Haase ritiene che l'ITF abbia scopiazzato il format dall'ATP, che aveva già previsto da tempo il varo dell'ATP Cup. “È scandaloso come si sia sviluppato il processo – dice Haase – ITF e Kosmos hanno effettuato le riforme in fretta e furia per restare al passo con l'ATP e il denaro è stato messo in palio troppo rapidamente. Temo che la nuova Davis si terrà per 1-2 anni, ma se poi le cose dovessero andare male?”. È il timore di molti, anche se molte federazioni dovrebbero beneficiare di un sostanzioso gettito di denaro fresco.

Erik Poel, general manager della federazione olandese

SOGNO FED CUP IN OLANDA
Per questa ragione, Erik Poel ha votato sì al Annual General Meeting di Orlando. In Olanda, la figura del presidente è ritenuta vecchia, stantia e soprattutto onorifica. Per questo, il numero 1 federale è il General Manager. Anche Poel si è soffermato su una questione che sembra stare molto a cuore alle federazioni: il timore di perdere soldi. “Sul piano sportivo speri sempre di giocare in casa, ma non su quello economico. Tra Coppa Davis e Fed Cup, ci sono stati anni in cui abbiamo raccolto fino a 400.000 euro di perdita”. A quanto pare, le spese organizzative erano un problema per diverse federazioni. Tuttavia, c'erano vari sistemi per ovviare al problema, senza la necessità di sventrare la competizione. Al di là di questo, Poel ha detto che il calendario del 2019 è già deciso, mentre ATP e ITF torneranno a parlarsi in vista del 2020. La federtennis olandese sta seguendo con interesse l'evoluzione della Fed Cup: l'idea di ITF e Kosmos è fare qualcosa del genere anche per la competizione femminile. In quel caso, l'Olanda sarebbe interessata ad aggiudicarsi l'evento. “Se in futuro dovesse essersi una possibilità simile, non mancheremo di provarci – ha concluso – vista l'attuale popolarità di Kiki Bertens, sarebbe una grande opportunità per noi”. Ma come, non avevano i soldi per organizzare delle singole partite e adesso puntano alle eventuali finali di Fed Cup?

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