11 September 2013

Nadal: "La rivalità con Novak è speciale"

La conferenza stampa di Nadal, che vince il suo tredicesimo Slam al termine di un duro match con Djokovic ... di MONICA ZANELLI

Nadal: "la rivalità con novak è speciale"

Traduzione di Monica Zanelli - Foto Getty Images

- Congratulazioni Rafa. Ci puoi parlare delle tue emozioni dopo questa vittoria?

"Questa stagione è probabilmente la più sentita della mia carriera a livello emozionale. Devi giocare in modo perfetto per vincere contro Novak, uno dei giocatori più forti della storia e attuale n. 1, per di più sulla sua superficie preferita. Significa molto per me aver vinto questo trofeo. Sono molto felice e ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile questa vittoria: i tifosi, il mio team e la mia famiglia".

- Avevi già vinto questo torneo. Pensi che il tuo gioco sia cambiato dal tuo precedente successo, e in che misura?

"No, è sempre lo stesso. Sto solo giocando bene e così riesco a essere competitivo. È vero, sono un po' più aggressivo rispetto a prima, resto più dentro il campo, vicino alla linea di fondo, ma tutto questo è possibile perché gioco bene e ho maggiore fiducia. Non vedo altri grandi cambiamenti. Inoltre gioco con passione e lotto su ogni palla, è questa la chiave del successo".

- Hai vinto 13 Slam. Oggi avevi tutto il pubblico che ti sosteneva e milioni di persone in tutto il mondo ti amano. Secondo te cosa ti rende così speciale?

"Probabilmente non sono la persona giusta che deve rispondere a questa domanda (sorride). L'unica cosa che posso dire è che cerco sempre di essere corretto e gentile con tutti. Penso di essere molto positivo in campo e di dare il meglio in ogni momento, sia che le cose stiano andando bene o meno. Fuori dal campo cerco di fare autografi a tutti e di fare le foto. Mi comporto come una persona normale".

- Hai vinto Wimbledon, gli Australian Open e gli US Open, ma tutti ti considerano il più grande specialista della terra. Adesso che hai dimostrato di essere il migliore anche sul duro, è cambiato qualcosa?

"Molti dicono che sono uno specialista della terra perché ho vinto molti tornei su quella superficie, ma ho anche giocato cinque finali a Wimbledon, tre agli US Open, due agli Australian Open, tre a Indian Wells, tre in Canada".

- C'è stato uno scambio di 54 colpi nel secondo set. Cos'hai pensato durante quello scambio?

"Dopo quel punto mi sentivo davvero molto stanco. Ho pensato che avevo perso il game ma che anche il mio avversario doveva essere stanco. Dovevo tener duro e avrei avuto la possibilità di riprendere il break. Ed è quello che ho fatto".

- Tu e Novak avete giocato 37 volte l’uno contro l’altro, un record nell’era Open. Puoi parlarci della vostra rivalità?

“Se entrambi giochiamo bene, è difficile che uno dei due vinca agevolmente. È molto difficile mantenere per tutto il match un così alto livello, sia fisicamente che mentalmente, perché entrambi spingiamo al limite il gioco dell’avversario. Noi abbiamo uno stile molto simile, mentre, ad esempio, con Roger è diverso. Con lui c’è una maggiore varietà di colpi, non ci sono scambi così lunghi come con Novak. Tra Novak e me ogni punto è una lotta, ogni punto dà il via a un lungo scambio e tutti i match sono molto duri. Ciò che rende speciali le nostre partite è che vince chi riesce a mantenere di più la concentrazione e a giocare con maggiore determinazione. Nel 2011 mi ha battuto sette, otto volte di fila. Dipende tutto da chi di noi sta giocando meglio in quel momento ed è più forte emotivamente”.

- Quante possibilità hai di vincere la Masters Cup? Come mai non l’hai ancora vinta?

“Penso di essere stato sfortunato perché tutte le Masters Cup che ho giocato si sono svolte sul cemento indoor. Non lo trovo giusto. SI qualificano i migliori otto giocatori, che durante l’anno hanno avuto modo di giocare su tutte le superfici, quindi perché l’ultimo torneo della stagione deve essere sempre sul cemento indoor? Perché non possiamo giocare ogni anno su una superficie diversa? Giocare sempre sulla stessa superficie non garantisce pari opportunità a tutti i giocatori”.


 

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