Meno tennis, più famiglia e business: Serena (da Oscar) è già nel futuro

Assente da Wimbledon, Serena Williams sembra sempre più lontana dal mondo della racchetta. Ha raccontato di lavorare al post carriera da oltre dieci anni, e di volere ampliare la famiglia il prima possibile. Intanto si gode il successo al cinema: il film “Una famiglia vincente” ha ricevuto sei candidature per gli Oscar, e fa... strike al SupeBowl con i suoi spot per aziende che sostengono la parità di genere

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Per ritrovare la sua ultima apparizione con la racchetta in mano bisogna tornare al torneo di Wimbledon, lasciato in lacrime dopo appena una mezz’oretta per un problema al ginocchio, nel suo incontro di primo turno. Da allora, della Serena Williams tennista si sa pochissimo, e il famoso 24esimo Slam che le permetterebbe di agguantare il record di Margaret Court appare più lontano che mai. Guai a darla per spacciata, visto anche quanto ci ha insegnato Rafael Nadal all’Australian Open, ma la realtà – e una sbirciata ai suoi profili social – dice che la campionessa statunitense ha ormai l’aria di una ex giocatrice, per la quale il tennis ricopre un ruolo sempre meno importante. Serena non l’ha mai nascosto, e a 40 anni compiuti, dopo tutto ciò che ha vinto e costruito, si tratta di una scelta legittima, che la campionessa statunitense ha sostanzialmente preso dalla nascita figlioletta Olympia, spartiacque della sua carriera. Aveva lasciato col successo all’Australian Open, sesto negli ultimi dieci Major, ma da allora ha iniziato a giocare sempre meno (appena 20 tornei negli ultimi tre anni) e quelle vittorie che prima della maternità erano sempre state il pane quotidiano si sono volatilizzate. Il bilancio degli ultimi 13 Slam dice zero titoli, con quattro finali perse piuttosto malamente e le sconfitte che Slam dopo Slam arrivano sempre più presto. Lo simboleggia la classifica scesa al numero 247, come a dire che una volta riusciva a essere più forte delle altre anche giocando molto meno, mentre ora il fisico non glielo permette più.

Senza girarci troppo intorno, vien da chiedersi quanto ancora durerà la carriera sportiva di Serena, che da personaggio quale è vorrà certamente un addio in grande stile, con centinaia di riflettori puntati addosso. Tuttavia, più che sul momento dell’addio allo sport che l’ha resa un simbolo planetario, la diretta interessata è già proiettata da tempo sul post carriera, e ha lasciato intendere che il futuro non la spaventa affatto. Anche perché già da anni vive quotidianamente una buona parte di quel che sarà. “Sono pronta per il giorno in cui lascerò il tennis – ha raccontato –, perché mi sto preparando da oltre dieci anni, su consiglio di mio padre Richard. Me l’ha sempre detto più volte, e credo sia molto importante avere un piano B nella vita. È ciò che ho fatto, iniziando presto a lavorare per il mio futuro lontano dal tennis”. L’allusione è alle tante iniziative imprenditoriali che la accompagnano da anni: in particolare, nel 2018 ha lanciato la sua linea di abbigliamento “S by Serena”, e oggi risulta partner di numerose aziende e startup, nei più svariati settori. In più, nel 2021 ha firmato un contratto milionario con Amazon Studios, la casa di produzione televisiva del colosso di Jeff Bezos, che riguarda in particolare la realizzazione di una docuserie sulla sua vita da tennista-star-imprenditrice, ma anche altri progetti. e durante il SuperBowl vinto dai Rams sui Bengals è apparsa in tuta da bowling per pubblicizzare i marchi Michelob (birra), una delle aziende impegna nella tutela delle pari opportunità sul lavoro , e Tonal Systems Gym (attrezzi da palestra) in cui ha investito personalmente 1,6 milioni di dollari.

Oggi sono proprio tutti gli impegni extra tennis a riempire le giornate di Serena, con un’agenda che – per sua stessa ammissione – risulta spesso molto impegnativa. “Mi piace dedicare la massima attenzione a ogni aspetto della mia vita – ha spiegato l’ex numero 1 del mondo –, quindi a volte non è per niente semplice trovare il giusto equilibrio. Anche perché sono una mamma e una moglie, e voglio dedicare alla mia famiglia il tempo che merita. Voglio essere la miglior mamma possibile, e questo richiede la capacità di far funzionare tutto come si deve”. Fra i progetti di Serena c’è anche quello di ampliare la famiglia, più prima che poi. “Mi piacerebbe sicuramente avere altri figli – ha continuato –, ma anche in questo caso è una questione di equilibrio. Sento che il tempo passa e l’orologio chiama, ma prima di affrontare una nuova maternità voglio essere pronta. Dobbiamo trovare il momento giusto, e mi auguro che possa arrivare presto, quando sarò un po’ più libera dalla pressione di tutti questi impegni”. Un altro desiderio che allontana ulteriormente la possibilità di rivederla competere con continuità, e la proietta in un post carriera che appare ormai vicino. Resta solo da capire quanto.

Nel frattempo, in attesa di scoprire come e quando deciderà di voltare definitivamente pagina, Serena si è presa parecchie soddisfazioni al cinema, grazie al successo del film “Una famiglia vincente – King Richard”, che racconta gli inizi della carriera delle sorelle Williams, con Will Smith nei panni di papà Richard. La pellicola, ancora in proiezione in varie sale in Italia, ha ricevuto la bellezza di sei candidature per la 94esima edizione degli Oscar, il premio più ambito nel mondo del cinema. La produzione è in nomination per le statuette di miglior film, miglior attore protagonista (a Will Smith, che torna fra i candidati a 16 anni da “La ricerca della felicità”), miglior attrice non protagonista (a Aunjanue Ellis, nel ruolo di mamma Oracene), miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio e miglior colonna sonora, con “Be Alive” di Beyoncé e Darius Scott Dixson. La cerimonia si terrà il 27 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles, con Serena attesa fra gli ospiti e il suo film che – secondo i rumors – ha buonissime chance di aggiudicarsi almeno una statuetta. Sarebbe un ulteriore premio a un percorso con pochi eguali nel mondo, che ha prodotto trenta titoli Slam (23 Serena, 7 Venus) e svariati altri successi, consegnando al mondo due delle atlete più popolari nella storia dello sport.

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