Vince la paura. Ma quell'indagine....

Pubblicato il report trimestrale TIU: nel trimestre aprile-giugno sono arrivate 53 segnalazioni, 0,169% sul totale dei match. L'impressione è che i tennisti, spaventati dalle conseguenze, abbiano ridotto le attività illecite. Tardano i risultati dell'indagine dell'Independent Review Panel, che dovrebbe fare luce sul mondo anti-corruzione.

Paura, se non addirittura terrore. Da quando i controlli sul fenomeno del match-fixing sono ancora più stringenti, serpeggia questa sensazione. Girando per i tornei minori, l'impressione è che i giocatori “non lo facciano più”. Non ci sono particolari ragioni etiche: semplicemente, hanno paura di essere scoperti. Da quando la Tennis Integrity Unit è finita nell'occhio del ciclone a seguito dell'inchiesta BBC-Buzz Feed (uscita nel gennaio 2016), e il suo operato è ancora più trasparente, aleggia nell'aria una “strategia del terrore” che funge da deterrente a qualsiasi condotta illecita. La sensazione è confermata sia dando uno sguardo attento ai tornei minori (quelli più vulnerabili al problema) che leggendo il classico report trimestrale TIU, pubblicato in queste ore. Fa rumore, ovviamente, che ci siano quattro match “sospetti” nei tornei del Grande Slam. Uno si sarebbe giocato al Roland Garros e tre a Wimbledon (due nelle qualificazioni e uno nel main draw). Tra l'altro, secondo quanto riportato dal Guardian, nessuno dei match sospetti riguarderebbe i tanti ritiri a match in corso. A Wimbledon ne abbiamo visti ben 12 e si è accesa la polemica sul maxi-montepremi per chi perde al primo turno (anche se Sergiy Stakhovsky non è d'accordo): pur di non perdere il guadagno, i giocatori sono disposti a scendere in campo menomati. Nel trimestre aprile-giugno sono arrivate 53 segnalazioni di match sospetti dalle varie agenzie di scommesse. Di questi, ben 45 arrivano dai circuiti minori (20 nei Challenger, 20 nei Futures e 5 negli ITF femminili), mentre appena otto dal tour maggiore: un solo match WTA, tre ATP e quattro Slam. Tra l'altro, non è detto che le informazioni avute dal Guardian su Wimbledon (con il coinvolgimento di un match di main draw) siano corrette: i tabelloni principali sono scattati il 3 luglio, mentre il report riguarda il solo trimestre aprile-giugno. A confermare la sensazione di un fenomeno in regressione, il fatto che nello stesso periodo dell'anno scorso le segnalazioni fossero state 73. Più in generale, nei tre mesi presi in esame si sono giocati ben 31.281 incontri. Significa che soltanto lo 0,169% è finito sotto l'occhio dei riflettori.

UN'INDAGINE MOLTO LUNGA
Una segnalazione non è necessariamente prova di match truccato. Semplicemente, significa che potrebbe essere successo qualcosa di inappropriato. Ancora una volta (lo fa in ogni report), la TIU spiega che esistono diverse ragioni lecite per spiegare movimenti inusuali di scommesse: quote sbagliate, scommettitori molto ben informati, la forma dei giocatori, le condizioni di gioco e le imprevedibili faccende personali. Se un'analisi più accurata alimentassi i sospetti, partirà un'indagine pienamente riservata. Ovviamente qualcosa trapela: sappiamo che negli ultimi anni la TIU è stata molto presente, anche nei tornei minori, anche in posti improbabili, con agenti che si sono infilati nelle camere d'albergo dei giocatori chiedendo di visionare supporti elettronici come computer e telefonini. Il report offre altre notizie: un paio minori e una che potrebbe nascondere qualcosa di grosso. In primis, ci hanno informato che l'organico è stato rinforzato con due nuovi elementi: Matthew Perry e Anjni Patel. Quest'ultimo è un ex ufficiale della polizia metropolitana di Londra, e collaborerà alla raccolta e all'analisi dei dati. Un volto nuovo anche tra i giudici: arriva l'esperto Charles Hollander, che opera da 40 anni nel mondo dello sport. Ci sarà anche lui tra coloro che valuteranno i procedimenti disciplinari. Ben più interessante il fatto che, a un anno e mezzo dall'inizio delle indagini, l'Independent Review Panel che deve valutare l'operato TIU e fare piena luce sull'attività anti-corruzione, messa a dura prova dall'inchiesta BBC-Buzz Feed, sia ancora lontano dal termine delle indagini. Inizialmente si parlò di 12-15 mesi per la consegna di un resoconto: ne sono passati 18 e la TIU informa che stanno completando un “resoconto intermedio”. Il termine delle indagini, insomma, non è esattamente dietro l'angolo. Chissà cosa hanno scoperto. La data di pubblicazione del resoconto sarà resa disponibile sul sito internet del pannello.

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