Chi è il giocatore ad aver messo a segno più punti spettacolari nel 2017? No, non è Roger Federer. E nemmeno uno dei tennisti più spettacolari del Tour, categoria che annovera gente come Nick Kyrgios, Dustin Brown e quest’anno ha imparato ad apprezzare anche Denis Shapovalov. Eppure,
c’è un insospettabile che ad hot shot ha fatto meglio di tutti: Pablo Cuevas. L’uruguaiano ama la terra battuta e da buon sudamericano fonda il suo tennis su servizio in kick e regolarità, ma quando c’è da usare il fioretto sa il fatto suo. E soprattutto, sopperisce a un tennis che di per sé di spettacolare non ha granché con qualche numero che da solo vale abbondantemente il prezzo del biglietto.
Chi lo conosce se n’era accorto da tempo, visto che nella rubrica degli hot shot ci era finito già nove anni fa, quando la rubrica era settimanale e portava il nome di “Play of the Week”, e accolse
un suo incredibile passante in tuffo contro Fernando Gonzalez. Ma quest’anno il 31enne nato in Argentina si è davvero superato,
inanellando numeri a ripetizione, e chissà quanti ne avrebbe aggiunti all’elenco se dal Roland Garros in poi non avesse incontrato il periodo più grigio della sua carriera, raccogliendo nove eliminazioni di fila al primo turno. È tornato a vincere un paio di partite nell’ultimo torneo ATP dell’anno, al Masters 1000 di Parigi Bercy, e poi ha chiuso la stagione conquistando il Challenger di Montevideo, l’unico del suo Paese. Appena in tempo per chiudere il 2017 da numero 32 ATP e conquistare una testa di serie per l’Australian Open, ma anche per regalarsi due magie in tweener, una
sparata addirittura in faccia al numero uno del mondo Rafael Nadal.
Il 2017 delle meraviglie di Cuevas si è aperto all’ATP 250 di San Paolo, conquistato per il terzo anno consecutivo. Ha passato l’intera finale contro Albert Ramos Vinolas a lottare col servizio, commettendo la bellezza di dodici doppi falli, così sul match-point ha deciso di servire dal basso, come Michael Chang nel famoso match di ottavi di finale del Roland Garros contro Ivan Lendl. Un colpo, quella di Cuevas, che ha colto imparato anche il regista.