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Riccardo Bisti
15 August 2017

Maria Sharapova esulta: lo Us Open ha detto sì

Gli organizzatori dello Us Open hanno concesso una wild card a Maria Sharapova. La scelta fa notizia, sia dopo il “no” del Roland Garros che per le sue difficoltà tecniche: da quando è tornata, ha giocato appena quattro tornei e si è già informata due volte. “Ha scontato la sua pena, inoltre abbiamo già invitato ex vincitori del nostro torneo”.

Gli americani hanno fatto di testa loro. Se il Roland Garros ha negato con forza la wild card a Maria Sharapova, e a Wimbledon erano stati ben felici della sua scelta di giocare le qualificazioni (poi le saltò per i postumi dell'infortunio muscolare patito a Roma), lo Us Open ha scelto di premiare la russa e invitarla all'ultimo Slam stagionale, laddove si è imposta undici anni fa. Ex numero 1 WTA, non gioca uno Slam dall'Australian Open 2016, quando perse nei quarti da Serena Williams (poche ore dopo il controllo che avrebbe evidenziato la presenza di meldonium nel suo organismo). Da lì, il suo nome si è legato a una vicenda processuale molto aspra che si è conclusa con una squalifica di 15 mesi. Masha è tornata a fine aprile, ma da allora ha giocato solo quattro tornei ed è già stata vittima di due infortuni. Lo Us Open le ha dato fiducia, nonostante abbia giocato una sola partita sul cemento americano (a Stanford contro Jennifer Brady) e poi abbia dato forfait sia a Toronto che a Cincinnati per un problema all'avambraccio. Tra l'altro, il ritiro dal Western & Southern Open è arrivato a tabellone già compilato. Attualmente numero 148 WTA, la sua classifica non è sufficiente per essere ammessa di diritto allo Us Open, ma la USTA non ha tenuto conto della recente squalifica per doping. Ufficialmente, hanno portato avanti la policy di concedere la wild card a diversi ex vincitori del torneo. Era già successo con Martina Hingis, Lleyton Hewitt, Kim Clijsters e Juan Martin Del Potro.

LA CHIACCHIERATA CON I GIOVANI AL CAMPUS USTA
“Nel rispetto del programma antidoping, la Sharapova ha interamente scontato la sua sospensione: pertanto, non è stato un fattore preso in considerazione nel nostro processo di selezione delle wild card” hanno fatto sapere dagli uffici newyorkesi. Inoltre hanno aggiunto che Masha si è sottoposta, volontariamente, a una chiacchierata con i giovani presso un campus USTA. Durante l'incontro, ha parlato dell'importanza del programma antidoping e delle varie responsabilità che un tennista deve assumersi. Resta il dubbio su quanto possa essere competitiva. Se escludiamo il buon torneo giocato a Stoccarda (si è spinta in semifinale, dove ha perso da Kiki Mladenovic), il resto è da dimenticare. Da aprile a oggi ha giocato appena nove partite e, all'improvviso, è parsa più fragile sul piano atletico. Maria aveva 19 anni quando intascò il suo unico titolo allo Us Open (battendo in finale Justine Henin). Da allora, a Flushing non ha fatto sfracelli: a parte la semifinale nel 2012, non è mai andata oltre gli ottavi e lo ha saltato per ragioni fisiche nel 2008 e nel 2013. Oltre alla Sharapova, sono state omaggiate di un invito anche Taylor Townsend, Kayla Day (vincitrice dello Us Open junior 2016), Brienne Minor (vincitrice del campionato NCAA), Sofia Kenin (vincitrice dello US Open wild-card challenge), Ashley Kratzer (vincitrice dei Campionati Nazionali Under 18) e la francese Amandine Hesse, il cui invito è frutto dello storico accordo di scambio wild card tra la USTA e la FFT. Fa parte del "triangolo" di collaborazione anche Tennis Australia, che però deve ancora comunicare la wild card di sua pertinenza.

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