Marco Caldara
12 August 2018

Con Tsitsipas il bel tennis ha trovato il suo futuro

Dodici mesi dopo aver lanciato Denis Shapovalov, il Canadian Open si trasforma nel torneo di Stefanos Tsitsipas. Il Next Gen greco vince un’altra battaglia furibonda contro Kevin Anderson, conquista il quarto successo in quattro giorni contro un top-10, e nel giorno del suo 20esimo compleanno sarà in campo per la sua prima finale in un Masters 1000.
Si diceva che classe e bel tennis sarebbero andati in pensione insieme a Roger Federer, invece non tutto è perduto. La vetrina della bella notizia è di nuovo il Canadian Open: lo scorso anno a Montreal era esploso Denis Shapovalov, mentre dodici mesi dopo a Toronto è il turno di Stefanos Tsitsipas, che fra tutti i modi esistenti per festeggiare un compleanno ha scelto uno dei più felici. Molto difficile, perché costruito con quattro vittorie meravigliose ai danni di altrettanti big, ma anche molto soddisfacente perché le venti candeline il greco le soffierà sul Campo Centrale della Rogers Cup, durante la sua prima finale in carriera in un Masters 1000. Era scritto che prima o poi sarebbe esploso, restituendo finalmente alla Grecia un po’ delle soddisfazioni che negli anni, per ragioni di passaporto, sono volate fra Stati Uniti (Sampras) e Australia (Philippoussis, Kyrgios), ma nessuno si sarebbe aspettato di vederlo mettere in fila quattro top-10, con altrettante partite meravigliose. Prima Thiem e Djokovic, poi Zverev e Anderson, come a dire che invece di accontentarsi preferisce alzare di nuovo l’asticella, un giorno dopo l’altro. Nei Masters 1000 il greco dai riccioli biondi non aveva mai raggiunto nemmeno gli ottavi, buon motivo per credere che il suo torneo fosse prossimo al capolinea quando Djokovic gli ha strappato il secondo set al tie-break, poi quando Zverev è volato 6-3 5-2, quindi quando Anderson ha vinto il primo set infilando cinque punti di fila dal 2-4 del tie-break, oppure quando nel terzo ha avuto a disposizione due palle del 4-2 e servizio. Invece la sua corsa continua e le braccia al cielo le ha alzate di nuovo lui, spuntandola con un 6-7 6-4 7-6 che ha portato a oltre dieci ore il timer del suo torneo, e con un altro match-point cancellato dopo i due di venerdì a Zverev. Fatiche enormi sparse in soli cinque giorni, perfette per renderlo il beniamino del pubblico e ribadire che nel tennis dei grandi, in un futuro nemmeno lontano, avrà un posto in prima fila.
LA MANO DI MOURATOGLOU
A livello di emozioni la prima semifinale del Canadian Open non è stata la miglior partita del mondo, come spesso accade quando in campo c’è un giocatore come Anderson, poco personaggio e dal tennis poco appariscente. Se il servizio funziona sono problemi per l’avversario, se non funziona lo sono per lui. In 2 ore e 48 minuti è andato in tilt solo una volta, nel terzo game del secondo set, quando Tsitsipas si è preso il primo break della partita e se l’è fatto bastare per portarla al terzo set, dopo che nel primo si era bevuto un vantaggio di 4-2 al tie-break, regalato da un nastro vincente ma tornato al mittente a causa di un diritto steccato. Le emozioni sono arrivate solamente nel terzo set, quando il pubblico ha capito che Stefanos ce la poteva fare sul serio nonostante la fatica, e l’ha spinto verso l’ennesima impresa di una settimana che profuma tanto di punto di partenza. Perché oltre alla faccia da bravo ragazzo e al suo tennis splendido, forgiato da papà Apostolos e da circa tre anni anche dall’occhio attento di Patrick Moutratoglou e del suo team, del (quasi) 20enne di Atene piace la capacità di gestire le situazioni, e di tirare fuori il massimo del suo tennis nei famosi punti importanti. Come sulle due palle-break concesse nel sesto gioco: sulla prima gli ha dato una mano Anderson, ma sulla seconda se n’è uscito bene lui e nel rush finale è stato superiore, con tutto il pubblico dalla sua parte. Il 32enne di Johannesburg ha tremato in avvio di tie-break, commettendo un doppio fallo, mentre lui l’ha fatto sul 6-4, a un passo dal traguardo, restituendo il favore e dando al sudafricano la possibilità (colta al volo) di cancellare con servizio e diritto anche il secondo match-point. Ma in barba alle occasioni gettate al vento ha comunque vinto lui, conquistando tre punti di fila dal 6-7.
PARLAVA DEI BIG, ORA È UNO DI LORO
Tsitsipas ha guardato in faccia la tensione e l’ha sconfitta firmando il 7-7 grazie a uno splendido rovescio incrociato vincente (“veramente era match-point? Oh m***a, non me n’ero accorto”, avrebbe detto in conferenza stampa), poi ha servito l’ace più prezioso della sua carriera, e nell’ultimo punto ha raccolto l’errore di Anderson, che gli vale la finale e un posto fra i primi 15 del mondo. Roba da non credere per uno che solo a gennaio era numero 91 ATP, e alle ultime Next Gen Finals era presente solo come riserva, perché i cavallini su cui puntare parevano soprattutto altri. Quest’anno, invece, salvo sorprese sarà presente a Milano da favorito numero uno: la testimonianza migliore per comprendere gli enormi progressi compiuti nell’ultimo anno, venuti a galla tutti nello stesso torneo. Ma guai a pensare che sia casualità o fortuna. Era da tempo che si diceva che la sua ora sarebbe arrivata, ed eccola qua, con la possibilità di andare a prendersi un titolo importantissimo come primo successo a livello ATP (affronterà il vincitore di Nadal-Khachanov) ma soprattutto con addosso gli occhi e il tifo del pubblico di mezzo mondo, che vede in lui un raggio di sole nella tempesta di picchiatori monocorde che rischiano di affollare il tennis del futuro. Tsitsipas ha tutto per fare centro, compreso l’aspetto da belloccio che sicuramente non passa (e non passerà) inosservato e anche i piedi per terra, e la voglia di rimanere comunque un ragazzo normale, legato alla sua famiglia e alla sua terra. Quel ragazzo che meno di venti giorni fa apriva una raccolta fondi per aiutare l’Attica devastata da un incendio e un amico rimasto coinvolto nel rogo, e che fino a qualche tempo fa gestiva una pagina su Facebook in cui pubblicava e commentava i risultati dei grandi. Ha smesso un annetto fa, forse quando ha capito che poteva diventare sul serio uno di loro.

MASTERS 1000 TORONTO – Semifinali
Stefanos Tsitsipas (GRE) b. Kevin Anderson (RSA) 6-7 6-4 7-6
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