Riccardo Bisti
16 February 2018

Quando Dominic Thiem cambiò il suo rovescio

In un filmato realizzato per l'ATP, l'austriaco racconta di quando modificò il movimento del suo rovescio, passando dalla soluzione bimane al tradizionale colpo a una mano. “Fu un processo lungo, durato qualche mese e senza risultati immediati. Ma col senno di poi posso dire che è stata la scelta giusta”.

Uno dei gesti tecnici più eleganti del gioco del tennis è il rovescio a una mano. Quasi scomparso in campo femminile (anche se esistono alcune valide eccezioni), gode di parecchi interpreti di livello nel circuito maschile. Tra gli esponenti più rappresentativi c'è Dominic Thiem: impegnato al torneo ATP di Buenos Aires, dove è testa di serie n.1, l'austriaco ha raccontato la genesi del suo colpo. Fu una scelta rischiosa, poiché da bambino utilizzava la soluzione a due mani. Un'intuizione di coach Gunther Bresnik lo convinse a cambiare la dinamica del movimento. “Non fu un passaggio semplice, fatto da un giorno all'altro – racconta Thiem – è stato un processo lungo, durato qualche mese. Mi portò via mezza stagione. In allenamento giocavo il rovescio a una mano, mentre in partita continuavo a tirarlo a due. Per un periodo ho mischiato entrambe le soluzioni, ma una lenta transizione mi ha portato al colpo attuale. Nelle prime settimane fu molto complicato, perché tutti gli avversari mi giocavano da quella parte. Il nuovo colpo mi impediva di essere aggressivo e commettevo molto più errori che con quello a due mani”. Con il tempo sono arrivati gli automatismi: si vede a occhio nudo che si tratta di un colpo costruito, ma oggi è regolare, completo (utilizza anche lo slice) ed è molto potente.

SCARSI RISULTATI, MA POI...
Il cambio definitivo è arrivato quando Dominic aveva 12 anni. “Penso che sia stato il periodo perfetto per farlo”. Ripensando a quegli anni, Thiem non ricorda come fosse la tecnica del suo colpo bimane, ma è consapevole che fosse sbagliata. Il suo coach ha optato per il cambio anche pensando al tipo di giocatore che stava costruendo. “Il rovescio a una mano consente di giocare lo slice e fare più cose rispetto alla soluzione bimane”. I nuovi materiali e il progresso hanno reso il gioco molto più potente. Da ragazzini, quando si deve ancora sviluppare la muscolatura, il rovescio a due mani può dare qualche risultato in più. Non a caso, tanti bambini iniziano così perché riescono a sostenere meglio il peso della racchetta. Con il processo inverso, Thiem ha pagato dazio: “Quando aveva 14-15 anni non avevo buoni risultati, specie rispetto a prima. Però oggi posso dire che è stata la decisione corretta”. Nella notte italiana, Dominic mostrerà il suo rovescio nei quarti di Buenos Aires contro Guido Pella, suo avversario al recente Australian Open. In quella partita, l'austriaco tirò un clamoroso tweener, forse il colpo più bello del torneo. Nell'economia del suo tennis, tuttavia, il rovescio è decisamente più importante.

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