In 351 giorni può cambiare tutto. Appena festeggiato il 20esimo compleanno, Jelena Ostapenko diventava la Regina di Parigi. Oggi cade al primo turno, sullo stesso campo, ma in un clima e in un'atmosfera molto diverse. Il sole e il pienone dell'anno scorso hanno lasciato spazio al tramonto e a un Campo Chatrier semivuoto. È finita 7-5 6-3, suggello a una giornata iniziata male e finita peggio. “Quando mi sono svegliata, mi sono resa conto che qualcosa non andava, ma ho provato a restare positiva. È stata una giornata terribile, ho giocato al 20%. Ho commesso quasi 50 errori (48, ndr) e tanti doppi falli. Non potevo servire. Lei ha adottato un tennis difensivo e e io ho commesso errori che di solito non faccio”. Jelena è sempre stata in svantaggio: nel primo set aveva rimontato fino al 5-5, ma non è bastato. E pensare che la Kozlova aveva una vistosa vescica sul tallone, curata a fine primo set. “Ma la fisioterapista ha fatto un buon lavoro e mi ha dato sollievo immediato". L'ucraina ha giocato con grande intelligenza, picchiando sulle ferite tecniche dell'avversaria. Utilizzava lo slice, alternandolo a “moon ball” che costringevano la Ostapenko a rischiare. E sbagliare. Nel secondo, la lèttone saliva 2-0, poi teneva fino al 3-3. Un doppio fallo spediva la Kozlova sul 4-3 e servizio. Non c'era neanche la reazione nervosa, e il torneo della Ostapenko finiva con un rovescio sparato in mezzo alla rete. Jelena non ha voluto parlare delle ragioni per cui la giornata era “iniziata male”. “È qualcosa di più personale, ma ti trovi in una situazione negativa, ti arrabbi, poi ti alleni male e ti arrabbi di nuovo. Ho provato ad essere positiva, ma non ha funzionato”. La Ostapenko ha ammesso di aver patito tanta pressione, ma non era fisicamente al 100%. A Roma si era procurata un piccolo infortunio al ginocchio: “Dopo il Foro Italico non ho giocato per quattro giorni, poi sono arrivata qui e mi sono allenata per un paio di giorni. Non è stato abbastanza. Se avessi avuto un po' più di tempo, le cose sarebbero state diverse”.