L'ELIMINAZIONE DELLA WOZNIACKI...
L'avventura è iniziata con partite piuttosto complicate. Jarmila Gajdosova e Petra Cetkovska le hanno tolto un set, rispettivamente al primo e al terzo turno. “Sono partita giocando malino, poi un po' meno male e via via sempre meglio – prosegue Flavia, in dichiarazioni raccolte un po' in giro per New York e un po' a Flushing Meadows – un punto chiave è stata l'eliminazione della Wozniacki: quando ha perso, senza dirmelo, il mio coach e il mio preparatore sono andati ad ubriacarsi perché pensavano che avrei avuto chance per andare molto avanti. Io non avevo particolari progetti, giocavo partita per partita”. Battuta la Stosur negli ottavi (come peraltro le è accaduto in tutta la carriera), ha superato alla distanza Petra Kvitova dopo aver perso il primo set. “In cui stavo giocando bene, ma perdevo perché lei sembrava più forte di me. Ma piano piano ho iniziato a lavorarla, a tenerla in campo il più possibile”. La magia si è compiuta in semifinale, anzi, dal giorno prima. Flavia era talmente “in the zone” da rinunciare ad allenarsi alla vigilia. Era un giorno di pioggia e, a differenza delle altre semifinaliste, si limitò a fare un po' di palestra senza usufruire dei campi indoor. “La semifinale contro Simona Halep è stata la partita più bella della mia vita, mi sentivo leggera, una farfalla sul campo”. Qualche ora dopo, sarebbe arrivata la clamorosa impresa di Roberta Vinci contro Serena Williams. Le due pugliesi, amiche sin dai tempi dei tornei giovanili, si sono incrociate negli spogliatoi. Flavia ha abbracciato Roberta e le ha detto che sì, poteva crederci. “Può succedere qualsiasi cosa. Se io ho battuto la Halep, tu puoi fare altrettanto con Serena”.