"1000 KM NON SONO NIENTE DI SPECIALE"
Domenica pomeriggio si trovava a Barcellona, dove vive con sua moglie. C'era anche la nonna: la sua presenza era una delle ragioni per cui aveva noleggiato un auto. Voleva farla conoscere la città. “Con mio nonno, era abituata a organizzare viaggi all'ultimo momento. Quando ho ricevuto la chiamata e le ho detto che saremmo andati a Parigi, è impazzita di gioia. Per fortuna avevo le valigie già pronte, ho solo dovuto aggiungere un paio di cose. Siamo partiti, fermandoci ogni due ore. Io temevo di non arrivare in tempo: mi dicevano che ce l'avremmo fatta, ma avevo paura che succedesse qualcosa per la strada”. Ha bevuto tanto caffè, mentre l'autoradio - grazie al Bluetooth - passava musica jazz e gli Abuelos de la Nada, gruppo rock piuttosto famoso in Argentina, anche a diversi anni dallo scioglimento. L'unica rimasta a Barcellona è stata Nadir, la moglie di Marco. Lavora in una multinazionale e non ha potuto prendersi il giorno di ferie. Il viaggio è stato tranquillo, anche per la qualità della strada, “molto migliore di quelle che ci sono in Argentina. Da noi devi confidare nelle tue capacità di guida e in quelle altrui, perché non sai mai se qualcuno è drogato. E poi, ogni argentino che non sia di Buenos Aires è abituato a coprire certe distanze. Siamo arrivati in hotel alle 23 e sono subito andato a dormire”. Soltanto quattro ore, perché ormai era perfettamente calato nel ruolo. Mica male, dopo essere arrivato a Barcellona nella notte tra venerdì e sabato ed essersi mangiato un gustoso asado. Sul campo, ha approfittato delle difficoltà di Tomic: aveva passato le qualificazioni (Trungelliti no: la favola del lucky loser è nata con l'inopinata sconfitta di giovedì sera contro Hurkacz), era a Parigi da una decina di giorni, ma non si è ancora liberato dagli spettri che gli hanno fatto perdere contatto con il tennis che conta. In tribuna, con l'aria perennemente arrabbiata, c'era papà John. Niente da fare: al secondo turno ci va Marco Trungelliti, atteso da un altro Marco, l'italiano Cecchinato. Si sono affrontati l'anno scorso, al Challenger di Ostrava, e vinse l'azzurro 7-6 6-3. C'è tanta Italia nella vita recente di Trungelliti: delle ultime dieci partite, cinque le ha giocate contro tennisti italiani. Gli incroci non sono ancora terminati. Comunque vada a finire, tornerà a Barcellona con un assegno da 79.000 euro in tasca. Suvvia, c'è di peggio.