La vendetta è servita. E il torneo di Barcellona, salvo imprevisti, potrebbe avere una finale più nobile rispetto al Masters 1000 di Monte Carlo. Il match-svolta si è giocato nei quarti, dove Andy Murray ha evitato la seconda sconfitta in sette giorni contro Albert Ramos Vinolas. Il numero 1 ATP ha dovuto lottare duramente, ma alla fine si è imposto col punteggio di 2-6 6-4 7-6. “E' stato un match simile a quello di Monte Carlo, ma con una differenza – ha detto Murray – la scorsa settimana io avevo sciupato parecchie occasioni, mentre stavolta è stato lui ad avere tante chance. Sono stato un po' più aggressivo sul finire del secondo set e nel terzo ho giocato un buon tie-break”. Lo scozzese si è detto un po' stanco, ma ritiene positivo l'aver giocato un match così duro. “E' buono per abituare il fisico”. Sistemato l'enigma Ramos, avrà una semifinale di ottima qualità contro Dominic Thiem: l'austriaco non ha avuto problemi contro Yuichi Sugita, ma ha perso entrambi i precedenti contro Murray. Tuttavia, sarà il primo scontro diretto sulla terra. “A Barcellona non ero mai andato così avanti, ma adesso mi piacerebbe raggiungere la finale – ha detto Murray, che da ragazzino si è allenato presso l'accademia di Emilio Sanchez e Sergio Casal – è uno dei più grandi tornei su terra perché ha una grande tradizione. Tanti campioni l'hanno giocato e vinto in passato”. Cinque game di fila consentivano a Ramos di dominare il primo set, poi si trovava 0-40, sul servizio di Murray, sul 4-4 nel secondo. Murray cancellava le tre palle break e sfruttava la sua prima occasione nel game successivo. Nel terzo, sempre sul 4-4, Murray combinava un paio di pasticci che spedivano Ramos a servire per il match, ma stavolta era lui a sbagliare. Si andava al tie-break, dove Murray prendeva subito un minibreak di vantaggio e lo portava fino alla fine.