Se lo è sentito dire troppe volte. Allora si è stufato:
in una (bella) intervista concessa al “El Espanol”,
Fernando Verdasco rilancia e contrattacca. A 33 anni può dire più o meno quello che vuole, anche rifiutare appellativi tipo quello – fastidioso – di “talento sprecato”. L'ingresso di Emilio Sanchez nel suo team lo ha fatto tornare competitivo: a Doha ha avuto cinque matchpoint contro Novak Djokovic (che poi avrebbe vinto il torneo), mentre ha centrato la finale a Dubai, cedendo solo ad Andy Murray. Con questi risultati è tornato al numero 29 ATP, lontano da un best ranking al numero 7, ma sufficiente a dargli fiducia per il resto della stagione. Il madrileno, tuttavia,
non accetta i luoghi comuni che ne hanno accompagnato la carriera. "Nando", dunque, ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti e meritevoli di riflessione. Non solo tennistiche, ma anche più generali. Per esempio, la scelta di vivere a Doha, laddove i paparazzi sono fuorilegge e la sicurezza è enorme...semplicemente perché le regole vengono fatte rispettare. Ecco il Verdasco-Pensiero alla vigilia del Masters 1000 di Indian Wells, dove vanta un quarto di finale nell'ormai lontano 2009.
IL PRESENTE
“Lavoro per essere più costante. Oggi ho l'esperienza dalla mia parte. Sto bene e non ho problemi fisici: è molto importante perché nel corso della carriera ho avuto problemi a collo, polso, ginocchio e schiena”.
FENOMENO WAWRINKA
“A Doha ho avuto cinque matchpoint con Djokovic, ma non è stato un problema di testa. Ne ho giocati bene almeno tre. Stavo bene, ma Nole è talmente forte che la partita ti sfugge in un secondo. Il problema è soprattutto nei primi turni: se avessi giocato più quarti in uno Slam, avrei avuto più chance di arrivare in semifinale.
La cosa non normale è che Wawrinka abbia vinto 3 finali Slam su 3. Sarebbe stato normale vincerne 3 su 6-7 finali".
MICA FACILE BATTERE LEBRON JAMES
“E' facile dire che Verdasco o Almagro non hanno testa. La verità è che affrontiamo i più forti.
Tanti ottimi giocatori NBA capitolano con LeBron James, ma solo perché lui è il migliore, non perché sono scarsi di testa. Nessuno ha la testa di Nadal, certo. Parlare è semplice, ma giocare è un'altra cosa. Nel tennis c'è un avversario, non dipende solo da te come in altri sport. E' più complesso di quello che sembra”.
VIZI E VIRTU' GIOVANILI
“Potevo fare meglio? Certo, ma ho visto gente con colpi straordinari vivere un carriera peggiore della mia. Oggi sono più forte di testa, ma dieci anni fa avevo altre qualità.
A volte sparavo tutto e non tenevo una palla in campo. Magari il giorno dopo mi stava dentro tutto. A 18 anni sei incosciente, magari sei numero 30 del mondo e metti qualcosa da parte, anche se non diventi milionario. La gente pensa che facciamo i soldi, ma a parte i migliori non è così. Quando sei giovane e inizi a giocare i tornei importanti, sale il tuo ego, perdi di vista la realtà. Col tempo capisci che è una stupidaggine. Quando mi ritirerò, sarò uno dei tanti.
Quelli che oggi mi danno le pacche sulle spalle scompariranno. Oggi sono molto diverso rispetto a 10 anni fa”.