LA SCOMMESSA SU SEPPI-ISNER
L'altro match oggetto di discussione è quello tra Andreas Seppi e John Isner a Roland Garros 2015. All'epoca, il siciliano faceva parte del team di Massimo Sartori e condivise più di un allenamento con Seppi. Lo ritenne in precarie condizioni e
“ha fornito indicazioni sullo stato di salute di Seppi, al Sig. Accardi, affinché egli scommettesse sulla sconfitta dell'italiano” (udienza del 27 giugno 2016).
I due, Cecchinato e Accardi, si sono poi messi d'accordo per spartirsi la vincita (400 euro a testa, come evidenziato dalla chat del 26 maggio 2015, alle 17.14). Cecchinato si è difeso sostenendo di aver divulgato informazioni già note presso gli organi di stampa. Resta il fatto – come ha poi rilevato la Corte Federale di Appello – che ha scommesso indirettamente su una partita di tennis. C'è poi il giallo della partita del Futures di Antalya, tra Lorenzo Frigerio e Daniel Cox. Il giorno del match, Accardi invia questo messaggio a Cecchinato:
“Abbiamo uno scioglimento dalle colonie dove c'è il nostro amico, molto amico nostro, che mi ha detto che ha un frigorifero che oggi si scioglierà”. Il linguaggio criptico è però di facile interpretazione per chi conosce il gergo tennistico. Antonio Campo (presente ad Antalya) era venuto a conoscenza – dormendo in stanza con lui – che Frigerio avrebbe perso il match perché sarebbe dovuto rientrare in Italia per giocare la Serie C con il TC Lecco. Avendo a disposizione l'informazione riservata, Accardi e Cecchinato discutono se abbinarla a Seppi-Isner e se concedere a Campo anche una fetta di vincita per l'altro match. Sul punto, Cecchinato scrive:
“Come vuoi tu! Ma non fare casini con Campo, perché se no mi incazzo”. Eppure,
sorprendentemente, Accardi perde la scommessa. Per qualche strana ragione, ha puntato sulla vittoria di Frigerio nonostante la chiara indicazione che avrebbe perso. Per inciso, su questo match Cecchinato è stato prosciolto. Stessa storia per il doppio giocato a Prostejov dallo stesso Cecchinato in coppia con Luca Vanni contro Betov-Elgin. In entrambi i casi, i tribunali federali non hanno ritenuto raggiunta la prova della combine. Va detto, tuttavia, che l'oblazione (una multa concordata a estinguere l'infrazione) richiesta e ottenuta da Frigerio e Vanni faccia pensare che sia comunque successo qualcosa di inusuale.
LA STOCCATA DEI GIUDICI D'APPELLO
Per questi fatti, Cecchinato è stato ritenuto colpevole di aver violato gli articoli 1 e 10 del Regolamento di Giustizia FIT per il match contro Majchrzak e per Seppi-Isner. L'articolo 10 è il più grave, perché parla di illecito sportivo. Nonostante la Procura FIT avesse chiesto la radiazione, arrivò una squalifica di 18 mesi e 40.000 euro di multa. In sede di appello, Cecchinato ha usufruito di uno sconto. La Corte Federale di Appello, presieduta da Alfredo Biagini, ha ritenuto che gli indizi a disposizione non soddisfacessero i requisiti richiesti per definire “colpevole” il giocatore. In sintesi, ha ridimensionato così le accuse a Cecchinato per il match di Mohammedia.
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L'assenza di chat nel periodo 24 settembre – 22 dicembre non può rappresentare fonte di prova di un'avvenuta combine.
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I messaggi del 23 settembre 2015 sui “marocchini” potevano essere intesi in altro modo: parlando di “recuperare”, Cecchinato poteva intendere la forte motivazione a giocare un grande torneo in modo da recuperare con il prize money la cifra persa con la scommessa di Napoli-Carpi.
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La cifra scommessa da Accardi sulla partita era nettamente superiore alla media delle sue giocate perché, in effetti, poteva sapere delle precarie condizioni psico-fisiche del suo amico senza che ci fosse necessariamente un disegno criminoso.
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La prenotazione del volo di ritorno prima del match contro Majchrzak non può essere in nessun modo considerata come fonte di prova, visto che è prassi comune per tutti i tennisti.
Per queste ragioni, i giudici di secondo grado hanno cancellato la violazione dell'articolo 10, tenendo in piedi solo quella dell'articolo 1, riducendo da 18 a 12 mesi (con multa di 20.000 euro) la sanzione per Cecchinato. Considerazioni rispettabili, ma – come accade anche in giustizia ordinaria – spesso la realtà non è univoca. Da una parte c'è la verità processuale, dall'altra quella storica che magari racconta altro, anche in virtù di una clamorosa postilla evidenziata dalla Corte Federale di Appello, nella
sentenza depositata il 29 ottobre 2016. I giudici di secondo grado hanno rilevato che Cecchinato era dedito alle scommesse (anche) sul tennis. A pagina 20, si scrive:
“Agli atti risulta che nella fase istruttoria la Procura Federale ha acquisito prove testimoniali che hanno confermato che il Sig. Cecchinato scommetteva anche sulle partite di tennis, oltreché soprattutto di calcio. Ebbene sotto tale profilo deve ritenersi violato l'articolo 10 Comma 2 R.G., ultima parte, in quanto l'incolpato è atleta appartenente al circuito ATP”. Nella pagina successiva, il concetto viene ribadito:
“Deve ritenersi invece acclarato che l'odierno reclamante è dedito alle scommesse anche sugli incontri di tennis”. Tuttavia,
Cecchinato non è stato incolpato perché la stessa Procura Federale non ha sottoposto la questione! Per questo, il Collegio non ha potuto punirlo.
Una situazione grottesca: è come se in un processo ordinario, il PM avesse raccolto le prove di due reati ma non abbia chiesto la sanzione per il più grave. Visto che i componenti di tutti gli organi di giustizia sono nominati dal Consiglio Federale, in sede di rinnovamento degli stessi, fossimo nel Presidente e nei Consiglieri, chiederemmo quantomeno qualche spiegazione.