“FIERO DELL'UGUAGLIANZA”
Murray ha poi spiegato di aver ricevuto una montagna di critiche, per nulla paragonabili a quelle che sarebbero arrivate con l'assunzione di qualsiasi altro coach. “Adesso, quando perdo una partita, vengo criticato. Prima, ogni sconfitta era colpa di Amelie”. Le opinioni di Murray, senza dubbio, sono condizionate dall'educazione ricevuta da mamma Judy, ancora oggi allenatrice di grido. Fu lei ad avere l'intuizione di mandarlo in Spagna, presso l'accademia di Emilio Sanchez e Sergio Casal. Quando gli hanno chiesto se si sente l'unico giocatore ad avere una certa considerazione per le donne, ha detto: “Uh, un po' sì”. In passato, aveva vissuto un vivace dibattito a distanza con Novak Djokovic per i montepremi da destinare alle donne. Il serbo sostiene che gli uomini debbano essere pagati di più perché attirano più pubblico e generano maggiori guadagni per i tornei. Lo scozzese replicò, dicendo che le argomentazioni del collega non erano ben assemblate. Va detto che Nole si sarebbe poi scusato. Il tennis è uno dei pochissimi sport in cui i guadagni delle donne sono paragonabili a quelli degli uomini. Nei tornei del Grande Slam vige la parità assoluta. L'ultimo ad adeguarsi è stato Wimbledon, nel 2007. Secondo Murray, il tennis dovrebbe sentirsi orgoglioso di questo traguardo. “Il tennis ha ancora tanti problemi, ma è qualcosa che i tennisti dovrebbero celebrare”. Attualmente si trova a New York, dove sta preparando lo Us Open, già vinto nel 2012. Per lui sarà il rientro in campo dopo Wimbledon, poi si è bloccato qualche settimana per il ben noto infortunio all'anca. Con un montepremi di 50 milioni di dollari, metterà in palio 3,7 milioni per il vincitore del singolare maschile...e altrettanti per la vincitrice.