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Marco Caldara
13 November 2018

Un debuttante che studia da maestro

E se la sorpresa di queste ATP Finals fosse Kevin Anderson? Dopo il successo all'esordio contro Thiem il debuttante sudafricano lascia un solo game a un irriconoscibile Kei Nishikori, e prenota un posto in semifinale. Potrebbe raggiungerla già prima di affrontare Federer, e tolto Djokovic nessuno degli altri big in gara all'O2 Arena sembra imbattibile.
Lo spettro di un nuovo Federer-Gaudio, ultima partita alle ATP Finals finita in bicicletta (tredici anni fa a Shanghai), è stato scongiurato da Kei Nishikori nel dodicesimo game, quando il giapponese si è trovato costretto a servire per evitare il double bagel. Ma la sostanza del suo duello contro Kevin Anderson all’O2 Arena è rimasta la stessa: straripante il sudafricano, che all’esordio a Londra sta vestendo i panni del veterano e l’ha spuntata con un 6-0 6-1 senza storia, in grandi difficoltà Nishikori, riuscito a mettere in cassaforte almeno un successo solo perché domenica sera ha trovato un Federer messo peggio di lui. Una situazione dalla quale sta traendo beneficio proprio Anderson, che Londra l’aveva lasciata a luglio con la finale a Wimbledon e l’ha ritrovata a novembre con due successi in due set in altrettanti incontri, che valgono già un pezzettino di semifinale. L’ufficialità potrebbe arrivare addirittura già stasera, se Thiem dovesse battere Federer (ed eliminarlo) oppure perderci in tre set, ma questo Anderson può permettersi di guardare il match con grande serenità, visto che insieme a Novak Djokovic è il solo giocatore capace sin qui di far vedere qualcosa di interessante. Non aveva mostrato l’ombra di una palla-break a Thiem, nel match inaugurale del torneo, e 48 ore dopo ha fatto lo stesso contro Nishikori, curiosamente affrontato per la terza volta in tre settimane. Il sudafricano aveva vinto in finale a Vienna, mentre il 28enne di Shimane si era preso la rivincita a Bercy e da lì contava di ripartire, invece ha raccolto un game in 64 minuti a senso unico, nei quali non è mai riuscito a farsi pericoloso.
"UNO DEI MIGLIORI MATCH IN CARRIERA"
Le chiavi della partita sono state due collegate fra di loro: la scarsa resa al servizio del nipponico, che ha messo in campo meno di una prima su due (45%) e ha definito il suo march il peggiore dell’anno, e l’aggressività del sudafricano, perfetto dal primo all’ultimo punto. “Kev” ha servito un impressionante 78% di prime e ha trovato in fretta il terreno fertile per imporre il suo tennis, riuscendo a far pesare la cilindata. Game dopo game, break dopo break, è volato indisturbato fino al 6-0 5-0, quando ha leggermente (ma neanche troppo) alzato il piede dall’acceleratore e ha lasciato al rivale la magra consolazione di vincere almeno un game. Ma non è cambiato nulla: un altro paio di ace nel gioco seguente chiudevano i conti e gli consegnavano la 47esima vittoria della stagione, suo nuovo record personale. È una delle più importanti, perché lo porta a un passo dalla semifinale (sarebbe il primo africano nella storia del Masters) e ribadisce le sue ambizioni anche in ottica successo finale. Djokovic a parte, nessuno degli altri protagonisti sembra imbattibile, ragion per cui il 32enne di Johannesburg può e deve puntare ad andare lontano. “È sicuramente una delle migliori partite della mia carriera – ha raccontato dopo il successo – e fin dall’inizio sono riuscito a trovare il ritmo giusto. Mi ha permesso di mettere sempre pressione al mio avversario, mossa fondamentale per riuscire a battere un giocatore di altissimo livello come lui. Si aspetta un anno intero per giocare delle partite come questa, ed esserci riuscito qui rende il tutto fantastico”. Mentre buona parte dei suoi concorrenti sembra arrivata al maxi impianto di North Greenwich con le pile scariche, lui pare avere ancora cartucce importanti da sparare. I big sono avvisati.

NITTO ATP FINALS - Seconda giornata Gruppo Lleyton Hewitt
Kevin Anderson (RSA) b. Kei Nishikori (JPN) 6-0 6-1
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