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Marco Caldara
25 March 2018

La rivincita del gemello sfortunato

Il tie-break del terzo set è ancora fatale a Roger Federer: a sei giorni dalla sconfitta contro Del Potro a Indian Wells, lo svizzero cade all’esordio a Miami, battuto da Thanasi Kokkinakis. Restituirà a Nadal il numero uno del ranking ATP, e ha deciso di saltare di nuovo l'intera stagione sulla terra battuta, Roland Garros compreso. Applausi per Kokkinakis: dopo tanti guai fisici meritava una ricompensa.
Tie-break del terzo set in finale a Indian Wells, e tie-break del terzo all’esordio al Miami Open, con lo stesso esito difficile da digerire, perché a ridere è l’avversario e a Roger Federer non resta che fare le valigie. Ma se la sconfitta in California contro Juan Martin Del Potro ha sorpreso fino a un certo punto, dato che l’argentino è un top-player e Federer l’ha sofferto molto spesso, fa decisamente più rumore l’inatteso e immediato KO nel Masters 1000 di Key Biscayne contro Thanasi Kokkinakis. Uno che a sfortune e infortuni è sulla buona strada per raggiungere il livello di Del Potro, e se può festeggiare la vittoria più importante della sua carriera deve dire grazie anche agli organizzatori, per la wild card ricevuta per le qualificazioni. Meglio di così il 21enne australiano di Adelaide non poteva farla fruttare: le ha superate con facilità, poi si è regalato Federer e l’ha battuto 3-6 6-3 7-6 con 2 ore e 21 minuti di coraggio, più che sufficienti per ricordare al mondo del tennis che per il futuro c’è anche lui, e spedire un bel “vaffa” alla malasorte, che negli ultimi anni gliene ha fatte passare di tutti i colori. Prima ci si è messa un’operazione alla spalla, poi una lesione ai pettorali, quindi l’inguine, uno strappo al muscolo obliquo esterno e dei problemi al gomito, problemi che – fatta eccezione per un paio di apparizioni – l’hanno tenuto fuori dal circuito per oltre un anno e mezzo, dall’ottobre del 2015 al maggio scorso. Poi, per fortuna, la situazione è migliorata ed è arrivata anche la prima finale ATP (a Los Cabos), ma ricominciare da zero è durissima, tanto che quest’anno nel circuito maggiore aveva vinto appena un incontro in tre tornei, e la classifica recita un magro 175. Robetta per uno capace di arrivare fra i primi 70 a 19 anni appena compiuti. Tuttavia, il livello e le potenzialità sono rimaste quelle di quando più di un esperto scommetteva su di lui piuttosto che sul “gemello” Nick Kyrgios, e non c’era occasione migliore di un match così per dimostrarlo.
CHE FREDDEZZA NEI “PRESSURE POINTS”!
Ai punti la vittoria l’avrebbe meritata lo svizzero, ma in quelli importanti è stato più bravo Kokkinakis. Non ha mai tirato indietro il braccio, mostrando la capacità innata di giocare alla grande anche sotto pressione. Riuscirci contro una leggenda non è roba da tutti. I numeri dicono che la partita l’ha fatta Federer: ha vinto due punti in più (98 contro 96), ha avuto un saldo migliore fra vincenti ed errori, e per tutto il terzo set ha dato l’impressione di poter dare la spallata definitiva. Ma le chance vanno colte, e Federer stavolta non ci è riuscito. Sul suo servizio Kokkinakis è arrivato a 30 una volta, lui cinque volte su sei, con due palle-break nel sesto gioco e un preziosissimo 0-30 nel dodicesimo, per evitare il tie-break. In quel frangente gli dei del tennis hanno scelto l’avversario: la SABR che gli avrebbe dato tre match-point è uscita di un palmo, un rischioso diritto di Kokkinakis ha pizzicato la riga e tanto è bastato per portare l’australiano al tie-break, nel quale è stato più freddo. L’allungo decisivo è arrivato nell’ottavo punto: ha manovrato alla perfezione, si è preso il 5-3, e poi al servizio sul 5-4 è stato perfetto. Con una cannonata di diritto ha conquistato due match-point e gli è bastato il primo: la risposta di Federer è morta in rete ed è esplosa tutta la sua gioia, per un successo che può far ripartire una carriera ancora da scoprire. Il livello c’è, la personalità e il carattere anche, e non è ancora troppo tardi per pensare in grande. Se il fisico deciderà di fare finalmente la sua parte, nel tennis del futuro potrà esserci posto anche per lui. Se lo meritava prima e se lo merita ancor di più dopo tutte le noie che l’avevano fatto sprofondare in una sorta di depressione. Voleva giocare e non poteva, e faceva una fatica tremenda ad accettarlo. Poi la chiamata di Federer per degli allenamenti a Dubai l’aveva aiutato a ritrovare la serenità. Fra i tanti modi per dirgli grazie ha scelto il più particolare.
NADAL TORNA N.1, ROGER SALTA LA TERRA
Perdendo all’esordio, Federer ha fallito l’obiettivo minimo dei quarti di finale, necessario per restare al numero uno della classifica ATP. Significa che perderà in un colpo solo quasi 1000 punti, e lunedì 2 aprile al comando del ranking ATP ci tornerà Rafael Nadal, malgrado negli States il maiorchino non si sia nemmeno presentato. “Dopo una partita così – ha detto Federer in conferenza stampa – merito di perdere il numero uno. Già la scorsa settimana non ho giocato bene, e oggi sono stato pessimo. Non mi sentivo bene in campo e non mi muovevo al meglio. Ho sentito di avere comunque la chance di vincere, ma non ho fatto le scelte giuste. All’inizio del secondo set è sembrato che volesse consegnarmi il comando del match (quando, nel primo game, Kokkinakis gli ha regalato una palla-break commettendo due doppi falli, ndr), ma non me lo sono preso. Poi ho avuto un momento difficile che mi è costato il set e forse anche il match. Oggi lui è stato migliore di me e più rilassato, mentre io ho passato il match a cercare una soluzione. Purtroppo non l’ho trovata”. Oltre al già citato numero uno ATP, le due sconfitte nell’arco di sei giorni hanno cambiato rapidamente volto al suo periodo: era arrivato alla finale contro Del Potro da imbattuto (col record personale di 17 vittorie di fila da inizio anno), poi ha perso due incontri consecutivi sul filo di lana, e non per ragioni fisiche. Avrà modo di riflettere su cosa non ha funzionato, visto che – come promesso – ha annunciato che anche nel 2018 non disputerà alcun torneo sulla terra battuta. Lo scorso anno inizialmente aveva lasciato aperto almeno uno spiraglio per il Roland Garros, mentre stavolta ha già chiuso la porta anche a Parigi, decidendo di ripetere le scelte di dodici mesi fa. I suoi tifosi saranno delusi, perché dovranno aspettare fino all’erba di giugno per rivederlo in azione, ma lo scorso anno la decisione ha dato i risultati sperati a Wimbledon. Un buon motivo per andare di nuovo nella stessa direzione.

MASTERS 1000 MIAMI – Secondo turno
Thanasi Kokkinakis (AUS) b. Roger Federer (SUI) 3-6 6-3 7-6
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