Nadal: "Non farò il coach"

Interrogato sul suo futuro, il campione maiorchino non sembra intenzionato a seguire le orme di zio Toni... di ALESSANDRO MAGRINI

Nadal: "non farò il coach"

di Alessandro Magrini

 

Come sarà la vita degli attuali “mostri” del tennis una volta che lo “schiocco” dei loro colpi non provocherà più “oohh” di stupore e meraviglia sulle tribune più celebri del mondo? Cosa faranno quando la compagna di una vita verrà malinconicamente appesa al fatidico chiodo?

 

Sultans of swing cantavano i Dire Straits…loro si riferivano ad un particolare ritmo musicale; in questo caso il termine indica semplicemente il gesto attraverso il quale la racchetta impatta la pallina. Purtroppo per noi i tre sultani dello swing del tennis moderno -Federer, Nadal, Djokovic- non sono eterni, e tantomeno hanno in comune con Benjamin Button il “curioso caso” di quest’ultimo.

Allora a cosa si dedicheranno quando anche loro, come il personaggio che sale sul palco e parla al microfono nella già citata canzone di Mark Knopfler e “soci”, saranno costretti a dire “ Grazie a tutti, signori…lo spettacolo è finito”?

 

Negli ultimi tempi è sempre più in crescita il numero di ex giocatori che scelgono di intraprendere la carriera di allenatore: Boris Becker nell’angolo di Djokovic , Stefan Edberg in quello di Federer, Amelie Mauresmo a fianco di Murray e Ivan Ljubicic alle prese con la scommessa “Raonic” sono solo i casi più eclatanti.

 

Anche se questa tendenza sta ormai diventando la regola, come tutte le regole anch’essa presenta la sua eccezione. Chi infatti va decisamente controcorrente è Rafa Nadal, a breve impegnato nella difesa del titolo conquistato la passata stagione sulla terra rossa di Madrid, che interpellato sull’argomento ha risposto così: “ Un futuro da coach? Non credo, non fa parte dei miei piani…la mia intenzione è rimanere nel mondo dello sport anche quando avrò smesso di giocare, ma non nelle vesti di allenatore”. Forse più di vent’anni passati in simbiosi con zio Toni, sia “nella buona che nella cattiva sorte”, sono bastati a fargli considerare altre possibilità.

 

Riguardo invece il rischio di rimanere “a secco” di Slam in questo 2015, considerato il periodo di forma poco brillante, il campione di Manacor sembra convivere bene con un’eventualità che non si concretizza da ben 10 anni: “ Non sarà per niente facile. C’ è sempre da lavorare duramente, avere sempre presente che è un insieme di cose a determinare il successo in un torneo, sia che si tratti di uno Slam, di un 1000, o di un 250. Non bisogna mai sottovalutare le sfide con cui devi misurarti, soprattutto nelle competizioni in cui sono presenti i top 50”.

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