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Non svegliare il Fognini che dorme...

La spavalderia della vigilia non serve a Nicola Kuhn, anzi, motiva ulteriormente Fabio Fognini. L'azzurro è perfetto sul piano mentale, evita ogni insidia e fa valere la sua maggiore qualità contro il rampante spagnolo. Finisce 6-2 6-4 sotto gli occhi di Bobo Vieri. Replicare la semifinale del 2017 non sarà facile: adesso c'è (forse) Kyrgios.

A 18 anni si possono commettere errori strategici. I 67 minuti vissuti a Key Biscayne serviranno a Nicola Kuhn come esperienza, non tanto per le problematiche che gli ha proposto Fabio Fognini, ma per aver avuto un approccio un po' troppo spavaldo alla partita. A ben vedere, lo spagnolo non ha detto nulla di male. “Fognini ha qualche debolezza sul piano mentale, dovrò farlo uscire dalla sua zona di comfort. Sento di avere delle chance”. Legittimo pensarlo, ma evidenziare il punto debole di un avversario alla vigilia non è mai una grande idea. E così Fognini è sceso in campo concentrato come non mai, come non sempre gli accade. In poco più di un'ora, Fabio ha sigillato il 6-2 6-4 e ha conquistato il pass per la seconda settimana del Miami Open, dove c'è la scadenza dei 360 punti conquistati l'anno scorso. Non sarà facile ripetersi: salvo sorprese notturne, il suo avversario al terzo round sarà Nick Kyrgios. Il Miami Open è il primo torneo stagionale per Nick fuori dal suolo australiano, nonché il primo dopo quasi 50 giorni di stop. Mentre lui era ai box, Fognini giocava una dozzina di partite e si riproponeva come top-player, riassaporando vette toccate quattro anni fa. E contro Kuhn ha giocato da top-player: non c'è dubbio che gli abbiano riferito le dichiarazioni dello spagnolo, e non c'è dubbio che abbia giocato con particolare concentrazione, pungolato nell'orgoglio. Se è stato bravo sul piano tecnico, è stato perfetto su quello comportamentale. Non un'imprecazione, non un gesto di nervosismo, per quanto il secondo set abbia avuto qualche complicazione. Avesse mantenuto la stessa fermezza mentale nei 560 match (solo ATP!) giocati in carriera, probabilmente il suo ranking sarebbe già stato a una sola cifra. I “se” e i “ma” non fanno la storia, mentre il futuro si può ancora scrivere: la base è un Fognini in condizioni fisiche strepitose. Nel primo game del secondo set, ha portato a casa un punto da 36 colpi dopo che Kuhn lo aveva bombardato da tutte le parti.

PORTAFORTUNA VIERI
“Fognini è un muro di gomma” diceva Luca Bottazzi in telecronaca su Sky Sport, rincarando la dose: “È come quando una squadra di calcio mette undici giocatori davanti alla porta”. Iperboli, ma che rendono bene l'idea di quanto sia brillante la fase difensiva di Fabio. Alla fine ha chiuso con un saldo positivo tra colpi vincenti ed errori gratuiti (22 a 17), ma c'è un dato che più di altri impressiona: dei 12 scambi sopra i nove colpi, Fabio ne ha vinti 10. Con buona pace delle speranze di Kuhn, il cui obiettivo era “fargli giocare più palle possibili”. La verità è che Fognini è un tennista migliore di lui, almeno oggi, e nel tramonto della Florida lo ha mostrato dalla prima all'ultima palla. Se il primo set è stato pura accademia, nel secondo è si è fatto riacchiappare un paio di volte: tre break nei primi tre game (2-1 e servizio per Fognini), poi sul 3-2 uno sciagurato game di servizio permetteva allo spagnolo di agguantare la parità. Nessun problema: Fabio non ha cambiato espressione e si è preso il quinto break, stavolta risolutivo. Sul 5-4, Kuhn ha avuto una chance per riaprire tutto: Fognini la cancellava con un gran dritto al termine di un altro scambio combattuto, poi si procurava il matchpoint con un gran rovescio lungolinea che prendeva un filo di riga. Un servizio vincente lo spediva al terzo turno, per la gioia di coach Franco Davin e dell'amico Bobo Vieri, ormai suo portafortuna personale al Miami Open. Dando a Kuhn tutti gli alibi del caso, a partire da una maggiore età raggiunta solo pochi giorni fa, va detto che deve ancora migliorare. Ha le stimmate del guerriero, ha provato a destabilizzare Fognini con qualche “vamos”; ma il suo bagaglio tecnico non gli consentiva di fare chissà cosa. È bravo col rovescio, ma il resto del suo arsenale tennistico è ancora in costruzione. Resta comunque il più giovane spagnolo a vincere una partita nel circuito dai tempi di Nadal, e scommettere su di lui resta una giocata vincente. Ma questo Fognini è ancora fuori portata.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – Secondo Turno
Fabio Fognini (ITA) b. Nicola Kuhn (SPA) 6-2 6-4

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