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19 April 2014

Monte-Carlo, Svizzera. Sarà Federer-Wawrinka

Roger stende un acciaccato Djokovic che lotta solo nel primo set. Wawrinka piega Ferrer a suon di vincenti. Così nel Principato ci sarà una finale inedita, tutt'altro che da terra...

Monte-carlo, svizzera. sarà federer-wawrinka

Da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni - foto getty Images

 

Il Principato di Monaco si trasforma per un giorno in un cantone svizzero. Da una parte Stanislas Wawrinka che abbatte il muro Ferrer a forza di spallate di diritto e di rovescio. Dall'altra un Roger Federer che dimostra di essere in condizione, ma che approfitta pure di un Djokovic infortunato e non all'altezza, per raggiungere la sua quarta finale in questo torneo, la prima dal 2008 quando si arrese a Rafa Nadal.

 

Era proprio quella tra Re Roger e il serbo la partita più attesa di giornata. Ma fin dalla mattinata si parlava di un Djokovic alle prese con il problema al braccio e al polso, accentuato dal match durissimo cui lo aveva costretto nella serata di venerdì lo spagnolo Garcia Lopez. Si è salvato da quel confronto Nole, annullando con un po' di fortuna un paio di palle break che potevano rivelarsi decisive sul 3-3 del secondo set, ma oggi si è presentato in campo con una vistosa fasciatura, conseguenza di quell'infortunio che lo tormenta da qualche giorno. Malgrado ciò, nel primo set c'è stata partita, e Nole ha persino avuto due setpoint che forse gli avrebbero dato un po' di fiducia per continuare a crederci. Invece in quel momento Federer ha alzato il livello, producendo alcuni ricami capaci di meritarsi una standing ovation del pubblico, quasi tutto schierato per il basilese. Nel secondo parziale, al contrario, la partita è scivolata in un'unica direzione fin dal principio, con il serbo che ha dimostrato di non essere in grado di lottare, e che ha finito l'incontro solo per non dare una delusione al pubblico che aveva gremito il Centrale. Si tratta della vittoria numero 18 per Roger negli scontri diretti, la seconda quest'anno dopo quella di Dubai.

 

“Per me questa è una partita da dimenticare – spiega Djokovic – perché non sono riuscito a competere alla pari a causa del dolore al braccio. Non voglio togliere nulla a Roger che ha meritato di vincere, ma io mi trascino questo problema da dieci giorni e con la partita di venerdì sera è decisamente peggiorato. Può capitare e bisogna accettarlo. Ora cercherò di capire quanto dovrò stare fermo, sentirò i medici e poi ripartirò. Di positivo c'è che non ho nulla di rotto, ma non conosco ancora esattamente la natura del problema”. Per Federer, invece, una vittoria da ricordare perché lo potrebbe lanciare verso il primo titolo nel Principato. "Mi dispiace per Novak - dice il campione svizzero - ma sono contento di come ho giocato questa settimana. Si tratta di una finale inattesa. Nessuno, a parte Novak e Rafa, pensa di arrivare a Monte-Carlo, primo importante torneo sulla terra, e fare subito risultato. Mi sono sentito sempre meglio e oggi ho cercato di attaccare ogni volta che potevo. Poi ho notato che lui aveva qualche problema, ma non ho capito esattamente cosa. La finale con Stan? Sarà speciale per entrambi. Ci conosciamo bene, ci alleniamo insieme, siamo compagni in Davis, insomma è stupendo per la Svizzera avere due finalisti in un evento come questo".

 

Nella prima semifinale di giornata, Stanislas Wawrinka ha piegato David Ferrer per 6-1 7-6, raccogliendo la terza finale in carriera in un Masters 1000 e confermando una volta di più ciò che in fondo era già chiaro: la vittoria nello Slam australiano non è stata un caso isolato. Il numero 3 del mondo, reduce da un periodo non particolarmente positivo quanto a gioco e risultati, ha espresso di nuovo, per lunghi tratti, quel tennis che a Melbourne aveva incantato il mondo: non solo sprazzi di genio, in particolare col rovescio, ma anche una continuità di rendimento importante, una buona fase difensiva e nessuna paura nei momenti delicati. Per esempio, nella fase finale dell'incontro con Ferrer, con l'iberico che dopo aver ceduto nettamente il parziale d'apertura stava provando a imbastire una rimonta. Rimonta che si è fermata sul 6-5 e 15-30, quando l'elvetico ha piazzato sette punti consecutivi giocando spesso colpi ad alto rischio ma sempre incisivi e, ciò che più conta, in campo. Così si è trovato avanti 4-0 nel tie-break, chiuso poco dopo per 7 punti a 3 dopo un'ora e 29 minuti di gioco.

 

Ferrer merita di essere preso ad esempio per la sua determinazione, per la capacità di migliorarsi giorno dopo giorno. Ma è fuori discussione che per il torneo sia meglio avere nel match decisivo il talento di Wawrinka. Devono avere avuto la stessa sensazione pure gli spettatori sulle tribune del Country Club, che hanno accolto con un'ovazione il trionfo del miglior tennista svizzero (fa un certo effetto dirlo, ma ormai è così). Un giocatore che magari non è così popolare tra la gente, con un carattere condizionato della sua innata timidezza. Ma che è capace di farsi amare per i suoi colpi, ora supportati da una sicurezza e una fiducia che si sono fatte attendere a lungo prima di sbocciare. La finale di domani (ore 15) sarà la prima in assoluto tra i due elvetici, che daranno vita al loro quindicesimo scontro diretto, con un bilancio quasi a senso unico a favore di Federer: 13-1, con l'unica sconfitta giunta proprio a Monte-Carlo nel 2009, quando però Roger era più preso dal matrimonio che dal tennis. Stavolta la classifica dice Stan, e pure la condizione mostrata dal 29enne di Losanna potrebbe far pendere il pronostico dalla sua parte. Se non che, di mezzo, ci sarà pure il carisma del suo avversario e tanta tensione da gestire.  

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