Marco Caldara
12 August 2017

E se nel mirino di Federer ci fosse Jimmy Connors?

Roger Federers si sbarazza in due set anche di Robin Haase, e conquista al Masters 1000 di Montreal la sesta finale del suo 2017. Ha vinto tutte le precedenti, e con un nuovo successo agguanterebbe Ivan Lendl a quota 94 titoli in carriera. Davanti resterebbe solo Jimmy Connors, con 109 successi. Sarà durissima, ma ciò che sta combinando suggerisce di non porgli alcun limite.
I detrattori di Roger Federer (già, incredibilmente ce ne sono!) si riempiranno la bocca guardando ai nomi degli avversari battuti a Montreal, ma nei libri di storia restano solamente i risultati, e per le statistiche e il ranking ATP una finale in un Masters 1000 raggiunta battendo tre top-10 vale esattamente lo stesso del medesimo traguardo conquistato superando Peter Polansky, David Ferrer, Roberto Bautista Agut e Robin Haase. Si può discutere sul fatto che sia corretto o meno, ma per il momento è così e va accettato. Di certo, se c’è una cosa che Federer proprio non può controllare, quella è il rendimento (e gli infortuni) dei colleghi, e non è certo colpa sua, o solamente una questione di fortuna, se nella semifinale del Masters 1000 del Canada si è trovato di fronte un Robin Haase al debutto a certi livelli a 30 anni compiuti, piuttosto che Novak Djokovic, Andy Murray, Stan Wawrinka o Rafael Nadal. L’unica cosa che il campione di Basilea può fare è continuare a giocare ad altissimi livelli, e dimostrare a tutti gli altri che mentre loro arrancano, lui continua a vincere e convincere, aggiungendo pezzi su pezzi al puzzle di una stagione di cui probabilmente si sentirà parlare molto a lungo negli anni a venire. Più passano tornei e settimane, e più il suo incredibile comeback assume i contorni di una favola scritta dal suo tifoso più accanito: “RF” ha azzeccato tutte le scelte, ha vinto tutti i tornei che contano ai quali ha partecipato, e dopo aver messo in bacheca due Slam e altrettanti Masters 1000 (più un ATP 500) è sempre più vicino a conquistare per la terza volta la Rogers Cup. Grazie al 6-3 7-6 con cui si è sbarazzato di Robin Haase ha compiuto un ulteriore passo avanti verso il 27esimo titolo in carriera nei Masters 1000, il terzo in Canada ma primo a Montreal, visto che i due titoli precedenti (2004 e 2006) erano arrivati entrambi a Toronto.
A UN TITOLO DA LENDL, VERSO CONNORS?
La semifinale contro Haase doveva essere un match di regolare amministrazione, e tale si è rivelato per un Federer che dopo le fatiche dell’ottavo di finale contro Ferrer è decisamente salito di livello. Il tabellone agevole gli ha dato una mano a mascherare un rendimento non ancora al 100%, e i soli 74 minuti che gli sono bastati per sbarazzarsi dell’olandese riassumono bene ciò che si è visto in campo: un Federer quasi inavvicinabile al servizio, con soli 9 punti persi in tutto l’incontro, e un Haase che proprio grazie al servizio è riuscito a tenersi a galla nel secondo set, stringendo i denti di fronte ai tentativi di Roger di scappare via per evitare il tie-break. Non ce l’ha fatta, e quando da 4-1 e servizio ha commesso due errori consecutivi, e poi perso altri due punti di fila, gli spettri delle uniche due sconfitte stagionali, patite contro Donskoy e Haas dopo tonnellate di occasioni mancate, si sono avvicinate al Court Central. Ma stavolta, vista l’enorme posta in palio anche in chiave numero uno del mondo, Federer non ha fatto scherzi. Ha firmato il 5-5 facendo buona guardia, si è preso il 6-5 sparando una seconda di servizio molto molto aggressiva (sinonimo della sicurezza che scorre nelle sue vene), e poi ha costretto il rivale all’errore nell’ultimo scambio, alzando le braccia al cielo per accogliere la sua 45esima finale in Masters 1000, che gli permette di agguantare Rafael Nadal al comando della classifica all-time. Per raggiungerlo anche nel numero di successi gliene serviranno altri quattro, ma intanto nel match di domenica contro uno fra Alexander Zverev e Denis Shapovalov può puntare ad agganciare Ivan Lendl a quota 94 titoli ATP in carriera, alle spalle del solo Jimmy Connors. Fino a qualche mese fa i 109 di “Jimbo” sembravano davvero fuori portata, mentre ora – anche se l’impresa resta difficilissima – c’è sicuramente qualche speranza in più. Lui ha ripetuto spesso di non aver alcuna intenzione di ritirarsi, e se continuasse di questo passo potrebbe anche farci un pensierino…

MASTERS 1000 MONTREAL – Semifinale
Roger Federer (SUI) b. Robin Haase (NED) 6-3 7-6
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