MAGGIORE POTENZA
Qualcuno ritiene che il setting attuale (su una Head Graphene Touch Speed Pro) renda più leggera la racchetta, in modo da ridurre la pressione sul gomito recentemente infortunato. Il serbo ha ammesso di essere ancora nella fase di adattamento, ma ha sottolineato come la scelta analoga di Roger Federer fu ottima per lo svizzero, aiutandolo a migliorare servizio e rovescio. “Più passa il tempo e più mi sento a mio agio con la racchetta – ha detto – ovviamente ci vuole un po' di tempo. Penso che qualche anno fa Federer abbia cambiato la racchetta e gli servì qualche mese per sentirsi a suo agio. Se pensi ad ampio raggio, ad alcune parti del tuo gioco che vorresti migliorare, forse la tecnologia può darti una mano. Perché no? È stata una scelta importante”. Vero, e neanche sorprendente: il serbo è sempre stato attento alla tecnologia, a volte maniacale. A parte la famosa dieta priva di glutine (da cui uscì persino un libro), molti ricordano le sedute nella camera iperbarica per adattare il corpo a condizioni climatiche simili a quelle che si trovano in alta montagna. Djokovic ha ricordato che anche nel 2009 gli servì un po' di tempo per adattarsi al nuovo telaio. “Mi ci volle un anno, un anno e qualcosa, per trovare la giusta dimensione. Peso, bilanciamento, tutte le specifiche adatte al mio tipo di gioco”. La transizione attuale è meno rivoluzionaria, ma era necessaria viste le nuove condizioni del suo gomito. “Mi sembra di aver già notato qualche miglioramento. In particolare, ho guadagnato qualcosa in termini di potenza, soprattutto con il servizio. E ho a disposizione più angoli”. Mercoledì avremo le idee più chiare. Qualche occhio in più del solito, ovviamente, sarà sulla sua racchetta. Nole esordirà contro il vincente di Klizan-Delbonis e nei quarti potrebbe pescare nientemeno che Rafa Nadal.