UN ANNO DI TRANSIZIONE
Per Sara, e per il bene del tennis italiano, ci auguriamo che certe situazioni si possano risolvere il prima possibile. Intanto il Belgio continuerà ad accompagnarla, almeno per altre 48 ore: al torneo WTA di Istanbul, infatti, ha pescato al primo turno proprio Kirsten Flipkens, con la prospettiva di affrontare la Wozniacki al secondo turno. Per lei, l'unica consolazione di giornata è giunta dall'ITF: in virtù delle sue 21 presenze con la nazionale, le è stato consegnato il Fed Cup Commitment Award, premio riservato alle tenniste che hanno dimostrato particolare attaccamento alla loro nazionale (è la quinta italiana dopo Cecchini, Reggi, Schiavone e Vinci): un premio meritato perché Sara ha sempre risposto presente, salvo una partita (Usa-Italia del 2014) in cui chiese l'esenzione insieme a tutte le altre. Per il resto, si è spesso sacrificata ed è giusto evidenziare certi aspetti che non sempre vengono sottolineati. Per il resto, valgono le considerazioni fatte dopo la prima giornata: il 2018 è da considerarsi un anno di transizione, tutto sommato positivo: la vittoria contro la Spagna ha evitato una pericolosissima retrocessione nei Gruppi Zonali, abisso tutt'altro che remoto, come hanno dimostrato gli scivoloni della Gran Bretagna e, soprattutto, della Russia. Jasmine Paolini e Deborah Chiesa, in tempi e modalità diverse, hanno mostrato buone e cose e Tathiana Garbin sta costruendo uno spirito di gruppo che dovrebbe portare tutte le ragazze a esprimere il massimo del loro potenziale. I prossimi anni ci diranno quale sarà questo potenziale.