PARLAVA DEI BIG, ORA È UNO DI LORO
Tsitsipas ha guardato in faccia la tensione e l’ha sconfitta firmando il 7-7 grazie a uno splendido rovescio incrociato vincente (“
veramente era match-point? Oh m***a, non me n’ero accorto”, avrebbe detto in conferenza stampa), poi
ha servito l’ace più prezioso della sua carriera, e nell’ultimo punto ha raccolto l’errore di Anderson, che gli vale la finale e un posto fra i primi 15 del mondo. Roba da non credere per uno che solo a gennaio era numero 91 ATP, e alle ultime Next Gen Finals era presente solo come riserva, perché i cavallini su cui puntare parevano soprattutto altri. Quest’anno, invece, salvo sorprese sarà presente a Milano da favorito numero uno: la testimonianza migliore per comprendere gli enormi progressi compiuti nell’ultimo anno, venuti a galla tutti nello stesso torneo. Ma guai a pensare che sia casualità o fortuna. Era da tempo che si diceva che la sua ora sarebbe arrivata, ed eccola qua, con la possibilità di andare a prendersi un titolo importantissimo come primo successo a livello ATP (affronterà il vincitore di Nadal-Khachanov) ma
soprattutto con addosso gli occhi e il tifo del pubblico di mezzo mondo, che vede in lui un raggio di sole nella tempesta di picchiatori monocorde che rischiano di affollare il tennis del futuro. Tsitsipas ha tutto per fare centro, compreso l’aspetto da belloccio che sicuramente non passa (e non passerà) inosservato e anche i piedi per terra, e la voglia di rimanere comunque un ragazzo normale, legato alla sua famiglia e alla sua terra. Quel ragazzo che meno di venti giorni fa
apriva una raccolta fondi per aiutare l’Attica devastata da un incendio e un amico rimasto coinvolto nel rogo, e che
fino a qualche tempo fa gestiva una pagina su Facebook in cui pubblicava e commentava i risultati dei grandi. Ha smesso un annetto fa, forse quando ha capito che poteva diventare sul serio uno di loro.
MASTERS 1000 TORONTO – Semifinali
Stefanos Tsitsipas (GRE) b. Kevin Anderson (RSA) 6-7 6-4 7-6