Marco Caldara
03 November 2018

Federer lotta tre ore, ma Djokovic ne ha di più

Spettacolo e pathos nella 47esima sfida in carriera fra Novak Djokovic e Roger Federer. I due si danno battaglia per oltre 3 ore, con lo svizzero che cancella dodici palle-break e dà l'impressione di potercela fare, ma nel finale la maggiore freschezza di Djokovic fa la differenza. "Nole" ha vinto le ultime 22 partite: sembra tornato imbattibile.
Tre ore e due minuti di pathos possono anche avere il sapore della conferma. Nella seconda semifinale del Masters 1000 di Parigi Bercy, per esempio, hanno detto che neanche il miglior Roger Federer da qualche mese a questa parte è sufficiente per fermare il ritrovato Djokovic. Può spaventarlo, metterlo all’angolo e obbligarlo vincere due tie-break, salendo di livello col passare dei minuti invece che calare, ma batterlo no. Quello non riesce a nessuno da 22 partite ed è diventato di nuovo un compito pressoché impossibile, come dimostrato dall’accelerazione di “Nole” nel finale, quando sbagliare è diventato vietato per lui ma non per Roger, comunque co-protagonista di una delle partite più avvincenti dell’anno, vinta dal serbo per 7-6 5-7 7-6. La cosa divertente è che sia l’uno sia l’altro possono giocare a standard qualitativi più alti, eppure quando in campo ci sono due così basta un match molto combattuto per porre al filmato del duello l’etichetta di meraviglia. Merito dei cognomi che portano, contenitori di due atleti dal valore inestimabile per la storia del nostro sport. L’uno è pronto a tornare meritatamente in vetta alla classifica ATP dopo oltre due anni, mentre l’altro a 37 anni può ancora giocare ad altissimi livelli per due settimane di fila, rifiutare la sconfitta salvando dodici palle break su dodici e prendere coraggio punto dopo punto, fino ad annusare un successo inimmaginabile solo qualche ora prima. Non è arrivato perché oggi Djokovic ha qualcosa in più, come ampiamente dimostrato dai risultati raccolti negli ultimi mesi, e quando è stato il momento di andare a prendersi la vittoria ha vinto sei punti di fila nel tie-break decisivo. Ma Federer, malgrado il KO, ha dato un nuovo segnale di vitalità, tanto che per il suo futuro – anche a breve termine, ovvero le chance alle ATP Finals – è stata più indicativa questa sconfitta rispetto alle vittorie raccolte nel post Us Open.
UN TIE-BREAK SENZA STORIA
Ciò che ha sorpreso, di Federer, è stata la capacità di crescere di livello col passare dei minuti. Un tie-break del primo set perso malgrado un vantaggio di 4-2, con Djokovic bravo a puntare sul rovescio dello svizzero nel momento del bisogno, sembrava già la pietra tombale sulla partita di Roger, insieme alla palla-break nel primo game del secondo set. Invece si è difeso, ha tenuto la battuta e non solo ha ripreso a giocare a ottimi standard, sciogliendosi e iniziando a spingere, ma il set l’ha vinto lui, in un finale thriller. Djokovic ha avuto una palla-break per andare a servire sul 6-5, ma “RF” gli ha cancellato la chance con un coraggioso diritto al volo dopo il servizio, e il break (il primo e unico dell’intera partita) l’ha fatto lui nel game seguente, punendo a caro prezzo qualche ingenuità di Djokovic. Un altro momento di difficoltà in avvio di terzo, con due palle-break salvate (la seconda con un fortunoso nastro vincente), è servito a fortificarlo ancora di più, fino a far arrivare la sensazione che fosse lui ad avere più chance di piazzare l’allungo decisivo. Un’impressione non confermata dal campo, visto che le palle-break successive sono state ancora per Djokovic. Le ha mancate entrambe sul 4-4, rompendo una racchetta dalla rabbia e beccandosi una vagonata di fischi dal pubblico, ma è rimasto concentratissimo e nel tie-break ha fatto in fretta la differenza. Due errori di fila di Federer (dritto lungo, doppio fallo) gli davano il 4-1, diventato poi 6-1, quindi 7-3 e infine la 25esima vittoria in 47 scontri diretti contro Federer. Il 100esimo titolo in carriera dello svizzero non sarà a Bercy, mentre il 33esimo successo di Djokovic in un Masters 1000 può esserlo eccome. Karen Khachanov sta giocando alla grandissima e sarà più riposato, ma questo Djokovic sembra imbattibile. L’augurio è che il russo non abbia visto il match di stasera, altrimenti se n’è accorto anche da solo.

PARIS ROLEX MASTERS – Semifinali
Novak Djokovic (SRB) b. Roger Federer (SUI) 7-6 5-7 7-6
Karen Khachanov (RUS) b. Dominic Thiem (AUT) 6-4 6-1
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