QUELLA RICHIESTA DI ACCREDITO
La faccenda non è piaciuta all FIT, che ha raccontato la propria versione dei fatti tramite i suoi organi di comunicazione, il sito federale e la TV SuperTennis. Sia pur usando termini meno accesi, la replica è stata altrettanto pungente. I fatti: il 10 aprile, il CODACONS chiedeva un accredito per Vincenzo Rienzi, "quale avvocato del Codacons sempre accorto alle problematiche connesse al mondo dello sport ed alla tutela degli utenti consumatori". “Abbiamo rilevato prezzi troppo alti all'interno del Foro Italico” avrebbe poi detto Rienzi Sr. La richiesta è stata negata perché la FIT di Binaghi porta avanti, da anni, una lodevole battaglia contro la perniciosa tradizione dei biglietti omaggio. Una volta ricevuto il rifiuto della richiesta di accredito, e dopo la presentazione del torneo, il CODACONS ha fatto partire le invettive anti-tennis. Giulio Andreotti avrebbe certamente pensato a un rapporto di causa effetto tra i due episodi, tenendo conto che Vincenzo Rienzi è figlio dello stesso Carlo. Ovviamente, il diretto interessato ha smentito. Secondo le sue parole, il figlio “non c'entra niente” con la sua presa di posizione. L'avvocato Vincenzo Rienzi “si occupa dello sport giovanile per la nostra associazione, credo che sia un appassionato di tennis. La presenza in queste manifestazioni, non solo agli Internazionali, è stata estremamente importante per segnalare cose che non andavano. Nel villaggio del tennis abbiamo rilevato prezzi esagerati, noi andiamo lì per controllare, non possiamo pagare per entrare. Se servirà, pagheremo il biglietto. Abbiamo sempre fatto richiesta di accredito, non di biglietti omaggio: è un'entrata di servito, la FIT è capocciona”. Insomma: da una parte, la Federtennis lascia intendere che il CODACONS avrebbe cercato di ottenere un ingresso gratuito, magari per dare un'occhiata alle partite (esplicita domanda fatta dall'intervistatore di SuperTennis a Rienzi): una volta ricevuto il diniego, il CODACONS avrebbe fatto un dispetto con la denuncia citata qualche riga fa. Una roba del tipo: “Non mi offri il caffè al tuo bar? Bene, provo a non fartene aprire un altro”. Da parte sua, il CODACONS insiste nel sostenere che si tratta di un'entrata “di servizio” per vigilare e lavorare. Lo stesso Carlo Rienzi ha detto, a telecamere accese, che né lui (che riceve accredito stampa in quanto iscritto all'albo dal 1986), né il figlio vanno a vedere le partite.