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Ottimismo Murray: «Mi sento benissimo»

Appena Djokovic ha rimesso a posto tutti i tasselli del suo tennis è tornato a vincere uno Slam: una rinascita che incoraggia Andy Murray, pronto a fare il suo vero rientro nel Tour. Sceso al n.832 ATP, esordirà oggi a Washington, poi sarà in gara a Toronto, Cincinnati e Us Open. "Devo vedere come risponde il mio corpo: in allenamento va alla grande".
Forse è finalmente la volta buona. Dopo il tentativo di rientro per Wimbledon, che invece l’ha visto disputare i due tornei in preparazione ma saltare i Championships, Andy Murray pare pronto per tornare finalmente nel Tour a tempo pieno. La bella notizia arriva da Washington, dove l’ex numero uno del mondo ha deciso di iniziare la sua stagione sul cemento americano, che poi lo vedrà in gara anche a Toronto, Cincinnati e naturalmente Flushing Meadows. “Mi sento meglio ogni giorno che passa – ha detto Murray al Citi Open, dove ha incontrato anche Wayne Rooney, da poco acquistato dal locale team che milita nell’MLS –, ed è naturale che dopo un periodo di stop così lungo sia necessario un po’ di tempo per ritrovare il ritmo partita. Nell’ultimo anno ho giocato appena tre incontri, quindi l’obiettivo è provare ad andare in campo il più possibile, per vedere come mi sento dopo due, tre, quattro, cinque partite consecutive. È quello il test più grande. Ho lavorato molto di recente, e ho superato il problema molto bene”. L’esempio di Djokovic è di buon auspicio anche per lui: non appena “Nole” ha rimesso al proprio posto tutti i tasselli del suo tennis è tornato a vincere uno Slam, partendo da un punto ancora più basso rispetto a Murray, che ha avuto sì un problema fisico più serio, ma non è stato costretto a riordinare anche il cervello. La scelta di rinunciare a Wimbledon potrebbe rivelarsi corretta: Murray aveva deciso di non correre il rischio dei cinque set malgrado non avvertisse alcun problema, ma solo per il desiderio di non crearne di nuovi, così si è presentato negli States in ottime condizioni. “Mi sento meglio rispetto alla stagione sull’erba, questo è sicuro. Ma allo stesso tempo non gioco un match sul cemento dallo scorso anno a Indian Wells. Devo vedere come il mio corpo risponderà. Durante gli allenamenti mi sono sentito veramente alla grande”.
BATTERE EDMUND PER RISTABILIRE LE GERARCHIE
La scorsa settimana Murray è sceso al numero 832 del ranking ATP, sua peggior posizione di sempre, da quando 15 anni fa entrò per la prima volta in classifica, a 16 anni, dopo i quarti di finale in un Challenger a Manchester. Vedere il suo nome circondato da quello degli sconosciuti Yan Sabanin, Shinji Hazawa, Huixin Wang e Abhinav Sanjeev Shanmugan fa un certo effetto, ma è scontato che – fisico permettendo – ci metterà poco a tornare grande. “Vorrei stare bene fino alla fine della stagione – ha aggiunto il 31enne di Dunblane –, senza più problemi. Se dovessi riuscirci, e riprendere a vincere più partite, la classifica migliorerà di conseguenza. Giocando a sprazzi è difficile recuperare la solita routine. Se riesco a stare in forma e in salute, la classifica non mi preoccupa. Mi interessa vincere le partite e competere con i migliori giocatori del mondo: non c’è nulla che mi possa fare bene come quello. Diciamo che è l’obiettivo che mi pongo da qui a fine anno: riprendere a competere con i migliori, così da gettare le basi per iniziare il 2019 col piede giusto”. Il Citi Open di Murray inizierà contro lo statunitense Mackenzie McDonald, uno che quando lo scozzese si è assentato dal circuito era fuori dai primi 400 del mondo, mentre ora è numero 80: una bella testimonianza dei tanti mesi trascorsi da Wimbledon 2017. La sfida è in programma nella serata di lunedì, giorno atipico per i big, ma al quale per un po’ Andy dovrà abituarsi. “Non vedo l’ora di giocare – ha chiuso – e sono sicuro che non appena entrerò in campo mi sentirò molto bene. L’obiettivo è capire come si comporterà il mio corpo sottoposto a sforzi importanti”. Dovesse battere McDonald, Murray se la vedrebbe al secondo turno contro Kyle Edmund, che gli ha soffiato il ruolo di n.1 britannico e l’ha anche battuto qualche settimana fa a Eastbourne. Una bella occasione per ristabilire le gerarchie, e mostrare alla Gran Bretagna che è ancora il suo il nome su cui puntare.
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