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Riccardo Bisti
26 October 2018

Occhio: il boicottaggio sta prendendo forma

Secondo l'Equipe, i “migliori giocatori” hanno inviato una lettera all'ITF in cui annunciano l'intenzione di non giocare la Davis griffata Kosmos. Sarebbe una mazzata per una competizione nata proprio con l'obiettivo di radunare i più forti. La sensazione è che l'unica chance sia raggiungere un accordo con l'ATP. Ma non è una via semplice.

Non sappiamo se i migliori tennisti abbiano letto un nostro articolo, pubblicato poche ore dopo l'approvazione alle riforme della Coppa Davis. Scrivevamo che un eventuale boicottaggio sarebbe stato lo strumento più efficace per decretare il fallimento della nuova competizione. Probabilmente i tennisti hanno in mente la loro convenienza e non certo il rispetto della tradizione o del vecchio format, ma – volendo credere all'indiscrezione dell'Equipe – il boicottaggio al progetto di Gerard Piqué sta prendendo forma sul serio. Un breve articolo pubblicato sull'edizione odierna del quotidiano francese sostiene che Kosmos e ITF non sarebbero troppo distanti da un “esaurimento nervoso”. Alcune fonti “vicine al dossier” sostengono che i migliori giocatori avrebbero inviato una lettera all'ITF per comunicare il loro rifiuto a giocare la Coppa Davis a Madrid, nel novembre 2019. Si tratta di una vera e propria sconfessione di un progetto che puntava proprio alla presenza dei migliori. Già la scorsa settimana, durante le presentazione a Madrid, lo stesso Piqué aveva cercato di minimizzare la possibile assenza di alcuni big, sostenendo che la Davis è una competizione di squadra, in cui i giocatori vengono in secondo piano. Un paio di mesi prima, non la pensava così. È certo che Piqué ha discusso con alcuni dei migliori giocatori e, per adesso, ha incassato la sola adesione di Rafael Nadal. Sarebbe interessante conoscere i contenuti di questa lettera e i nomi dei firmatari, poiché “top players” può essere interpretato in mille modi. Va detto che l'opposizione dei giocatori è dettata soprattutto dalla collocazione in calendario: nessuno ha voglia di giocare a fine novembre, con i primi match previsti a meno di 20 ore dalla finale del Masters. Se Piqué fosse riuscito a ottenere una collocazione a settembre, forse non ci sarebbe stata nessuna levata di scudi, anche perché la nuova Davis garantirà un prize money importante per gli stessi giocatori: solitamente, la tuta della nazionale non è foriera di grandi guadagni.

UN ACCORDO CON L'ATP COME VIA D'USCITA
Qualunque sia la ragione della protesta, è evidente che una prima edizione senza i migliori decreterebbe il fallimento del progetto, che peraltro in queste ore ha annunciato il Direttore Operativo: a guidare l'evento sarà Albert Costa, vincitore della Davis (quella vera) sia da giocatore (2000) che da capitano (2009 e 2011). Attualmente il catalano è direttore del Conde Godò di Barcellona, ma si è fatto coinvolgere anche in questo progetto. Difficile capire se la sua intercessione avrà influenza sul campo di partecipazione. Nel frattempo l'ITF rimane in silenzio. Come è noto, alla presentazione di Madrid non c'era un solo componente del consiglio di amministrazione ma “solo” il direttore operativo Kelly Fairweather, le cui dichiarazioni sono state piuttosto confusionarie. Da una parte dice che la Davis è diversa da uno Slam, dall'altra ammette che stanno cercando in tutti i modi di scimmiottarlo. Per farlo, ritiene che la sede unica sia la migliore soluzione. “La bellezza di Wimbledon è che tutti sanno quando e dove si gioca – ha detto – mentre adesso si conosce la sede della finale di Davis soltanto due mesi prima: non è buono per il marketing, la programmazione dei giocatori e la vendita dei biglietti. Se i tifosi britannici sono pronti ad andare in Giappone per i Mondiali di rugby, perché gli appassionati di tennis non dovrebbero recarsi a Madrid?”. Sarebbe fin troppo facile rispondere che il tennis non è il rugby, e la Davis non è un “mondiale”. Al di la delle questioni strategiche, in questo momento la riforma è in difficoltà. Saranno decisivi, probabilmente, i colloqui a Londra durante le ATP Finals. Se ITF e Kosmos vogliono avere una speranza, l'impressione è che debbano trovare un accordo con l'ATP per organizzare un evento unico, cogestito, nella speranza che il sindacato abbandoni il proposito della World Team Cup a gennaio (ma c'è un contratto già firmato con Tennis Australia). In quel caso ci sarebbe un ammorbidimento delle posizioni dei tennisti. Per adesso, tuttavia, la presa di posizione è chiara: non hanno nessuna intenzione di giocare questa Davis. Non sono animati dalle ragioni più nobili, ma la conclusione è corretta.

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