ACCORDO RISERVATO
Quando la strada davanti si è liberata, ha ripreso la marcia: in quel momento, tuttavia, sopraggiungeva la Hyundai Acceny guidata da Linda Barsons, alla velocità di 65 km/h. Le leggi statali prevedono che Venus avrebbe dovuto lasciare libero l'incrocio e che la Barsons, pur avendo il semaforo verde, avrebbe dovuto assicurarsi che la strada fosse libera. La tragica fatalità, invece, è costata la vita a un uomo e ha scatenato una battaglia legale. Subito dopo l'incidente, Venus ha detto ai poliziotti di non aver visto il veicolo che le arrivava addosso. Qualche settimana dopo, quando le chiesero dettagli durante una conferenza stampa a Wimbledon, definì l'esperienza “devastante” prima di scoppiare in lacrime. Inizialmente si era ipotizzato che Venus fosse sotto l'effetto di sostanze (risultò negativa a qualsiasi test), poi l'avvocato dei Barsons aveva chiesto i tabulati telefonici in modo da capire se fosse distratta dall'uso del telefonino mentre era al volante. La richiesta, inizialmente accettata. è stata poi resa superflua dalla proposta e dal raggiungimento dell'accordo. Tra l'altro, a loro volta, i legali di Venus effettuarono una trentina di petizioni (dal certificato di morte di Barsons fino ai medicinali usati negli ultimi anni) per evitare la richiesta di risarcimento, il cui ammontare non è mai stato reso pubblico. Non sono stati resi noti neanche i dettagli dell'accordo e gli avvocati non hanno risposto alle richieste di informazioni dei giornalisti. Venus, 38 anni, viene da una stagione avara di soddisfazioni, in cui ha giocato soltanto undici tornei e ha raccolto come miglior risultato la semifinale a Indian Wells, persa al fotofinish contro Daria Kasatkina. È scesa al numero 39 WTA e ha giocato il suo ultimo match allo Us Open, contro la sorella. Per adesso non ha intenzione di ritirarsi.