Riccardo Bisti
21 September 2018

Piquè, guarda che il tennis non è un circo

Non contento di essersi comprato la Davis, Gerard Piqué ha in mente altri eventi, svuotati di senso agonistico ma pieni di soldi. La Majesty Cup sarebbe un torneo a 64 giocatori, con 10 milioni in palio... tutti per il vincitore. Il contrario di quello che (a parole) chiedono giocatori: più “democrazia” e un calendario meno duro.

L'uscita più divertente l'ha fatta su Twitter Julien Rebouillet, giornalista dell'Equipe. Pubblicando una foto di un soggetto che gioca contro il muro con due racchette, l'ha commentata così: “Documento raro che mostra Gerard Piqué mentre sta testando il suo progetto della “Ambidextrous Wall Cup”, con un montepremi di 15 milioni di dollari”. Un po' di sana ironia per commentare l'ennesima iniziativa targata Kosmos. Non contenta di aver già brutalizzato la Coppa Davis, la compagnia che fa capo al difensore del Barcellona ha messo gli occhi sulle settimane lasciate libere dalla vecchia coppa. Se la prima di febbraio sarà dedicata a un deprimente primo turno di Davis, rimangono libere la seconda di aprile e la terza di settembre, un tempo riservate ai quarti e alla semifinale della vecchia Insalatiera. Quella di aprile dovrebbe ospitare una nuova competizione a squadre, mista, che andrebbe a raccogliere l'eredità di una Hopman Cup che sta per morire (fagocitata dalla nuova World Team Cup ATP). La novità, raccontata in esclusiva dal Telegraph, è la “Majesty Cup”, ennesima idea di Piqué: un super torneo, con 64 giocatori e un maxi montepremi di 10 milioni di dollari, superiore a quello di tutti i Masters 1000 (Indian Wells e Miami compresi), ma con una particolarità: l'intero montepremi andrebbe al vincitore, mentre ai restanti 63, finalista compreso, non andrebbe assolutamente niente. È l'ennesima proposta di un format nuovo, teso a scardinare la tradizione del tennis. In queste ore inizierà la Laver Cup (i cui compensi non sono noti, ma non c'è dubbio che siano elevati), poi la nuova Coppa Davis proverà a scimmiottare un Mondiale di Calcio. La stessa World Team Cup andrà in questa direzione, con il dettaglio in più di offrire punti ATP.

10 MILIONI PER UN SOLO GIOCATORE
Adesso potrebbe entrare in scena la Majesty Cup, la cui idea è affascinante, anche se ricorda un po' la formula dei tornei Open italiani, in cui il montepremi non è distribuito su tutti i giocatori, ma una grossa percentuale va al vincitore e a pochi altri. Qui sarebbe ancora più estremo: 10 milioni di dollari al vincente, zero per tutti gli altri. Se il progetto dovesse andare in porto, il vincente di questa competizione intascherebbe una cifra stratosferica, l'equivalente della vittoria in tre tornei del Grande Slam, eguagliando le cifre più importanti mai vinte su scala annuale. Detto che non è lecito parlare di “scandalo” quando si tratta di soldi privati, verrebbe stravolto il principio per cui i giocatori stanno combattendo da anni: garantire più guadagni ai giocatori di seconda fascia. Vanno interpretati in questo senso gli aumenti del prize money nei tornei del Grande Slam, in cui la crescita percentuale più sensibile è per chi perde nei primi turni. Si sta cercando di fare qualcosa del genere (anche se con più fatica) nei tornei Masters 1000, mentre dall'anno prossimo i Challenger cambieranno radicalmente formula, aumentando il montepremi massimo e garantendo l'ospitalità per tutti i 48 giocatori in tabellone. Mentre si cerca di portare avanti un processo di “democratizzazione”, ecco spuntare l'ennesima iniziativa di Piqué. E allora no, c'è qualcosa che non va. Bisogna avere il coraggio di dire che queste cose non sono fatte per il bene dello sport, ma soltanto in nome del Dio Denaro. Era già evidente per la Coppa Davis, anche se qualcuno ha fatto finta di non capirlo. In questo caso, diventa esplicito il tentativo di trasformare il tennis in un circo.

MA IL CALENDARIO NON ERA TROPPO DURO?
Quale campo di partecipazione potrebbe avere un evento del genere? 64 giocatori sono tantissimi, ma i potenziali vincitori quanti sarebbero? 6? 10? 12? A quel punto, gli altri che interesse potrebbero avere nel sacrificare una settimana per un evento che non frutterebbe neanche un dollaro? Se proprio Piqué ha in mente un evento del genere, dovrebbe guardare alla vecchia Grand Slam Cup, con meno giocatori e un montepremi sostanzioso anche per chi perdeva al primo turno. La ricordate? Nel 1990 fece discutere per il suo maxi montepremi di 2 milioni di dollari per il vincitore, che diventavano 100.000 dollari per gli otto eliminati al primo turno (il tabellone era a 16 giocatori, con la formula dell'eliminazione diretta). Anche se si trattava di un tentativo ITF di “danneggiare” le neonate ATP Finals, ebbe un grande successo salvo poi spegnersi dopo un decennio. A parte lo shock per l'idea rivoluzionaria, la Majesty Cup non sembra avere neanche il giusto appeal per i giocatori. Vedremo se la rivoluzione Kosmos troverà davvero concretezza. L'articolo del Telegraph, a firma di Simon Briggs, svela anche una postilla importante: se durante lo Us Open gli emissari di Kosmos erano andati a New York per trattare lo spostamento della nuova Davis a settembre (su richiesta dei giocatori, contrari all'idea di giocare nell'ultima decade di novembre), pare che questa pista si sia raffreddata e che la nuova competizione a squadra si giocherà davvero dal 18 al 24 novembre 2019. Tuttavia, Kosmos sembra intenzionata a sfruttare le due settimane lasciate libere dalla Davis. Qualche giocatore, parlando della nuova Davis, aveva sostenuto che tra i lati positivi c'era qualche settimana libera in più. A quanto pare, Piqué non la pensa così e vuole riempire tutto. La risposta dei giocatori ci dirà se le loro lagne per un calendario troppo lungo e la presunta “durezza” della Davis fossero solo lamentele fine a se stesse. Nei suoi quattro mandati a capo dell'ITF, Francesco Ricci Bitti ha forse peccato di immobilismo, però aveva detto una cosa giusta: “I giocatori si lamentano della Davis e di un calendario troppo lungo, poi però vanno a giocare ricche esibizioni un po' dappertutto, anche a dicembre”. Come a dire che il problema non è il calendario, ma l'avidità di chi vuole sempre più soldi. Piqué sembra voler coprire d'oro i soliti noti: qualcuno si lamenterà?

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