DANIIL DISINNESCA STEVE
Nell'ultimo scontro diretto, giocato un paio di mesi fa a Eastbourne, si era però imposto l'americano dopo essersi costruito otto palle break in 76 minuti. La chiave della finale di Winston Salem è stata questa: Medvedev è stato inavvicinabile al servizio, concedendo una sola palla break all'americano, peraltro annullandola. In risposta, un break per set gli è stato sufficiente per vincere il torneo. Sin dai primi punti, è parso chiaro che le possibilità di Johnson sarebbero passate dalla sua capacità di uscire dallo scambio rovescio contro rovescio. D'altra parte, l'americano è uno dei giocatori più asimmetrici del tour: fortissimo con il dritto, vulnerabile con il rovescio. Viste le difficoltà con il rovescio in topspin, si è spesso rifiugiato nello slice per trovare il tempo di spostarsi sul dritto. La capacità di Medvedev è stata di concedere poche chance in questo senso. E quando Johnson ci riusciva, la palla del russo era bassa e dunque difficile da attaccare. “Devo ammettere che Daniil ha giocato davvero bene – ha ammesso Johnson – non ha commesso molti errori e, purtroppo, non è stata la mia giornata migliore. Ma è la vita. Non ho interpretato bene alcuni punti importanti e spero di sistemare certi aspetti in vista dello Us Open”. Tra l'altro, Johnson sperava di diventare il nono giocatore dal 2010 a vincere tutte le tre finali giocate in stagione. L'ultimo americano a riuscirci era stato Sam Querrey nel 2010. A New York esordirà contro Denis Istomin, reduce dalla vittoria ai Giochi Asiatici (ha giocato la finale in Indonesia nella giornata di sabato), in vista di un potenziale secondo turno contro Dominic Thiem. Da parte sua, Medvedev è atteso da un derby russo contro Evgeny Donskoy.
ATP WINSTON SALEM – Finale
Daniil Medvedev (RUS) b. Steve Johnson (USA) 6-4 6-4