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Riccardo Bisti
25 September 2018

Next Gen Italia, un torneo che si poteva evitare

Anche nel 2018 si giocheranno le qualificazioni per stabilire la wild card italiana alle Next Gen Finals. Il caso Berrettini dello scorso anno non ha fatto capire che dovrebbe essere premiato il più meritevole nel corso dell'anno. Quest'anno, Gian Marco Moroni ha fatto più punti del secondo e del terzo messi insieme...

Certi propositi sono rimasti parole. Lo scorso anno, Matteo Berrettini fu di gran lunga il migliore tra i “Next Gen” italiani. Con le Finals in programma a Milano e la possibilità di assegnare una wild card a un giocatore italiano, strappata da FIT e CONI Servizi all'ATP (che non era troppo contenta), si decise di organizzare un torneo di qualificazione per assegnare l'invito tricolore. Tuttavia, la stagione ebbe un protagonista indiscusso che avrebbe meritato di giocare a Rho, senza nessuna discussione. Ma le qualificazioni erano state decise da tempo, quindi fu giusto giocarle. Lo stesso Berrettini, con apprezzabile maturità, accettò di buon grado sia le regole che il verdetto del campo, quando fu sorpreso in tre set da Filippo Baldi. A rappresentarci contro i migliori Under 21 fu Gianluigi Quinzi: pur facendo una buona figura, perse tutte le partite nel girone eliminatorio. Da più parti, si diffuse la voce che il torneo di qualificazione sarebbe stato abolito per lasciare spazio al più meritevole. Sennò, a cosa servono le classifiche? La formula attuale piace a pochi e non è escluso che la stessa ATP abbia mugugnato e magari provato a ipotizzare una soluzione alternativa per assegnare in altro modo la wild card. Niente da fare: anche quest'anno si giocheranno le qualificazioni, peraltro nella stessa sede di 12 mesi fa. Lo Sporting Club di Basiglio è un bel club e si prestò bene all'esperimento, ma sfuggì un dettaglio: la rapidità della superficie.

"JIMBO" NETTAMENTE DAVANTI A TUTTI
Quinzi vinse in finale su Baldi su un campo rapidissimo, totalmente diverso rispetto a quello in cui Hyeon Chung si sarebbe aggiudicato la prima edizione delle Next Gen ATP Finals. Nella speranza che la discrepanza tra le due superfici venga eliminata, i numeri certificano che anche quest'anno non avrebbe senso giocarle, se non per l'ipotetico impatto promozionale ed economico. La tre giorni di gara andrà in onda su SuperTennis dal 2 al 4 novembre in una settimana in cui il canale FIT trasmetterà anche il WTA Elite Trophy di Zhuhai. Tra l'altro, il biglietto per assistere ai match non sarà esattamente popolare, visto che l'ingresso nella singola giornata costerà 10 euro nei primi due giorni e 20 euro per la finale. L'abbonamento per la tre giorni costerà 30 euro. Al di là del discorso commerciale, a lasciare perplessi è l'enorme discrepanza tra il miglior azzurro nella Next Gen Race italiana e tutti gli altri. I numeri parlano chiaro: Gian Marco Moroni ha più del doppio dei punti del diretto inseguitore, il campano Raùl Brancaccio. I due, tra l'altro, hanno un punto un comune: si allenano entrambi in Spagna, ben distanti dalla realtà italiana, il primo a Madrid e il secondo a Javea, presso l'accademia di David Ferrer. Resta il fatto che Moroni ha intascato ben 246 punti ATP contro i 107 di Brancaccio (il ranking gliene assegna 80, ma lunedì prossimo gli entreranno i 27 punti per il successo al Futures di Madrid). Diamo un'occhiata alla stagione degli attuali qualificati per renderci conto quanto Moroni (stra)meriterebbe l'invito senza l'obbligo di giocare le qualificazioni.

GIAN MARCO MORONI: La stagione del simpatico romano è stata travolgente. Non appena ha lasciato l'Italia per trasferirsi in Spagna, la sua carriera è radicalmente cambiata. Partito al numero 708 ATP, oggi è numero 214 e si è tolto la soddisfazione di esordire negli Slam, giocando le qualificazioni allo Us Open. Al di là di questo, ha vinto la bellezza di 43 partite con una serie di risultati davvero notevole: a parte una vittoria in un torneo Futures, ha colto la finale al Challenger di Mestre, due semifinali e ben cinque quarti di finale. Considerando i soli tabelloni principali dei Challenger, ha intascato ben 24 partite. Giunto un po' stanco a fine stagione, adesso ha qualche settimana per ricaricarsi e dovrebbe arrivare pronto sia alla Serie A1 (sarà tra i punti di forza del TC Parioli) che per l'appuntamento Next Gen. Tra l'altro, vederlo nel main draw sarebbe interessante anche per misurarne le enormi ambizioni. Con coraggio, infatti, Gian Marco ha detto di voler vincere tutto, senza nascondersi dietro falsa umiltà. Affrontare gente come Tsitsipas, Shapovalov, De Minaur e Tiafoe sarebbe il modo migliore per valutarne il livello e i margini di miglioramento. Invece dovrà passare le forche caudine delle qualificazioni, peraltro su un campo a lui poco favorevole, se davvero si giocherà sulla stessa superficie dell'anno scorso.
Classifica 1 gennaio: 708 – Classifica attuale: 214
Partite vinte nei Challenger: 24

RAUL BRANCACCIO: Napoletano di Torre del Greco, ha scelto di allenarsi in Spagna e ha come unico punto di riferimento David Ferrer. Ha fatto buone cose nei tornei Futures, mentre ha giocato sei tornei Challenger: due in tabellone (entrambi con wild card, perdendo sempre al primo turno) e quattro nelle qualificazioni (senza mai passarle). I buoni risultati nei Futures gli hanno consentito di guadagnare quasi 200 posizioni nel ranking ATP, ma non è detto che la sua classifica migliori perché ha molti punti in scadenza da qui a fine anno.
Classifica 1 gennaio: 565 – Classifica attuale: 383
Partite vinte nei Challenger: 0
JACOPO BERRETTINI: Il fratello minore di Matteo ha compiuto progressi significativi, almeno sul piano numerico, ed è anche il più giovane. A Basiglio sarà l'unico Under 20 in gara e cercherà di vendicare la beffa patita lo scorso anno dal fratello maggiore. Quest'anno ha vinto due tornei Futures (uno in Italia e uno in Svizzera), poi di recente ha provato a tuffarsi nei Challenger. In Italia gli hanno dato quattro wild card e ha vinto una partita, poi nel mese di settembre (seguito da Flavio Cipolla, che ha detto addio al tennis agonistico) ha tentato la fortuna in tre Challenger in Asia, senza però passare le qualificazioni.
Classifica 1 gennaio: 1.120 – Classifica attuale: 483
Partite vinte nei Challenger: 1
RICCARDO BALZERANI: La vittoria a Pontedera è il miglior risultato del ragazzo laziale, che per tutto l'anno ha alternato i Futures ai tornei Challenger. In questi ultimi non è andata troppo bene: la FIT gli ha elargito quattro wild card e lui ha vinto solo una partita, a L'Aquila, contro il tedesco Haerteis (che però gli sta dietro in classifica). È stato più continuo dell'anno scorso, ma è ancora molto lontano dalla giusta competitività nei tornei Challenger. D'altra parte, la classifica attuale lo costringerebbe a giocare le qualificazioni un po' ovunque.
Classifica 1 gennaio: 694 – Classifica attuale: 504
Partite vinte nei Challenger: 1


ANDREA PELLEGRINO: Da lui ci si aspettava qualcosa in più. La classifica è invariata rispetto all'anno scorso, anche se il pugliese ha un paio di alibi niente male: il primo riguarda la programmazione, ambiziosa, che lo ha portato a giocare esclusivamente tornei Challenger (20 in tutto), poi il fatto che a metà stagione sia terminata la collaborazione con coach Daniele Silvestre, lasciando un po' a metà un progetto che stava diventando interessante. Non è un caso che con Silvestre abbia ottenuto i migliori risultati, i quarti di finale a Quijing e Francavilla. Da giugno in poi sta facendo più fatica, nel tentativo di intraprendere un percorso altrettanto efficace con un ottimo coach come Giancarlo Petrazzuolo. Per adesso, risultati alla mano, il suo 2018 è inferiore alla sufficienza.
Classifica 1 gennaio: 359 – Classifica attuale: 353
Partite vinte nei Challenger: 6
GIOVANNI FONIO: Tra i nostri migliori giovani, il 20enne di Novara è quello che più di tutti ricorda Bolelli per pulizia tecnica e atteggiamento. Quest'anno è stato abbastanza competitivo nei tornei Futures, raggiungendo alcune semifinali, ma è stato più o meno respinto nel circuito Challenger: ne ha giocati sette, di cui quattro in tabellone principale (sempre grazie a una wild card), ma vincendo una sola partita (contro Gastao Elias a Genova). La crescita c'è, ma per lui vale più o meno il discorso fatto per Balzerani.
Classifica 1 gennaio: 766 – Classifica attuale: 580
Partite vinte nei Challenger: 1
ENRICO DALLA VALLE: Il pregio del giovane romagnolo è la fiducia nel suo progetto. Si fida ciecamente dei tecnici del Centro FIT di Tirrenia e non si fa scoraggiare dai risultati negativi. La sua vicinanza all'ambiente federale gli ha permesso di avere il record di wild card, almeno tra i giovani azzurri. Ne ha avute cinque e ha vinto tre partite, confermando di avere un livello discreto, superiore a quello che suggerisce la classifica. A parte una finale a Casale Monferrato, tuttavia, non ha fatto sfracelli nei tornei Futures e per questo è ancora fuori dai primi 600.
Classifica 1 gennaio: 980 – Classifica attuale: 646
Partite vinte nei Challenger: 3
LUCA GIACOMINI: Insieme a Pellegrino, è l'unico nato nel 1997 tra i papabili. A differenza degli altri, ha giocato prevalentemente nei tornei Futures. Tra gli attuali “Best Eight” è l'unico a non aver ricevuto neanche una wild card. Per questo, la sua attività Challenger è stata piuttosto limitata. Nei tre tentativi di giocare le qualificazioni, tuttavia, per due volte le ha passate e in un'occasione ha addirittura superato il primo turno. Va detto che spesso è andato a giocare in posti lontani, dove forse il livello non è così alto. Il suo miglior risultato è stata la finale a un Futures in Ucraina.
Classifica 1 gennaio: 878 – Classifica attuale: 639
Partite vinte nei Challenger: 1


NEXT GEN ITALIA - IL RANKING
1. Gian Marco Moroni - 246
2. Raul Brancaccio - 107
3. Jacopo Berrettini - 72
4. Riccardo Balzerani - 59
5. Andrea Pellegrino - 52
6. Giovanni Fonio - 41
7. Enrico Dalla Valle - 38 punti
8. Luca Giacomini - 36 punti
9. Liam Caruana - 31 punti
10. Francesco Forti - 22 punti

Detto che in nona posizione c'è Liam Caruana, l'italoamericano che si allena (anche) in Argentina e che sta facendo un'enorme fatica dopo essersi fatto notare a inizio stagione giocando il main draw al torneo ATP di Auckland, i numeri evidenziano come nessun azzurro sembri in grado di competere con i migliori Under 21. Lo stesso Moroni è piuttosto lontano, avendo giocato soltanto un paio di match di qualificazione nel circuito maggiore. Però, almeno, si è costruito una dimensione importante nei Challenger, in cui ha vinto il doppio di partite di main draw rispetto a tutti gli altri... messi insieme! Un dato che non doveva essere ignorato: al contrario, il 2 novembre scenderà in campo a Milano correndo esattamente gli stessi rischi di Berrettini nel 2017. Siamo sinceri: nessuno degli italiani ha chance di essere competitivo alle Next Gen Finals (salvo miracoli, peraltro auspicabili), dunque la wild card ha un valore soprattutto economico. La sola partecipazione garantirà la bellezza di 52.000 dollari (con bonus enormi in caso di vittorie), cifra che fa gola a tutti. Cifra che sarebbe più corretto assegnare a chi è stato (nettamente) superiore agli altri nel resto della stagione, e non messa in palio in un torneino senza particolare valore tecnico.
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