UN PROLIFERARE DI EVENTI
Per questo, non è da escludere che i tornei del Grande Slam (ad eccezione dell'Australian Open) possano sostenere la Coppa Davis in modo ancora più aggressivo per fare un “dispetto” all'ATP e alle pretese economiche dei suoi associati. Senza dimenticare che, in caso di inasprimento dei rapporti, l'ITF potrebbe aumentare i requisiti di ammissione ai Giochi Olimpici. Come è noto, infatti, per partecipare al torneo olimpico è richiesto un numero minimo di partecipazioni in Coppa Davis. Una specie di ricatto che, fino a oggi, è stato tollerato in nome di un precario equilibrio. La cessazione dei rapporti diplomatici, tuttavia, potrebbe cambiare radicalmente lo scenario. Tuttavia, se dovessero mantenere una certa unità, sono ancora i giocatori ad avere il potere. Visto che i più forti hanno superato i 30 anni, è difficile immaginare una Coppa Davis o una World Team Cup con in campo tutti i migliori. A parte i soldi, una delle ragioni che ha spinto la Davis al cambiamento è stata la lamentela dei top-players: a loro dire, non riuscivano a dedicarsi sia alla carriera individuale che a una competizione a squadre. La storia insegna che non è esattamente così, ma tant'è. Adesso, potrebbero avere due competizioni a squadre più o meno uguali, senza dimenticare la Laver Cup e le idee di Kosmos sul come riempire le due settimane (una ad aprile, l'altra a settembre) che saranno lasciate libere dalla Davis. Dave Haggerty ha detto che una parte significativa dei 3 miliardi di dollari promessi da Kosmos saranno utilizzati per organizzare due nuove eventi. Uno di questi potrebbe colmare il vuoto lasciato dalla probabile scomparsa della Hopman Cup, il cui futuro è segnato se davvero andrà in porto il progetto World Team Cup. Insomma, un puzzle pieno di pezzi. Un disordine che si poteva evitare se a Orlando non si fosse verificato il delitto perfetto alla tradizione. Le reazioni a catena, stavolta, potrebbero essere incontrollabili.