UN TORNEO TROPPO COSTOSO?
L'obiettivo è restare nella capitale spagnola, anche perché si è creato un equilibrio perfetto, con il trittico Madrid-Roma-Parigi a sublimare la stagione sulla terra battuta. Tuttavia, non è escluso che gli organizzatori possano parlare con altre città europee, interessate a ospitare l'evento. La stampa ritiene che esista un conflitto politico, tesi smentita da Tsobanian. “Nel nostro percorso a Madrid abbiamo incontrato quattro amministrazioni cittadine e ci siamo adattati a ognuna. E tutte hanno riconosciuto che il torneo era una risorsa per la città”. I rapporti continuano ad essere “cordiali”, ma il torneo ha bisogno di certezze per il futuro. L'attuale sindaca Manuela Carmena non ha ancora raggiunto un accordo col torneo, peraltro dopo aver ereditato accordi presi dalle passate amministrazioni. Qualcosa ha iniziato a incrinarsi l'anno scorso, quando uscirono alcune notizie legate al costo eccessivo dell'evento. In particolare, le spese per l'amministrazione sarebbero aumentate in misura importante a partire dal 2009. Fino ad allora, la città spendeva 1,5 milioni di euro, poi diventati 5,3 fino agli attuali 10,4. Tsobanian ritiene che il Mutua Madrid Open sia molto più di una competizione: sarebbe la prova che la città è in grado di ospitare una manifestazione di natura globale, con un impatto economico di oltre 100 milioni di euro e circa 250.000 spettatori. “Grazie al nostro torneo, Madrid si è inserita nella lista di città che possono permettersi un evento del genere - ha detto Tsobanian - ovviamente le squadre di calcio possono rappresentare la città, ma non è detto che vincano sempre. Per un torneo è diverso: l'evento vince sempre, perché porta i migliori tennisti del momento”. Resosi conto che far sloggiare uno Slam è impossibile, così come inserirne un quinto in calendario, a Madrid hanno scelto di scollarsi dalla tradizione e spingersi alla ricerca dell'innovazione. Molti ricorderanno la trovata delle top-model raccattapalle, tutti l'esperimento della terra blu nel 2012. “Vogliamo essere un torneo giovane, tecnologico e moderno. Vogliamo innovare e continuare a crescere”. Meno diplomatico Ion Tiriac. Dall'alto del suoi 78 anni, può permettersi di dire quello che pensa. “Per me l'ideale è restare a Madrid per altri 20 anni, ma se non fosse possibile e il torneo non è necessario per la città, non possiamo certo andare avanti”. E pensare che dall'anno prossimo ci sarà il cambio del direttore del torneo, con Feliciano Lopez che prenderà il posto di Manolo Santana.