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Marco Caldara
18 September 2017

Il tennis prepara l’addio ai giudici di linea?

Insieme alle novità regolamentari già presentate dall’ATP, alle Next Gen Finals di Milano verrà sperimentato anche l’Hawk-Eye Live. Niente più giudici di linea, tutte le chiamate saranno computerizzate, attraverso un sistema studiato dalla società che da anni si occupa dell’occhio di falco per l’ATP. Novità interessante, perché elimina ogni possibile errore umano.
Nella conferenza stampa di maggio, nell’elencare le novità previste per l’edizione inaugurale delle Next Gen Finals di Milano, il presidente ATP Chris Kermode aveva anticipato che ne sarebbero potute arrivare anche delle altre. Qualche settimana dopo Sergio Palmieri era entrato ancor di più nel dettaglio in un’intervista con Repubblica, parlando della possibilità di match senza giudici di linea, con l’utilizzo in diretta del sistema Hawk-Eye. Il direttore del torneo aveva spiegato che era previsto un test durante il Masters 1000 di Cincinnati, ed evidentemente è andato a buon fine, perché l’ATP ha confermato con una nota ufficiale l'ingresso della novità al Masters dei giovani: per la prima volta nella storia del tennis, tutte le chiamate saranno computerizzate. Non ci saranno giudici di linea, e il giudice di sedia sarà l’unico ufficiale di gara in campo. Ma nemmeno lui dovrà più preoccuparsi del rimbalzo della palla per eventuali overrule: penserà a tutto la tecnologia, con l’introduzione di un sistema chiamato “Hawk-Eye Live”, sperimentato dalla Hawk-Eye Innovations, la società da anni partner dell’ATP per il servizio di occhio di falco. A livello materiale non verrà inserito sul campo nulla di nuovo, visto che nei grandi tornei il sistema è già presente e operativo per tutte le linee. La differenza è che invece di venire utilizzato a chiamata per correggere eventuali errori, oltre che per i replay a uso e consumo del telespettatore, il sistema avrà un ruolo attivo, e si occuperà di tutte le chiamate, provvedendo a riprodurre il suono “out” quando la palla cadrà fuori dalle linee di gioco. Di conseguenza, non sarà più necessario nemmeno il sistema hawk-eye tradizionale, e per tutte le palle “out” cadute molto vicino alle righe verrà mostrato sugli schermi dello stadio il classico replay computerizzato al rallentatore. L’unica azione di gioco che resterà controllata dall’occhio umano sono i falli di piede, la cui chiamata sarà di competenza di un ufficiale di gara che monitorerà ogni servizio in remoto, sempre grazie a un sistema di telecamere.
UNA NOVITÀ MOLTO PREZIOSA
Questo può essere un momento storico per l’arbitraggio nel mondo del tennis”, ha detto Gayle David Bradshaw, vice presidente esecutivo ATP, responsabile della sezione relativa al regolamento. “I nostri atleti lavorano duro e meritano l’arbitraggio più accurato che gli si possa offrire. La tecnologia ha raggiunto un livello tale che sentiamo sia giunto il momento di testare il nuovo sistema (studiato per 18 mesi, ndr) in un torneo vero e proprio. Le Next Gen ATP Finals sono l’appuntamento ideale, e non vediamo l’ora di valutarne i risultati e monitorare i vantaggi offerti dalla novità”. Si potrebbe discutere sulla piega che sta assumendo il torneo in programma dal 7 all’11 novembre alla Fiera di Rho, diventato a tutti gli effetti l’occasione per testare tante (troppe?) idee, ma l’Hawk-Eye Live viaggia su binari diversi rispetto alle altre sperimentazioni previste, e per questo è indubbiamente una delle più interessanti. Infatti, non pretende di modificare il regolamento del tennis per renderlo più fruibile dalle televisioni o dagli appassionati 2.0, ma solo di sfruttare il più possibile l’aiuto della tecnologia per ridurre a zero l’incidenza dell’errore umano. L’occhio di falco tradizionale ha fatto del bene, tanto che oggi come oggi vien difficile immaginare una partita di altissimo livello senza la tecnologia, e su palle che possono viaggiare anche oltre i 200 chilometri orari l’occhio del computer è sicuramente più affidabile di quello dell’uomo. Ergo, sarebbe un peccato continuare a sfruttare hawk-eye solamente “a chiamata”, perdendone una parte preziosa delle potenzialità. In attesa di poterla valutare dal campo, la novità sembra destinata solamente a fare del bene, eliminando del tutto la possibilità di chiamate sbagliate dovute a sviste di giudici di sedia e giudici di linea, e anche il caso limite di mancate chiamate dovute alla visuale coperta ai giudici dagli stessi giocatori. In più, essendo sostanzialmente già presente in tutti i grandi tornei, il sistema non rappresenterebbe neanche una particolare voce di spesa in più. Basta provvedere agli accorgimenti necessari per farlo funzionare in diretta, e il gioco è fatto.
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