Per anni, Sopot è stata la città-simbolo del malaffare tennistico. E pensare che nel 2004 ospitò il primo successo ATP di Rafael Nadal. Tuttavia, è ricordata soprattutto per il match del 2007 che diede il là allo scandalo delle scommesse nel tennis. Da una parte Nikolay Davydenko (n.4 ATP), dall'altra Martin Vassallo Arguello (n.87). Vinse l'argentino per ritiro in una partita in cui le quote, letteralmente, impazzirono. Vassallo era dato per favorito anche in svantaggio di un set e di un break, con un volume di affari senza precedenti per un match così anonimo. Successe un po' di tutto, con un'indagine piuttosto aggressiva nei confronti di Davydenko: non emerse nulla e il russo fu scagionato. Ma è chiaro che quel giorno sia successo qualcosa. L'episodio diede la spinta decisiva per la creazione della Tennis Integrity Unit, organo investigativo che – tra mille problemi – sta cercando di vigilare sull'integrità del nostro sport. Integrità che, è bene chiarirlo, non è certo garantita dalla presenza della TIU. Ed è comunque un bene che i “cani da guardia” ci siano. Sopot ha perso la data nel calendario ATP proprio nel 2007, poi tentò a rilanciarsi con un Challenger nel 2011. Andò male, ma dopo sette anni di oblio si è riproposta con un bel torneo diretto e organizzato da Marius Fyrstenberg, ex doppista polacco che ricordiamo per averci messo una grande paura, nel 2004, in un match di Coppa Davis. Era uno spareggio per salire in Serie B e il polacco arrivò a tanto così dal battere Potuto Starace sul 2-2. L'azzurro si salvò per un pelo e l'Italia ottenne una complicata promozione. Fyrstenberg sarebbe poi diventato n.6 del ranking di doppio, peraltro giocando il Masters e raggiungendo la finale allo Us Open. In questi giorni ha fatto di tutto, anche sfoderare un buonissimo spagnolo per intervistare Hugo Dellien, primo boliviano dopo 34 anni a entrare tra i top-100 ATP.